cap 33

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cazzo che male!
una volta risolto tutto voglio una vacanza!!!!!
compro un isola e poi vado in vacanza su sta isola.
gemetti di dolore.
aprii gli occhi.
Mark era su di me e stava piangendo di solievo.
a pochi metri da noi, c'era la mia preziosa macchina... o quello che ne resta.
gemetti di nuovo e mi tirai su.
misi una mano sulla testa di Mark e lui alzò la testa.
-siamo vivi...
m-si, ma guarda...
e mi indicò la spalla.
gle l' avevo tolta dall'asse con la forza che ho usato per tirarlo fuori.
rabbrividii e sentii un dolore allucinante al piede.
provai a muovere le dita e le sentivo tutte e si muovevano.
anche le gambe.
Bene!
eravamo pesantemente ammaccati ma vivi e con tutti gli arti attaccati.
voglio una vacanza.
sospirai.
m-dobbiamo aspettare qui?
mi guardai intorno.
notai una macchina che si era  fermata dietro alla mia macchina in fiamme.
non mi sembravano i miei uomini da lontano.
-dobbiamo andare, forza...
Mark era confuso dalla mia voce allarmata.
m-dove? che succede!!!
-te lo spiego dopo... andiamo, non abbiamo tempo...
Mark stava per alzarsi, ma lo presi e lo tirai giù.
m-sono impegnato...
-o vaffanculo...
stavo per spiegarmi ma un proiettile vicino alle mie orecchie mi fece fermare.
cercai nei pantaloni, ma avevo perso la mia Glock.
solita pistola da Gangstar lo so ma mi piaceva.
meno male che avevo ancora la mini pistola negli stivali.
tolsi la sicura e sparai appena vidi un braccio.
sentii un imprecazione.
-muoviamoci...
Non aveva bisogno di altre spiegazioni.
eravamo vicino ad una foresta e stando sempre giù ci nascondemmo tra la vegetazione, ci furono alcuni spari ma ci mancarono.
poveri alberi, ma meglio loro che noi.
all'inizio camminammo in silenzio per mettere più distanza possibile e non farci scoprire.
camminavamo da ore.
la mia caviglia protestava se non mi aveva già mandato a cagare.
Mark si teneva la spalla.
-vuoi che te la metto apposto?-mi fece un cenno affermativo- farà un male cane... pronto?
m-no ma andiamo...
Mark si sedette su un tronco e io mi misi in mezzo alle sue gambe.
gli diedi un pezzo di stoffa.
-mettilo in bocca... se urli e sono vicini potrebbero trovarci... pronto?
m-ancora no, ma andiamo...
-al tre tiro...
mi fece un cenno.
-uno...
presi bene il braccio.
-due...
misi la mano e tirai facendolo urlare di dolore e sentimmo la spalla spostarsi e rimettersi in linea.
-tre...
sputò la stoffa.
m-fack you!!!!
-ti piacerebbe....
ci guardammo e ridemmo.
strappai la mia maglietta e allacciai il suo braccio attaccato al corpo.
m-sai, se volevi spogliarti potevi solo dirlo non c'era bisogno di tutta questa teatralità...
risi e mi rimisi il cappotto.
attivai il GPS dell'orologio.
-ora dobbiamo aspettare...
m-ci troveranno?
-sicuro... hai freddo?
Mark aveva ancora la coperta che lo copriva, era riuscito a tenerla per tutto il tempo.
m-importa?
-si...
m-hai strappato la tua maglietta come pensi tu mi possa aiutare? e non dirmi dandomi il tuo cappotto perché poi saresti tu a morire di freddo e sappiamo entrambi che tu sei più importante di me.
-siamo entrambi importanti...
m-tu forse un po' di più?
-è perché sono un boss mafioso?
m-no... non lo so...
-cosa sai di me?
m-quello che Jackson mi ha detto...
-dimmi... Abbiamo tempo...
m-che sei uno dei boss mafiosi più giovani... ti sei guadagnato Seul e ti sei creato la tua rete di fiducia... hai diversi introiti dal legale all'illegale... sei umano ma non troppo...
a questo risi.
umano ma non troppo mi piace.
-come sei finito da Charlie?
sospirò.
m-è una storia lunga...
-abbiamo tutto il tempo del mondo... dobbiamo aspettare quindi..feci un cenno di proseguire.
m-beh praticamente sono il fidanzato? beh non so se ora Jackson pensa sia ancora così... sono ancora più usato di prima...
Era così triste.
Vedevo lo stesso sguardo di tae e kook a volte quando si guardavano allo specchio.
-sicuramente non gli importa... ti ama... era così sollevato quando lo abbiamo chiamato...
m-davvero?
Speranza.
-si...
mi sedetti accanto a lui e lo abbracciai.
m-mi aveva comprato ad un asta... mi aveva visto sfilare... ero appena arrivato... non ero... molto... usato... non come oggi almeno...
Mark iniziò a piangere.
cercai di consolarlo come meglio potevo.
Parlare di Jackson lo avrebbe di sicuro rallegrato.
-jackson come ti trattava?
lo vidi fare un piccolo sorriso in mezzo alle lacrime.
m-per lui ero un suo pari... anzi, all'inizio mi trattava come se fossi di vetro... ero sempre con lui... mi ha sempre fatto sentire protetto e sicuro... mi sono innamorato di lui e avevo paura che se glie lo avessi detto mi avrebbe cacciato disgustato...
-invece ti amava altrettanto...
Mark mi guardò facendo un cenno.
m-la prima volta che abbiamo fatto l'amore è stato come se fossi stato purificato... non mi sentivo più disgustato del mio corpo... mi sentivo completo per la prima volta in vita mia...
-sono felice per te...
m-prima di essere preso, mi sentivo osservato... avevo più libertà e volevo fare una sorpresa a jackson... mentre andavo in città, mi hanno stordito e quando mi sono svegliato ero tornato in una cella... mi hanno usato... come sacco da boxe dopo che lottavo ogni volta che cercavano di violentarmi...
Jackson non mi guarderà più... beh neanche io mi guardo più in effetti.
mi sento disgustoso...
ricominciò a piangere.
lo strinsi a me.
-non sono molto bravo in questo... Consolare...
m-lo sei abbastanza...
Mark mi appoggiò la testa sulla spalla e ci coprii entrambi col mio cappotto per avere più calore.
speriamo si sbrighino o saremmo morti congelati.

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