Capitolo 21

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[ Dance? ] 21

"Smettila di picchiarlo! Ha solo cinque anni!"
"Non intrometterti!" il rumore di uno schiaffo rimbombò nella casa. Shoto alzò lo sguardo, le figure dei genitori dinanzi a lui scomparirono e ad un tratto vide nero. Come un glitch, si ritrovò nella cucina della sua vecchia casa d'infanzia, dove una voce femminile nel suo orecchio lo richiamò "tu vuoi diventare un eroe...Shoto?"
"Mamma-"
Domandò guardandosi intorno, non trovando nessuno.
Ma pronunciando quella parola, il rumore di una teiera cessò ogni risposta, la figura della madre comparì davanti a lui con una bollitore in mano, continuando a fissarlo come se fosse impazzita
"Vuoi diventare un eroe...Shoto?"

"Shoto!"
Ayako si avvicinò al viso del bicolore preoccupata, prendendolo tra le mani.
Shoto non smetteva di muoversi nel sonno, negando cose senza motivo, ma quando sentì pronunciare la parola 'mamma', capì cosa stava sognando...
"Ehi, ehi ci sono io, tranquillo! È solo un sogno" tentò di consolarlo, giocando con i suoi capelli. Due dita di Shoto accarezzarono la sua guancia, mentre lui continuava a dormire
"Non lasciarmi..."
Ayako lo guardò colpita "Cosa..."
"Ti prego" ripetè pregandola, riprendendo fiato un'ultima volta "ti prego... non lasciarmi"
Ayako sorrise, lasciando che le continuasse ad accarezzare lentamente la guancia
"Non ti lascerò per nessuna ragione al mondo, te lo prometto" e lentamente, gli scoprì la fronte dai capelli per poggiarci le labbra, prima di mettere la testa sul suo busto e richiudere gli occhi.

Il barbaglio intenso del sole fece mugolare Ayako, costringendola ad alzarsi e strofinare gli occhi ancora assonnati. Mise a fuoco la vista,scoprendo con sorpresa che c'era solo lei sul letto.
"Uh? Shoto?"
Si guardò intorno, trascinandosi nei pensieri della notte prima che le fece scappare un piccolo sorriso.
Senza porsi altre domande si tolse la maglia bianca di Shoto che copriva solo l'intimo, mettendo il vestito della sera prima lasciato a terra. Scese dal letto e andò verso la cucina, trovando il bicolore a cucinare qualcosa con in sottofondo della musica trasmessa in TV.
"Sai cucinare? Questa mi è nuova"
Il bicolore si girò sorpreso. Ayako si avvicinò ai fornelli per sbirciare
"In realtà non sono molto bravo, ma volevo farti dei pancake"
"Stai cucinando per me?"
"Mh. Voglio farmi perdonare per ieri"
"Ieri? Ma tu non hai fatto niente ier-"
"Hai detto che volevi di più dalla nostra relazione e voglio dartela. I pancake sono solo l'inizio della nostra giornata"

Sentì il cuore sciogliersi, forse anche più di quei pancake!
"Ti adoro, Shoto Todoroki" mormorò sorridendo e dandogli un bacio sul lato del collo, avvicinandosi poi al suo orecchio "E buongiorno"
Shoto continuò a muovere la pentola, sorridendole dolcemente "Buongiorno anche a te"
Ayako si sedette, osservando I pancake ormai pronti: avevano un odore cosi invitante che avrebbe potuto mangiarne a migliaia.

E mentre faceva colazione, canticchiando la canzone in sottofondo, Shoto si alzò porgendole la mano. Ayako lo guardò confusa
"Perché non la balliamo? Per rimediare quella volta all'asta"
Fissando la mano per qualche secondo, sorrise, ed accettò l'invito, lasciandosi trascinare dalla musica e dalle braccia del suo compagno, che la attirò a se sorridendo.

"Shoto, non credo di saper ballare"
"Neanche io sono capace"
Le loro mani sinistre si intrecciarono l'una con l'altra, Ayako posò la mano destra sulla sua spalla e lui sulla sua schiena per tenerla più vicina. Un passo indietro, poi uno avanti, poi un'altro indietro ancora e il soggiorno sembrò roteare, non fece a meno di mordersi il labbro seguendo il ritmo della musica e quegli occhi del bicolore così dannatamente accattivanti e rari: uno grigio e uno azzurro, erano perfetti.
E dopo aver fatto una piroetta, Shoto la riportò a se, baciandola dolcemente.

Quando però Ayako poggiò le mani sulle guance del bicolore, lui le bloccò una mano con sorpresa, facendole notare che aveva toccato l'ustione, di nuovo.

"Io- scusa non volevo"
Shoto non rispose, guardandola con sguardo arcano, quasi complicato
"Devo andare a ritirare una macchina che avevo richiesto. Ritornerò fra poco..."
"Io ho la bijoux che mi aspetta tra qualche ora"
Shoto lasciò la presa, sembrava aver notato il tono freddo con cui si era espresso e si addolcì di nuovo
"Vuoi un passaggio?"
"Tranquillo, ho imparato ad avere meno paura dell'autostrada ora"
"Perfetto" disse dopo un paio di secondi prima di metterle una mano fra i capelli. Ayako pensava che le avrebbe dato un bacio sulle labbra, ma invece, la baciò sulla fronte, lasciandola da sola nel soggiorno, proprio mentre la musica smise di suonare.

Entrò nella bijoux, sembrava fosse passata una vita da quando doveva mettere piede nel negozio, o forse lo era?
Ayako si fissò allo specchio, ora si era cambiata: i capelli legati con una mollettone, jeans e una camicia larga potevano farla sembrare troppo squinternata, ma sarebbero stati più comodi per lavorare.
Dopo un secondo il telefono inizia a vibrare.
"Ma dove cavolo ho messo la borsa?" Impreca freneticamente, trovandola subito dopo sul bancone bianco, letteralmente davanti a lei
"Oh..."

La scritta 'mamma' apparve sul telefono e dopo qualche secondo di riflessione, accettò la chiamata.
"Ciao mamma"
"Ciao tesoro. Beh? Non devi dire nulla a tua madre del tipo 'io e il mio capo siamo ufficialmente insieme?'"
Ayako spalancò gli occhi scioccata
"Si ma- tu come...?"
"I segreti della mamma! Ma avrei sperato che me lo avresti detto tu. Davvero, sono stra felice per te, Ayako"
"Grazie, mamma." mugulò a bassa voce, ci fu un momento di pausa.
"Ayako..."
"Hm?"
"Non è come lo pensavi?"
Ayako inspirò, gli occhi iniziarono a bruciare e non riuscì a smettere di sbattere gli occhi. Riusciva a sentire le ciglia diventare bagnate. Perché d'un tratto si comportava così?!
"Ma certo mamma mi fa stare benissimo, è perfetto solo che...alcune volte mi sento come se riuscissi sempre a rovinare tutto"
Poteva intravedere la madre sorridere dal cellulare, si chiedeva cosa stesse pensando
"Amore, per qualcunque cosa lo sai che ci sono vero?"
Ayako rigirò una penna fra le mani, poggiando i gomiti sul bancone, proprio mentre sentì la porta del negozio aprirsi
"Lo so...scusa, ora devo lasciarti. Si... ti voglio bene anche io...ciao"

E quando spense la chiamata, decise di alzare la testa per vedere chi fosse entrato. Ayako si fermò attonita
"Matt?"

THE PENDANTS || CEO TodorokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora