Essere nella mafia non è semplice.
Esserlo senza le persone che ami può distruggerti o può renderti forte se riesci a trovare persone di cui ti fidi e creare una famiglia, nell'attesa che le due persone più importanti tornino da te e una volta tra l...
L'incontro con i giapponesi era andato bene. la merce era stata consegnata correttamente e la Yakuza giapponese era felice. una volta concluso l'incontro con una stretta di mano, rientrai in macchina e vidi i mei taetae e koo abbracciati ancora scossi. mi sedetti vicino a loro e mentre tornammo a casa li coccolai. arrivati a casa li accompagnai in camera nostra. -mettetevi comodi... vado a finire un paio di cose e poi possiamo coccolare per la notte. con un cenno del capo da parte loro li lasciai. Dovevo essere veloce. Andai in salotto per le ultime direttive prima che RM e August d partissero per la missione. una volta sistemati loro, entrarono i miei nuovi cinque schiavi. li guardai erano tutti e cinque denutriti, sporchi e sussultavano a ogni rumore e passo. sembravano degli animali selvatici pronti a scappare se ci fosse un pericolo. non avrei mai voluto sapere come erano stati addestrati, e a fare cosa, ma dovevo per curare il loro trauma e iniziare da qualche parte, sia per loro, ma soprattutto per i miei due fidanzati. mi avvicinai a loro. -benvenuti in casa mia.-presi le coperte dal divano e coprii i loro corpi tremanti.-so che vi sentite spaesati e impauriti e voglio assicurarvi che qui sarà tutto diverso... so che non mi credete, ma le azioni lo dimostreranno... so che avete bisogno di ordini per ora... quindi questo è: voglio che, una volta che vi accompagno in camera, voi vi laviate con i prodotti del bagno, vi prendiate cura della pelle, vi darò dei vestiti e poi jin hyung... jin hyung mostrati? jin uscì dalla cucina salutando limitando i suoi movimenti per non spaventarli ulteriormente. -bene, dopo essere puliti jin hyung cucinerà la cena e vi chiamerà. normalmente tutti quelli che abitano questa casa mangiano insieme, ma ci arriveremo... per ora va bene così... nel caso non arrivassi in tempo per controllarvi, una volta mangiato potete tornare nella camera e dormire... ma penso che riuscirò a controllarvi... ora seguitemi... salii le scale,con la coda dell'occhio li vidi seguirmi come cani da compagnia o robot. andai nella camera di fronte la mia, la aprii e entrai. -il bagno è li... se volete potete chiudervi dentro, mentre io vi porto il cambio. mi dispiace ma la porta della camera non si chiude, ma voglio iniziare a conquistare la vostra fiducia e nessuno entrerà... a più tardi... uscii dalla stanza e una volta preso dei vestiti per tutti loro tornai in camera trovandola vuota. sorrisi. Un passo per la buona direzione. So che sarebbe stato difficile, ma sarebbe andato tutto bene... una volta diviso i cinque vestiti, uscii e tornai nella mia camera. aprii e trovai i miei due ragazzi in maglietta e boxer rannicchiati. tremavano ancora, ma sembravano stare meglio. mi spogliai anche io nei boxer e entrai in mezzo a loro tirandoli a me. pelle contro pelle... battito contro battito. rimasi in silenzio per un po'. e pensai a come agire ora. Forse avevo un idea. -nei miei momenti più bui.. prima dei ragazzi o quando non potevano essere con me, mi distraevo inventandomi delle storie, per calmarmi e radicarmi al presente... normalmente erano semplici, perché non avevo la testa per pensare a qualcosa di troppo complesso, ma ora posso provare... vi va? t-non vuoi sapere? -ora?-notai quanto entrambi stavano scivolando -ora non penso riuscireste a sopportarlo... È così fresco... k-tu non sai cosa possiamo o no sopportare... Koo mi disse in viso sprezzante. -vero... ma la vostra mente è troppo ferita per gestirlo adeguatamente... quindi domani, se state meglio e ve la sentite, ne parliamo... ora volete una storia? sentii koo letteralmente mettersi comodo con la testa nascosto nel mio collo, le gambe incastrate tra me e tae. anche tae si mise comodo, lui con la testa sulle mie gambe e la mia mano che gioca tra i suoi capelli. entrambi al sicuro, finalmente tra le mie braccia, nessuno gli farà più del male non se io posso fare qualcosa per impedirlo. Continuavo a pensarlo. Speravo fosse vero. Ma a volte non tutto va secondo i piani. -c'era una volta, due fratelli che erano sempre soli... un giorno un loro amico, gli regalò un gatto calico di cui si innamorarono immediatamente. per paura che il loro piccolo animale potesse scappare lo crescerono sempre in casa. il povero gatto guardava spesso fuori dalla finestra sognando il mondo e la libertà... un giorno la luna, quando questo piccolo gattino desiderò di uscire a esplorare, gli regalò l'opportunità. il gatto la mattina dopo si svegliò con sembianze umane. i primi tempi fu difficile ad abituarsi ma ancora più difficile non innamorarsi di entrambi i suoi padroni e uscite per scoprire il mondo. alla fine smise di lottare sui suoi sentimenti e tutti e tre si amarono intensamente prima che il loro gatto ritornasse alla sua forma animale. dopo quasi un anno la luna curiosa di sapere dei progressi del gatto lo cercò e quello che vide lo lasciò sorpreso e ferito. il gatto non aveva esplorato come aveva desiderato, ma amato i suoi proprietari, così furiosa per la presa in giro, tolse il desiderio e la mattina dopo il piccolo gatto era tornato animale. i due proprietari piansero nella sua pelliccia e il piccolo si sentì sempre peggio ed entrò in depressione per la colpa della loro tristezza, preoccupando entrambi i suoi padroni. per il compleanno del piccolo gattino la luna pentita del suo scatto d'ira e per rimediare al dolore, chiese al gatto una scelta: avrebbe potuto tornare umano e stare con i suoi padroni, ma non poteva mai uscire dalla proprietà della casa o sarebbe ritornato un gatto. così il gatto accettò e le cose tornarono apposto. certo fu difficile all'inizio, ma avevano l'un l'altro e grazie alla tecnologia che dava l'opportunità di esplorare senza uscire di casa, il piccolo gattino non si sentì più intrappolato, ma libero di esprimere il suo amore. fu difficile anche per i suoi compagni, tanto che molti loro amici si allontanarono da loro per le loro stranezze, ma con i veri amici che rimasero si rafforzò il loro legame... fine... quando li guardai li trovai addormentati, ma entrambi con le lacrime agli occhi. Speravo non per la giornata ma per la storia. spero di essere riuscito a rilassarli e a radicarli alla realtà. rimasi li per un po' ad osservarli dormire, ed a coccolarli facendoli cadere sempre di più in un sonno profondo dalla sicurezza del nostro calore e conforto. alla fine sicuro che entrambi erano nel mondo dei sogni felici, mi districai. uscii silenziosamente dalla stanza e scesi in salotto a guardare i nuovi arrivati, ora ripuliti che mangiavano tranquillamente il cibo leggero di jin hyung. notai che mi avevano già sentito anche se ero stato silenzioso. mi sedetti facendo cenno di continuare il loro pasto. li guardai mangiare e li osservai. erano veramente molto più piccoli di noi, anche se erano dei giganti. erano molto belli anche così maltrattati. ad un certo punto vidi il ragazzo che assomigliava a koo guardare il mio peluche a forma di orso. vidi i suoi occhi brillare e poi notando il mio sguardo ritornare inerte. mi alzai e presi il mio elefantino avvicinandomi a lui. -ti presento proboscide...lo so il nome non è il massimo ma rinquora molto... lo vuoi? lo allungai e aspettai. il ragazzo mi guardò e guardò il peluche, nel frattempo anche gli altri finirono di cenare e ci guardarono interagire, non sicuri di cosa fare. Esitando allungò la mano e lo prese abbracciandolo stretto. -come ti chiami? s-sobin bin sooobin... aveva una vocina piccola e carino. li guardai tutti e anche gli altri guardarono il peluche come se fosse la cosa più preziosa. -da oggi io e proboscide vogliamo essere vostri amici... volete essere nostri amici? aspettai paziente la loro risposta, quando sobin diede l'elefante a uno di loro per poi lanciarsi su di me urlando papà. li ero sicuro di aver preso un po' di fiducia. Capii anche che per superare le torture usavano il gioco dell'età. presi un sobin piangemte tra le braccia e stavo per cullarlo, per calmarlo quando sentii un botto allucinante e koo mi tolse sobin dalle braccia. k-lui è il nostro papà non il tuo... o merda. non avrei mai pensato che koo, girandomi a guardare le scale, anche tae, usassero lo stesso modo di coping. ma capivo l'azione. Per alcune persone era rinfrescante, rigenerante e senza stress. ci avevo provato anche io una volta, ma inutilmente, mi stressava di più del normale. Col tempo avevo capito che non era il mio ruolo, mentre mi sentivo più a mio agio come padre o cavergee, perché ha il controllo di tutto, ma soprattutto perché nessuno, guardandomi, penserebbe che scherzare con me volesse dire morte. la tensione nella stanza era alle stelle e capii che dovevo fare qualcosa. E velocemente.
Angolo autrice Spero vi piaccia...
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