Capitolo 30

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[ the day after ] 30

Ayako si svegliò di scatto, cercando di capire perché il suo cuore non smetteva di battere a pieno ritmo.
Si strappò le coperte di dosso e si tirò su con la schiena, non si era mai sentita così male.
La stanza era buia, leggermente illuminata dalla luce di prima mattina sulla finestra, e anche una soffusa accanto al letto in pelle sintetica bianco su cui stava dormendo. Le pareti erano sulle sfumature del grigio e tutto in quella stanza era in perfetto ordine.

Continuò a guardarsi intorno, completamente conturbata:
In che posto si trovava?

Lo sguardo finì automaticamente contro il pavimento, dove giaceva il vestito spiegazzato che aveva indossato la sera prima. Un abito da più di mille yen che sarebbe dovuto essere su una stampella imbottita, era invece gettato a terra.
Cercò di di alzarsi per raccoglierlo, ma la testa non glielo permise, costringendola a ricadere sul materasso.
Gli avvenimenti della sera prima la colpirono violentemente.
Ricordava cosa aveva detto a Shoto sulla sua cicatrice.
Ricordava anche che l'aveva afferrata in tempo prima che cadesse, reggendola fin quando non arrivarono nella sua macchina.
Rammentò di tutto quello che aveva combinato.
Ma la cosa peggiore era che aveva convinto Catline a fidarsi di lei, solo per una notte, e lei non era riuscita ad aiutarla.

"Non posso crederciii" si lamentò con tono sommesso per poi premere le mani sulla nuca, cominciando a piangere.
"Non farlo" una voce si levò dall'altra parte della stanza. Alzò la testa di scatto, e vide Shoto abbandonato su una sedia. Era distrutto, stanco, forse alterato ed era seduto il più lontano possibile da lei.
"Ho sopportato abbastanza, non piangere."

Deglutì. Non sapere su dove posare lo sguardo fra le cose nella stanza era anche più stressante del dolore lancinante nella testa.
"Come sono finita...". Guardandosi, notò di avere indosso solo la biancheria e una giacca nera poggiata sulle gambe.
Shoto inarcò un sopracciglio stremato, come se avesse importanza che la vedesse seminuda.

"Ieri sei svenuta. Quindi ti ho portata a casa e ti ho lasciata dormire nella stanza degli ospiti..." il bicolore alzò lo sguardo con indifferenza "Tuttavia, non credo che dormire insieme sarebbe stata una buona idea".
Ayako lo osservò, sentendosi più miserabile ad ogni suo movimento.
"Ricordi qualcosa?" continuò lui, poggiando le mani sulle ginocchia.
"Ricordo...che ho voluto aiutare Catline e sua zia con l'asta...e lei mi ha offerto di-"
"Non è necessario che tu lo dica" la fermò "So cosa avete fatto, non era la sua prima volta, ma la tua "
"Come lo sai?" Sussurrò, tirandosi un po' più su, e Shoto si limitò di nuovo a sollevare un sopracciglio
"Intuito."

Tacquero per qualche secondo, poi lui riabbassò la testa, indicando con gli occhi che vicino a lei aveva poggiato un bicchiere d'acqua. Ayako capì subito che era per lei.
Inspirò lentamente, prendendo il bicchiere di vetro, ma ci ripensò subito, poggiandolo sulla mensola.
"Non ho bisogno di-"
"Voglio che tu te ne vada, Ayako" la interruppe bruscamente, e la sua espressione non sembrava affatto rilassata, non stava scherzando.

Ayako sgranò gli occhi. Quelle parole la devastarono, ma guardandolo, si accorse che anche lui era distrutto.
"Ieri sera ho avuto la conferma opposta di come ti credevo veramente" Shoto la fissò "A quanto pare, sei come tutti gli altri"
"Questo non è vero!"
"No?"
"No!"
"Allora perché ti fai mettere i piedi in testa? Perché ti lasci sottomettere da tutti?!" Replicò lui, lanciandole un'occhiata tagliente.
"Cosa...cosa stai tentando di insinuare?!"
"Che la mia presenza ti sta cambiando, Ayako"
Lei rimase in silenzio.

"La mia presenza ti porta a combinare casini"
Lo pensava davvero?
"Mi stai facendo uscire pazzo" affermò lentamente.
"Quindi voglio che tu ne vada, Ayako" Dopodiché Inspirò, notando l'espressione scossa della ragazza.
"Bene, allora lasciami andare" Lo incitò, prima di fermarsi improvvisamente "Ma se..." continuò, attirando la sua attenzione
"Supponiamo che non ti ascolti...cosa faresti?"
Shoto si alzò, con le mani infilate nelle tasche, la camicia dello smoking sgualcita e fuori dai pantaloni.
"Allora non so a che livelli estremi potrei arrivare"

Ayako tacque per un lungo momento, sentendo le guance bollire.
"Tu mi vuoi lontana da te perché ti faccio uscire pazza?"
"Non pensare che la cosa mi piaccia, Ayako"
Shoto ricadde sulla sedia, la sua espressione alterata non si tolse dal viso nemmeno per un'instante "la nostra relazione non-"
Ayako scosse la testa "Io non credo che la nostra possa definirsi relazione"
Shoto la guardò un'espressione irriconoscibile, gli attraversò il volto. Andò a sedersi ai piedi del letto e lentamente, fece scivolare il suo pollice fra le labbra della ragazza, che si unirono dal più lieve dei contatti.
"Non voglio farti del male" disse lui a bassa voce, accarezzandole il labbro. Ayako per un momento fu assorta al tocco, ma sapeva che non sarebbe durato a lungo. "Non voglio farti scoprire parti di me di cui...potrei pentirmi"
"Con quante ragazze sei stato?" Gli domandò all'improvviso sussurrando, bloccando il bicolore.
"Solo alcune"

"Quindi se me ne andassi proprio ora non ti mancherei. D'altronde, sei abituato a manipolare le persone come me, vero?" Domandò Ayako, alzando lo sguardo

Shoto tacque, ricominciando a sfiorare con le sue fredde dita le labbra di Ayako, avvicinandosi sempre di più
"Devo lasciarti andare"
"Allora fallo"

Rimasero a lungo in silenzio: Ayako cercava di non sussultare mentre il suo corpo lottava contro le sue stesse lacrime.
"Facciamo finta che...la nostra relazione non sia mai cominciata"
"E mai finita" continuò Shoto la sua frase,  e lei annuì.
Lui ritirò la mano e si alzò, incontrando i suoi occhi per un brevissimo instante.
Ayako cominciava a pensare che tutto era stato uno sbaglio, tuttavia, la loro storia era cominciata con dei ciondoli e un ti amo nell'ufficio, mentre c'era ancora una ragazza bionda fra di loro.
Il messaggio era chiaro, la corda si sarebbe dovuta spezzare un giorno.

Shoto si fermò sulla soglia, voltandosi a guardarla
"Non hai ancora abbastanza forze, Misumi", e a sentire il suo cognome, Ayako si sentì cadere a pezzi.
Quindi erano davvero ritornati sul punto di partenza?
"Ti farò portare qualcosa per colazione, cerca di riposare. Chiamerò un taxi per riportarti a casa"
Ayako udì il rumore della porta chiudersi con forza.
Non poteva credere a cosa aveva appena fatto: era stata lei a voler finire tutto, e Shoto l'aveva assecondata. 
Non poteva rimanere ancora lì dentro, i muscoli glielo impedivano, ma lei doveva sforzarsi a scendere da quel letto una volta per tutte.
Si tirò su, bevve l'acqua in un sorso solo e sentì il liquido fresco attenuarle il bruciore alla gola. Notò degli indumenti su un cassetto aperto. Li indosso con calma, prima di staccare un foglio da un blocchetto e scrivere con mano malferma:

-Nᴏɴ ᴠᴏʟᴇᴠᴏ ᴅɪꜱᴛᴜʀʙᴀʀʟᴀ ꜱɪɢɴᴏʀ. ꜱʜᴏᴛᴏ, ɢʀᴀᴢɪᴇ ᴘᴇʀ ᴛᴜᴛᴛᴏ, ᴄɪ ᴠᴇᴅɪᴀᴍᴏ ᴀ ʟᴀᴠᴏʀᴏ.

ᴄᴏɴ ᴀꜰꜰᴇᴛᴛᴏ, ᴀʏᴀᴋᴏ-

THE PENDANTS || CEO TodorokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora