18. It is okay?

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Erano appena usciti tutti dal tribunale, e Zayn era più che sicuro di aver fatto la cosa giusta.
Ma Liam lo aveva sfruttato per avere delle prove.
Lui si era confidato con lui perché dopo tutti quei messaggi si era sentito bene con lui, come mai succedeva.
E il poliziotto invece gli aveva mentito, e Zayn si sentiva uno schifo.

Gli altri parlavano in lontananza, e prima che potesse raggiungere Niall Liam si era avvicinato a lui con fare dispiaciuto.

-Zayn, ti prego lascia che ti spieghi.- iniziò subito, quasi implorandolo.

-Mi hai usato.-

Era per questo che preferiva soltanto passare una notte con qualcuno di cui neanche ricordava il nome che cercare di avere una relazione.
Era passato davvero pochissimo da quando i due si erano conosciuti, ma dall'appuntamento che avevano avuto Zayn si era sentito davvero bene.
Lo aveva portato ad una mostra d'arte, sapendo che ne era appassionato e che nel tempo libero non faceva altro che disegnare e dipingere, vendendo i suoi lavori.
Era sia il suo lavoro che la sua passione, e Liam lo aveva reso davvero felice portandolo lì e non ad una banale cena o soliti appuntamenti. Era qualcosa di diverso, e aveva sentito qualche scintilla già da subito.

Avrebbe voluto seriamente baciarlo al loro secondo appuntamento se ce ne fosse stata l'occasione, ma ora era soltanto deluso.

-Ti prego possiamo andare da qualche parte e parlarne?- continuò invece. Sembrava davvero triste. Forse si sentiva in colpa e si stava pentendo, ma lo meritava.

Dubitò un po', ma decise di accontentarlo prima di mandarlo del tutto a fanculo.

Trovarono una panchina isolata poco più in là, dove si misero seduti e si guardarono.

-Fa veloce, non voglio sentire mille cazzate. Ne basta una.- il tono era decisamente scontroso, e Liam si stava sentendo ancora più male.

-Non ne avevo idea. Sono serio.- eh? Corrugò la fronte confuso, guardando il castano sospirare. -Simon, il tipo con cui lavoro... Lui mi ha attaccato una cip sul distintivo, sapendo che uscivo con te.-

Cosa? Per quale motivo? Ma non ebbe il tempo di fare domande, che continuò con la spiegazione.

-L'ha fatto perché era contrario all'uscita. È un omofobo del cazzo, per questo.- Zayn roteò gli occhi. Che bastardo. -Ma ha sentito la tua confessione e mi ha praticamente obbligato a farmi avanti e farla sentire al giudice.-

Non sapeva se crederci del tutto, ma Liam teneva lo sguardo basso e giocava con le dita ansioso e triste.

-Mi dispiace, mi dispiace...- gli faceva tenerezza. Come poteva continuare ad essere arrabbiato quando aveva a che fare con quel poliziotto così buono e dolce?
Voleva abbracciarlo, ma non lo fece. -Non volevo metterti nei casini.-

-Liam, con o senza la registrazione ho confessato comunque.- gli prese il mento per potergli alzare la testa e guardarlo negli occhi con un tenero sorriso sul volto. -È solo che mi sono sentito tradito. Pensavo avessi fatto tutto ciò per ottenere delle prove e non perché ti interesso davvero.-

Tenne la mano sulla guancia, accarezzando dolcemente la barba.
Liam scosse ripetutamente la testa.

-No, no assolutamente no.- sembrava piuttosto serio. -All'inizio ero abbastanza confuso, ma mi interessi seriamente.-

Poi fece una strana risata. -Sono un poliziotto e tu hai appena dichiarato che la droga era tua.-

Il pakistano si morse il labbro, abbassando gli occhi e levando la mano. Doveva dirgli tutto.

Strawberries & Cigarettes; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora