41° CAPITOLO

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Pov's Emily
Erano passati, si e no, solo dieci minuti e avrei tanto voluto uscire dalla stanza, a costo di buttare giù la porta.

Regnava il silenzio.

Lui se ne stava in un angolo e io nella parte opposta alla sua.

Poche volte ci era capitato di incrociare gli sguardi, ma entrambi avevamo interrotto il contatto visivo subito.

Provai ancora una volta ad aprire la porta, ma nulla.

"A meno che tu non abbia la chiave, non la puoi aprire. È inutile che ci provi."

"Sai desidero così tanto uscire da queste quattro mura per non vedere la tua faccia, che dimentico quanto tu sia insopportabile" lo guardai con un sorrisetto e poi distolsi lo sguardo.

"Stronzo.." sussurrai.

"Ci sento"

"Stronzo due volte"

Lo sentii sbuffare e non disse più niente.

Chi tace, acconsente.

Passò più di un'ora e vidi, dalla finestra, il sole tramontare.

Ero seduta allo sgabello del pianoforte annoiata mentre lui era rimasto tutto il tempo nel suo angolo.

Non si era mosso.

Forse perché stava rispettando la scelta che nessuno doveva toccare niente in quella stanza oppure non ne avevo idea.

Ma la seconda opzione era più probabile.

"Credo che non ci faranno uscire a meno che non parliamo."

Mi misi dritta e mi voltai a fissarlo.

"Non ho niente da dirti."

"Lo so"

"E allora di che cosa dobbiamo parlare? Di quanto sei infame o di come usi la gente a tuo piacimento?"

"Sta zitta. Mi pento di averlo solo proposto, se volessi essere insultato da te preferirei buttarmi dalla finestra."

"Vuoi che te la apra? Ma sarebbe uno spreco buttare l'opportunità di vita che ti è stata data e non godertela con la tua collega.."

"Astrid non è la mia collega."

"Ah già.. Scusami.. Ti piace più fidanzata o futura signora Piton?" lo guardai male sentendo la rabbia riaccendersi.

Era inconcepibile come quell'uomo sapesse farmi innervosire nel giro di pochi secondi.

Lo odiavo.

Tanto.

"Fanno orrore entrambi se lo vuoi sapere." sussurrò.

"Già.. Allora cos'è? Una cara amica? Sai.. Il giornale diceva altro."

"Ora sei tu che non vuoi capire."

Si staccò dalla parete e si avvicinò.

I raggi del sole che filtravano dalla finestra, risplendevano nei contorni della sua figura alta e austera.

Ancora una volta dovetti combattere per reprimere la scossa di brividi che mi provocò.

"Capire, cosa? Che sei un bastardo? Lo avevo già intuito di mio"

"Ti ho detto molte volte di non parlare di cose che non conosci." scandí pericolosamente e, con uno scatto fui attaccata alla parete intrappolata dalle sue mani  che mi bloccavano ai lati delle braccia e una sua gamba bloccata tra le mie.

Light On Truth 2: ᴀʀᴅᴇɴᴛɪ ᴠᴇʀɪᴛÀ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora