non dovetti aspettare molto.
un tizio biondo, a quanto pare americano, era salito su per le scale.
ridendo con una donna.
quando mi videro si guardarono intorno, all'inizio erano spaventati poi notai che iniziarono a recitare.
che tristezza.
s-come sei entrato?
-dalla porta...
sd-spiritoso...
-non stavo scherzando sono entrato dalla porta davvero...
li vidi guardarsi confusi.
s-hai visto quanto sono belli?
Guardai i miei uomini.
Feci una smorfia.
-erano meglio prima... e sarebbe molto meglio voi al posto loro... Ma non si può avere tutto...
sd-tu non sai chi siamo...
Dio sempre le solite frasi.
-sai... sembra l'inizio di Twilight con i vampiri... e vi dirò avete sbagliato un po'...
sd-perchè i vampiri sono i più forti...
-quando non si ritrovano davanti un lupo incazzato... allora è meglio sottomettersi a lui...
s-mai!
-il bagno è di la...
feci un gesto a caso...
sd-non ci serve il bagno...
-ne siete sicuri? forse dovreste andarvene...
s-non puoi venire qui a dettare legge!
risi del suo accento.
-sai per essere un americano sei divertente....
sd-non prenderlo in giro... lui è importante...
-bene Importante, perché non mi porti uno scoch?
s-non sono un servo...
schioccò le dita e una ragazzina minuta entrò e fece i nostri drink.
guardandola bene notai una certa somiglianza con il mio hobi hyung.
era sua sorella.
bene avevamo trovato ciò che cercavamo, ancora prima di dichiarare guerra al traffico umano e a quanto potessi capire, le persone che avevo davanti erano i collaboratori americani di ravi.
Charlie ecco chi era il tizio.
ma la donna era un mistero.
accavallai le gambe e li guardai meglio.
la faccia da poker rotta che facevano era divertente.
dovresti mascherare la tua emozione ma in realtà erano due pippe, riuscivo a leggerli come un libro aperto...
avevano paura, erano viziati e pensavano che fare il duro potesse essere il modo di fare in questo mondo.
sarebbe stato divertente giocare con loro.
mi dispiace jin hyung, dovrai resistere ancora per un po'.
-mi riprendo i miei uomini...
sd-non ti riprendi nulla... NULLA!!!
s-lisa...basta, va bene così... mi dispiace, ma ora che sei qui come pensi di uscire?
-dalla porta... che è da dove sono entrato...
sd-pensi sia divertente? sei un comico? Charlie sei sicuro che sia lui? a me sembra un idiota...
-un idiota che entra in casa dalla porta e esce dalla stessa porta? mi chiedo: voi da dove entrate?
sd-il sarcasmo non ti aiuterà...
-non era sarcasmo...
s-cosa vuoi?
ma sono idioti?
-dovreste voi dirmi cosa volete... ma voglio che lasciate andare i miei uomini e gli schiavi e da oggi sono io il capo della tratta qui in corea... se volete trattare prendo il posto di Ravi...
sd- chi ti dà il diritto? non sei nessunoooo!!!!
-tralasciando il fatto che l'ultimo nessuno ha letteralmente ucciso un ciclope, ma comunque...
sd-ma di che parli?
mi stavo stufando, oltre che idioti erano pure analfabeti... ma che studiano in America?
era giunto il momento di porre fine alle stronzate, anche perché ora jin hyung era fin troppo pallido e ho bisogno di tirarlo fuori e in fretta, prima che sia troppo tardi.
mi alzai e tirai fuori la pistola.
anche loro fecero lo stesso.
-tre...
le luci si spensero.
con il calcio della pistola colpii la donna, visto la testa piena di capelli e l'urlo poco uomo che emise...
aspettai un attimo per far adattare i miei occhi al buio e notai Charlie che stava scappando giù per le scale, lo seguii, ma prima aprii la porta di ingresso, sperando che hobi hyung capisse il messaggio e poi scesi nello scantinato.
entrai in una porta e la porta si chiuse dietro di me.
mi girai di scatto e vidi Charlie che mi puntava una pistola.
-sai sarebbe molto più divertente combattere che sparare... possiamo sempre fare un duello dell'Ottocento dopo... se sei ancora abbastanza vivo...
rise di me e io risi di lui.
mi piaceva fingermi un gatto.
aspettai e in un attimo fu su di me.
era più alto, dovevo dargli atto, ma non era abbastanza allenato, probabilmente era troppo fiducioso per tenersi in forma.
buon per me.
schivai più di un pugno e riuscii a mettere a segno dei colpi abbastanza buoni, ma nulla per metterlo fuori combattimento.
volevo giocare ancora un po' con la mia preda.
quando era troppo stanco, mi fermai e invece di colpirlo schivavo solo i colpi e lo spingevo indietro.
più di una volta era caduto per terra.
alzai gli occhi al cielo.
che grande delusione.
sfortunatamente non mi ero accorto che mi proteggevo il fianco dove ravi mi aveva colpito e Charlie se ne era accorto.
in un suo momento di energia dovuta all'adrenalina mi si lanciò contro colpendomi proprio il fianco.
feci una smorfia alla fitta di dolore che sentii pervadere il mio corpo.
mi sbatte per terra.
prese la pistola.
rise di me.
c-ultime parole?
-è giunta la tua ora...
rise di me ancora una volta.
c-e sentiamo come pensi di uccidermi quando tu sei per terra con una pistola alla testa?
-cosi!
in un attimo presi la sua pistola spezzandogli il polso.
non dissi più nulla non ce n'era bisogno.
sapevo che avevo bisogno di informazioni, ma lui non me le avrebbe mai date, troppo orgoglio per una persona.
c-tu non sai chi è mio padre...
-neanche tu!
gli sparai in mezzo agli occhi.
mi alzai, spolverai la sporcizia del pavimento.
frugai nelle sue tasche per informazioni.
trovai dei fogli piegati, che misi in tasca e delle chiavi.
presi anche quelle e lasciai il cadavere.
uscii e controllai il seminterrato.
nelle due celle c'erano una decina a testa di persone.
uomini e donne malnutrite e sottodimensionate.
sporche e con ferite più o meno vecchie.
aprii le due porte.
tremarono subito pensando a qualsiasi tortura avrei potuto infliggerli.
lo leggevo nei loro occhi.
-charlie è morto... siete liberi... venite con me e potete tornare a casa o dove volete.
prima vi facciamo curare...
li vidi piangere.
non mi credevano ed era comprensibile.
-dai seguitemi e andiamo via di qui...
ci volle un po' di persuasione per farli uscire dalla cella e portarli di sopra.
molti avevano ferite che probabilmente non sarebbero mai del tutto guarite.
E non parlavo solo di ferite fisiche ma anche di quelle mentali.
mentre li facevo salire, notai un ragazzo molto più alto di me ma magrissimo.
era molto bello.
sembrava un coreano ma dalle poche parole che avevo sentito pronunciare da lui, era americano.
mi avvicinai a lui.
-mark?
si girò a guardarmi confuso.
m-non sentivo il mio nome da una vita...
-jackson sarà contento di rivederti... era molto preoccupato per te...-lo vidi scuotere la testa scoraggiato.-non dovresti mai credere a nulla che ti hanno detto...
m-ma è colpa mia... se non avessi disobbedito...
-se ti volevano, ti avrebbero preso in qualche modo... l'unica lingua che conoscono è una pallottola nella testa... dai andiamo...
arrivati in cima notai che la donna era sparita.
c'erano molti dei miei uomini che stavano cercando di portare gli ex schiavi fuori e nel furgone, con dei vestiti pesanti addosso per tenerli al caldo.
jin hyung e namjoon hyung erano spariti anche loro insieme a heechul speravo.
-pulite di sotto... tecnicamente è vuoto ma state attenti... e se trovate qualcuno portatelo da me.
si inchinarono.
presi una coperta dal divano e la misi su Mark che accompagnai alla mia macchina.
come avevo detto, sono uscito come sono entrato dalla porta.
lo feci salire e una volta allacciata la cintura partii.
Mark in neanche cinque minuti si addormentò esausto.
ero rimasto con i miei pensieri.
avevamo trovato i mancanti, ma non era cambiato nulla.
avevo ucciso Charlie, ma presto un altro sarebbe subentrato.
chi era la donna che era con lui e che ruolo aveva?
avevo un mucchio di domande.
un sacco di cose da fare.
e il fianco mi pulsava come se ci avessi piazzato un cuore.
l'unica cosa che ricordo era una luce che mi veniva contro.
sterzai e ci schiantammo contro un albero.
guardai Mark e lo trovai sveglio, ma spaventato a morte.
mi guardai intorno c'era un ramo che divideva la macchina.
e pensare che mi piaceva questa macchina.
sentivo tutto il corpo fortunatamente, non avevo nessuna ferita tranne dei graffi e un forte dolore al polso per gli haerbegh.
feci una smorfia.
-stai bene??
m-si, si... ma che è successo?
-una macchina ci è venuta contro...
Era tutto confuso in realtà.
m-come?
non ne avevo idea ma lo scoprirò.
-usciamo... non è sicuro qui dentro...
infatti sentii puzza di benzina.
uscii dalla macchina, ma notai che Mark non usciva.
-mark esci...
m-non ci riesco! sono incastrato...
Era terrorizzato.
merda.
-dove?
m-il mio piede e la porta...
con più forza che pensassi aprii la porta.
mi sbilanciai e caddi a terra.
grugnii all'impatto col terreno del mio culo.
sentii Mark ridacchiare.
gli lanciai un occhiataccia, non era divertente!
Beh forse un po'.
m-mi dispiace... ma è stato divertente...
risi anche io allora.
-dai, tiriamoti fuori da qui... ho mandato un mex agli altri... ci verranno a prendere.
mi alzai e cercai di disincastrare il piede di Mark che gemeva di dolore a ogni movimento.
probabilmente era rotto.
-ancora un attimo...
iniziai a sentire puzza di bruciato e vidi del fuoco.
-merda....
notai Mark vedere anche lui il fuoco e essere ancora più frenetico.
m-ti prego non farmi morire bruciato...
-ci sono quasi...
urlava di dolore, iniziavo a sentire il dolore alle costole e al polso, segno che avevo preso una forte botta che stavo ignorando.
il fuoco ci stava raggiungendo e lo sentivamo sulla pelle.
Sconsolato Mark accetto il suo destino.
m-vai... vai via... non c'è la faremo... È troppo tardi, di a Jackson che lo amo...
Non mi sarei arreso, tirai più forte e la macchina esplose.Angolo autrice
Buon venerdì!!!!!
Run run run
Eccovi un nuovo capitolo....
Sarò così cattiva ad averli uccisi????
Idee?
Commentate stellinate
A venerdì prox
E buona festa della mamma!
Ciao
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still with you
FanfictionEssere nella mafia non è semplice. Esserlo senza le persone che ami può distruggerti o può renderti forte se riesci a trovare persone di cui ti fidi e creare una famiglia, nell'attesa che le due persone più importanti tornino da te e una volta tra l...