[ Velleità ] 36
Ayako era seduta su una piccola poltrona bianca, con la mente altrove. Vicino una delle tante finestre della sua vecchia casa d'infanzia. La madre, seduta dinanzi a lei, la osservava con quella particolare attenzione, tanto da poter capire ogni suo pensiero, ogni sua preoccupazione.
"Quindi ora come vorresti fare?" Domandò la donna, cambiando discorso.
"Per la collana dici?" Ayako sospirò, intrecciando nervosamente le dita l'una con l'altra.
"Beh, la mattina ritornerò alla bijoux e il pomeriggio potrò stare con te""Tesoro, così rendi solo la tua vita ancor più complicata"
"Fa niente, sono solo tre giorni. Mi piace stare qui!"
"In questa città?"
"In questa parte della città!"
In realtà...non le piaceva per niente.Però quella mattina sarebbe voluta rimanere in quel bagno, tirare avanti al suo capo quelle parole peculiari, ma oramai era troppo tardi.
Voleva il suo tocco, il suo profumo, ogni cosa. Nonostante non riuscisse a reggere quel suo carattere così enigmatico, scuro, profondo.Si giurava e sperava ogni volta di non sprofondare dentro i suoi occhi e scoprirne gli abissi.
Poi...Poi ci ricadeva ogni volta.Quindi scappava come lui aveva fatto con lei la prima volta, rigirando le carte.
O meglio, come diceva sua madre...
Scappando dal cuore.
Quell'organo così vitale, e pur così importante, che non avrebbe mai aiutato nelle azioni, nel premere il grilletto e rivelare ogni sensibilità.Una vibrazione del telefono fermò ogni pensiero. Prese il telefono, osservando la notifica.
Mina...
Ma quando con l'indice premette sull'icona, se ne pentì subito dopo.
"Oh mio Dio!"
Un tremolio si fermò lungo il suo corpo:
aveva letto correttamente?"Mamma" la richiamò. Ayako si alzò dalla poltrona, strofinandosi gli occhi con il tessuto della manica.
"Io-io vado a dormire!".
"Oh...ok, tutto ok tesoro?"
Ma lei non rispose, lasciando che gli occhi della madre la ispezionassero e che il silenzio invadesse la stanza.Ayako chiuse la porta dietro di se, il suo corpo sembrò d'improvviso indebolirsi. Cadde libera sul letto.
Era ancora profumato da ricordi, innocenza, dalla se stessa in miniatura che sperava di vivere come nelle favole.E poi i ricordi si spensero al suono di una seconda notifica.
Il telefono era a un millimetro da lei, ma il primo messaggio non faceva che rimbombarle nella testa.Mina |
-Preparati! Domani ti passo a prendere. La casa di Catline ci aspetta!- Lei non sa niente ma sono sicura che farà i salti di gioia nel sapere che creerai un altro ciondolo! Ok ok, ora ti lascio perdere.
A domani!! 🙈Oh certo, salti di gioia quando l'avrebbe uccisa con un mitra.
-Dio solo sa quanto vorrei ritornare nel mio appartamento e non vedere mai più la faccia di nessuno-
Dormire era quello che voleva per il resto della serata.
Si tolse la maglia, mettendo la parte sopra del pigiama: una camicetta leggera bianca e dai puntini azzurri.
Tolse i pantaloni, ma subito dopo...
"Che cavolo" imprecò, prendendo in mano il pezzo sotto del pigiama:
Un'enorme buco dominava ogni regione del tessuto.Quel pezzo di stoffa si era oramai trasformato in uno straccio, come se un cane dalle zanne affilate ne avesse distrutto ogni centimetro.
Girò gli occhi disperata, non aveva portato altri pigiami.
"Ma sti cavoli!" Sbuffò, lasciando perdere.
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THE PENDANTS || CEO Todoroki
FanfictionAyako Misumi ha ventitré anni, un ragazzo di nome Matt e una vita tranquilla. Ma viene improvvisamente sconvolta quando il famoso CEO miliardario, nonché il Number Two Shoto Todoroki, entra nella sua bijoux in cerca di una collana per il suo annive...