Capitolo 19

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[ minacce in ufficio ] 19

Le loro labbra non volevano staccarsi, le lingue giocavano frettolosamente l'una con l'altra, volevano di più. I cuori accelerarono di mille battiti: Passione, amore, ansia perché da un momento all'altro si sarebbero potute aprire le porte dell'ascensore, scatenarono in Ayako quel brivido freddo e poi caldo che attraversavano ogni cellula del suo corpo.
Shoto si staccò da lei, allentando la cravatta, riusciva a sentire il suo ringonfiamento premere fortemente contro la coscia
"alza le braccia"
Lei era nell'estasi più totale, ma a quell'ordine ridacchiò: era buffo sentito da lui, non sembrava più l'Hero apatico e innocente che si vedeva in televisione
"Perché? Che vuoi fare?"
"Tu fallo"

Ayako alzò le mani, Shoto le morse il labbro, per poi scendere fino al collo, facendola gemere. Le dita accarezzarono il suo mento mentre con l'altra mano si sfilava la cravatta per legarle i polsi, ma quando sentirono l'ascensore fermarsi, si staccarono come due saette. I loro muscoli imploravano di continuare: era come allontanarsi da un fuoco ardente, ma le porte dell'ascensore si aprirono, mostrano la vista delle stanze degli uffici e i tanti colleghi che camminavano avanti e indietro con passo deciso, tra documenti e chiamate di salvataggio.

Il bicolore mise le mani in tasca, lasciando la cravatta slacciata. Con un finto colpo di tosse attirò l'attenzione di Ayako. Sembrava che stesse per dire qualcosa, visto che sembrava tutto d'un tratto imbarazzato
"Tra una settimana andrò a una cena di famiglia e...ehm,Fuyumi , mia sorella, vorrebbe conoscerti. Ci sarai vero?"
Ayako inarcò sorpresa un sopracciglio e gli rivolse un sorriso dolce "Hai parlato a tua sorella di me?"
Todoroki guardò altrove grattandosi la nuca "Solo a lei e Natsuo, mio fratello"
Lei si morse il labbro continuando a sorridere, il bicolore riposò lo sguardo verso di lei "Quindi è un sì?"
Ayako si guardò intorno, poi si mise una mano al lato delle labbra sussurrando "Ci sarò sicuramente!"
Lui sorrise, e non smise fino a quando non appoggiò la schiena contro il muro dell'ascensore facendo dei passi all'indietro e premere uno dei tanti numeri dei pulsanti, lasciando che si chiudessero le porte.

Ayako ritornò in ufficio e poggiò sul tavolo la borsa che aveva lasciato vicino la scrivania, prendendone uno specchietto per sistemarsi il trucco leggerissimo che aveva messo quella mattina.
Ad un tratto sentì un rumore di tacchi che si avvicinò sempre di più a lei, Ayako si alzò trattenendo il respiro quando vide una massa di capelli biondi bloccarle la strada, la ragazza in questione preparò un sorriso falso
"Misumi, da quanto tempo. Non ci vediamo dall'anniversario fra me e Shoto, giusto?"

Catline. Era venuta con quell'aria autoritaria, voleva sicuramente qualcosa da lei, ma Ayako le avrebbe retto testa
"Se cerchi Shoto è ad una riunione e finirà verso pomeriggio" rispose con tono fermo, ma era una bugia: in realtà avrebbe finito un'ora dopo, ma non voleva che Catline si avvicinasse di nuovo a lui.
"In realtà è te che cerco, 'Ayako'. Ma dimmi come mai hai tutto il viso arrossato e i capelli leggermente spettinati?" rispose esaltando il suo nome e mettendo in risalto la situazione in cui si stava trovando prima in ascensore
"Anche io sono impegnata al momento, ci vediamo Catline" continuò Ayako prendendo la sua borsa e camminando verso l'uscita, ma si fermò alle ultime parole impreviste di Catline
"Quindi sei la sua nuova ragazza, direi che è fantastico, no?"
Si girò improvvisamente verso la bionda, si sentiva la gola asciutta "Come lo sai?"
"Come potrei non saperlo, me lo ha detto lui! Ma infondo non ha importanza perché tra un giorno all'altro tutto il Giappone lo saprà"
Catline e Shoto avevano...parlato?

Ayako strinse forte la borsa sulle spalle, Catline la guardava impaziente di una risposta: il sorriso stampato in faccia implorava di una grande voglia assetata di sangue, di guerra.
"Quando avete parlato?"
"Ci siamo scambiati dei messaggi." Subito dopo mise le mani sui fianchi stretti, avvicinandosi di nuovo a lei "Misumi, te lo dirò direttamente: Shoto non ha bisogno di una come te. Tu non lo conosci veramente"
"Invece sì che lo conosco e forse anche meglio di te, tu gli hai fatto sopportare più di quello che ha già sopportato in passato!"
Catline trattenne una risata, rimanendo calma e sfidandola sempre più pericolosamente "Smettila di fare la finta innocente e carina solo per avere i suoi miliardi. Tu da lui vuoi solo soldi"
PAFF!
Il palmo di Ayako colpì rumorosamente la guancia di Catline che rimase immobile con il volto di lato
"Io non sono come te. Qualcunque cosa ci sia fra me e Shoto non deve fregarti un cazzo. Né ora...né mai."
Quelle furono le ultime parole che disse prima di divarcare l'uscita con passo veloce e furioso, lasciando la ragazza a massaggiarsi la guancia nel suo ufficio.

Una settimana passò in fretta. Dall'ultimo incontro con Catline, Ayako non faceva altro che pensare a tutto quello che le aveva detto. Forse era meglio non pensarci proprio mentre stava andando alla cena di famiglia dei Todoroki
Stava aspettando nel suo vecchio appartamento dove ora viveva solo Mirai: a quanto le aveva raccontato, Matt stava vivendo a casa sua ma per aiutare il padre con il lavoro.
Quando il campanello suonò, Ayako si precipitò dalle scale lasciato la sua amica spiazzata
"Si può sapere dove vai con tutta questa eleganza? Cavolo non ti vedo conciata così da...non so quanto!"
Lei si limitò solo a sorridere, mentre girava la maniglia della porta per aprirla.
Quando aprì la porta, si trovò davanti a uno Shoto dalla camicia nera leggermente sbottonata e una giacca blu-scuro, che si abbinava perfettamente al suo outfit.
il bicolore non le staccò per un secondo gli occhi di dosso "Stai...benissimo" disse osservando il suo vestito corto e bianco con dei lacci sulla schiena.
Ayako continuò a sorridere imbarazzata, pronunciando con fiato corto un "grazie" quasi indecifrabile prima di girarsi di nuovo verso Mirai, che era rimasta a bocca aperta nel vedere il tutto.
"Ok...io- cosa sta succedendo, anzi no, non dirmelo! Vai e poi mi racconterai TUTTO!"  Disse l'amica esaltata, lasciando andare fuori i due.

Dopo essere usciti, Ayako si ritrovò dinanzi la macchina parcheggiata di Shoto, ma questa volta c'era un autista ad aspettarli. Notò che lo sportello dei sedili di dietro erano già aperti per loro.
"Pronta?" Chiese lui rivolgendole un'altro lungo sguardo, prima di metterla sottobraccio in modo elegante
"Pronta"

THE PENDANTS || CEO TodorokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora