36. Butterflies.

4.3K 199 85
                                    

Harry non era lì quando Louis si svegliò.

Sapeva che sarebbe stato così (dopotutto lui stesso gliel'aveva detto) ma si stava sentendo male al solo pensiero di lui che andava via provando rabbia nei confronti di Louis.

-Hey, hai visto Harry andarsene?-

Si era vestito e preparato per un giro con i ragazzi, che sicuramente avrebbe rimandato per vedere il suo ragazzo.

Eleanor sorrise dispiaciuta. -Ha detto che non voleva disturbarti e che andava via, sembrava triste.- fece spallucce.

Certo che era triste. Ed era tutta colpa sua. Doveva vederlo subito, anche se probabilmente era al lavoro.
Lui doveva andare da Harry.

-Devo andare.- decise allora. Non poteva aspettare qualche minuto in più. -Esco con i ragazzi.-

-Louis.- lo richiamò. -Harry è davvero innamorato di te.-

E... Cosa?
Ma invece di reagire in modo sorpreso, sorrise e annuì. -Lo so.-
Ormai non c'era nulla da nascondere, perché sapeva fosse così ma a quanto pare tutti lo avevano capito già prima di lui.
Ma perché invece nessuno comprendeva Louis? Perché nessuno capiva che stava davvero iniziando a ricambiare il suo amore?

Ma non importava molto, voleva solo che Harry fosse in grado di capirlo e nessun altro.
Perché Harry era tutto ciò che contava davvero in quel momento.

-Non farai nulla a riguardo?- lei lo guardò attentamente.
Voleva davvero una risposta? Una sincera?
Perché gliel'avrebbe assolutamente data, finalmente.

-Con tutta sincerità, Eleanor...- iniziò, e lei corrugò la fronte. "Eleanor"? Di solito era sempre "El". -Non si può scegliere chi farsi piacere, e se Harry è innamorato di me bene così.-

-Bene così?- ripeté, davvero confusa.

-Esatto.- ovviamente continuava a non capire. -Perché Harry è davvero speciale, non so spiegartelo. So solo che lui mi fa sentire amato e al sicuro. E io voglio sentirmi così con lui, e scusami se lo dico, ma con te non è affatto così. E ora, se permetti, vado da lui.-

E no, Louis non diede neanche il tempo di rispondere. Non voleva una sua opinione su quello, non voleva sapere nulla. Era sicuro di quello che aveva detto, e una risposta non avrebbe cambiato nulla.
Così semplicemente, uscì la porta e prese un taxi verso lo studio legale di Mark Tomlinson.

Ed era felice. Forse un po' dispiaciuto per come aveva trattato Eleanor, ma felice.
Non sapeva come altro dirglielo se non ammettere semplicemente la cosa in un modo così sfacciato.
Ma non si interessava più di tanto. Lei doveva solo capire, non era di certo colpa sua se Harry lo faceva sentire così.
Perché quello che sentiva con lui non era mai successo con lei o con qualcun'altro.

Era sempre rimasto incastrato nel nulla, e Harry era stato la sua via d'uscita. La sua libertà. Qualcosa che lo faceva sentire nel posto giusto, a casa.

E lo stava capendo solo ora. Non era più un ragazzino, sapeva che era lui la persona che cercava. Non c'era bisogno di più tempo. Lui lo sapeva.

Quando varcò le porte dello studio, si diresse felicemente verso la segreteria.

-Vorrei vedere Harry Styles.-

-Ha un appuntamento?- la signora era già pronta a cercare sul computer il suo nome, ma lui scosse la testa.

-No, sono il suo ragazzo. Se è libero, insomma, vorrei vederlo un attimo.-
Aveva appena detto a qualcuno che non fossero Niall, Zayn o Liam che Harry era il suo ragazzo?
Insomma, faceva progressi.

Strawberries & Cigarettes; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora