THE PENDANTS || CEO Todoroki

Capitolo 1

[ Shop ] 0.1

"Odio il lunedì, ogni giorno sempre lo stesso loop, almeno tu fai cose più interessanti e originali." Sbottò Mirai, mentre accompagnava Ayako per un'altra noiosa settimana di lavoro.

Era la sua migliore amica e ci bastò poco per non farle più separare dal loro primo incontro, ormai condividevano di tutto.
Si erano separate per andare in liceo differenti, ma ciò non era stato capace di allontanarle per sempre
"Non dico che la penso come te ma... sai, alla fine mi tengo occupata fin quando non riceverò una lettera che mi darà il via ad un lavoro più pagato"

Mirai, camminando, si legò i capelli in una coda bassa e puntò i suoi occhi rosa verso l'altra con sguardo accorato.
"Secondo me dovresti mantenere la bijoux, non tutti hanno questa fortuna di creare gioielli" si fermò, osservando il piccolo negozio- ma carino e ben attrezzato- della sua amica, lasciando trasportare le labbra in un piccolo sorriso.

"Gelosa, eh?" le domandò Ayako con un ghigno, portando solo entrambe a ridere all'unisono.

"Sì! Dico sul serio Misumi! Pensa prima di abbandonare un lavoro che porti sulle spalle dall'università. Se poi l'agenzia rifiutasse la tua richiesta? Puff, hai perso entrambi i lavori!"

Ayako si morse il labbro, gettando l'occhio verso l'entrata: Mirai aveva ragione, doveva solo sperare il meglio per la sua carriera.
"Oh cielo, spero solo in una buona notizia" pensò.
"Solo una"

Scosse delicatamente la testa, sottraendosi via da ogni pensiero
"Sì...si devo pensarci bene." Le rispose dopo qualche minuto, notando l'amica mettere le mani nei jeans, pronta a cambiare strada.
"Questo è lo spirito giusto!" Ridacchiò "Beh, sei arrivata, divertiti a lavorare!"
"Oh, certo che lo farò!"
-"Nonostante mi sia svegliata storta questa mattina"-

Con passo deciso, entrò nel suo negozio. La porta del campanello suonò quando spinse la maniglia. L'aria calda della stanza non esitò ad arrivare.
Prese il telefono e si sistemò i capelli in una coda disordinata
"Bene..." espirò, stringendo l'elastico fra le dita pallide.

"mettiamoci al lavoro"