Pov's Emily
Decidemmo di dare la notizia agli altri il giorno seguente, ormai era notte fonda.
I tre erano sotto sedativo e sembravano dormire tranquillamente.
I parametri erano stabili.
Stavano bene.
Continuavo a ripetermi la frase nella mia testa, ma non riuscivo a pensarci.
Era stato tutto così brutto, orrendo che sembrava quasi impossibile credere che ora stessero bene e che si sarebbero svegliati.
Harry era seduto accanto al letto del padre e non sembrava intenzionato a voler chiudere occhio.
Rose era seduta accanto al letto dello zio e gli teneva la mano ,stringendola forte tra le sue. Come se avesse paura di perderlo, di vederlo scomparire da un momento all'altro.
Mamma era seduta accanto al letto di papà e gli passava la mano tra i capelli oppure sul viso.
"Perchè non sei seduta accanto a loro?" mi chiese una voce bassa e profonda alle mie spalle.
Una voce che avrei riconosciuto ovunque.
La sua voce.
Quella voce che alle mie orecchie suonava come una rara melodia dai mille contorni.Composta da infinite note e da mille suoni.
"Non penso a qualcuno farebbe piacere..tu invece?" voltai di poco la testa per guardarlo.
"Sono qui. Questo conta. E tu non dovresti ascoltare quel 'qualcuno' come hai detto tu, ma siediti accanto a loro. Sono stati fortunati." disse mentre fissava i tre sul letto.
Mi ero sempre chiesto se mai un giorno avrei potuto vedere un miracolo del genere ed ora eccolo qui.
Severus Piton aveva costretto, personalmente, il medimago ad intervenire nelle operazioni.
Andava d'accordo con loro.
E, anche se lo stava negando a se stesso, si ci stava affezionando.
Avevano abbastanza cose in comune ed entrambe le parti si erano scusate.
Insomma, un miracolo in tutto il suo significato.
"Non so...forse...dopo quello che ho sentito.."
"Pensi che Tonks non ti accetti? O ti sentiresti la causa se litigassero su di te?"
"Entrambe."
"Pensa a te, Lupin. Pensa a te." disse s poi non lo sentii parlare più.
Anzi non sentii proprio la sua presenza.
Era scomparso.
Come se fosse stato risucchiato dal suolo o dalla parete.
Mi guardai intorno, poi mi avvicinai con cautela a papà.
Sentii di nuovo gli occhi pizzicare e avvertirmi di un imminente pianto.
Il cuore mi si appesantiva ad ogni passo.Non avevo pensato così di rivederli.
Non in un letto d'ospedale, dopo essere scappati ancora una volta alla morte e sotto sedativo.
Deglutii.
Non mi ero nemmeno accorta di avere un nodo gigante alla gola che mi bloccava le arterie.
Mi avvicinai ancora e mi sedetti dall'altra parte del letto,vicino alle sue gambe.
Gli presi la mano tra le mie.
Era il doppio, in confronto alle mie mani.
Gliela strinsi.
Le lacrime mi velarono gli occhi e dovetti sbattere le palpebre per lasciar cadere qualche lacrima.
"Ti ha pensato molto...in questi mesi. Diciamo che su 100%, tu occupavi il 90% dei suoi pensieri.."disse mamma d'un tratto mentre gli accarezzava la mano.
"Ti ha aspettato tanto...sarà felice di rivederti, Emily. Lo siamo tutti." continuò voltando lo sguardo su di me e sorrise.
"Ti ringrazio per come mi hai chiamato. Non sono lei, ma spero di esserne all'altezza."Io annusii e nuove lacrime bagnarono il mio viso mentre guardavo mio padre in quello stato.
Sentii come se una parte di me si fosse persa e non riuscisse più a trovare la strada per ritornare da me.
Poi pensai che, parlare ai pazienti aiuta a stimolare il sistema o un cosa del genere.
Di solito si utilizzava con chi era in coma,ma tentar non nuoce.
"Ehi...papà.." cominciai con la voce spezzata e il cuore in gola.
"Contento...ci siamo rivisti, ma non volevo fosse così. Nessuno dei due lo voleva." nessuna risposta.
"Vuoi sapere come mi aspettavo il nostro incontro, papà? Vederti da lontano, correrti incontro e abbracciarti forte tra le lacrime di gioia e chiamarti come giusto che sia: papà.
Perché tu sei il mio papà.
Il mio eroe.
Il mio soldato.
Il mio combattente.
Hai perso una battaglia papà, non perdere anche la guerra.Svegliati e torna da noi. Con noi. Ti stiamo aspettando con ansia.
Io, per esempio, non vedo l'ora di poterti guardare negli occhi e sussurarti 'ti voglio bene' e poi stringerti forte,così forte da non lasciarti andare.
Mamma ha detto che mi hai pensato molto.L'ho fatto anch'io.
Ti ho pensato tanto.Ho pensato a te.
Allo zio.
A James.
A tutti voi.
Ho accettato tutto.
Ho avuto tempo per riflettere, anzi troppo perché siamo finiti in ospedale per vederci.
Voglio la mia famiglia, papà.
La voglio qui con me.Non voglio perdere qualcun'altro ancora.
Ti prego.. " dissi con voce rotta dal pianto e tenendo la sua mano sulla mia guancia.
Perderli avrebbe significato perdere del tutto me stessa.
Non avrei più perso tempo in cose futili così.
Li avrei avuti al mio fianco.
Il mio papà.Mio zio.
Il mio padrino.
Tutti e tre al mio fianco.
Sorrisi tra le lacrime.
"Vieni..sdraiati.." mi disse mamma e mi indicò fece spazio al fianco di papà.
"Cosa..?" cercai di dire con la voce ancora strozzata.
"Vieni su.." mi disse e mi tirò per un braccio.
Io la guardai e scesi dal lato del letto in cui ero e andai nel suo.
Mi sedetti sul letto e mi sdraiai accanto a papà.
Mamma sorrise e, così, anch'io. Mi rannicchiai al meglio e appoggiai la testa sulla spalla di papà.
Mi sentivo felice.
Anche se ero in un posto come l'ospedale, accanto a lui mi sentivo a casa.
Sentii qualcosa di pesante dai piedi fino alle spalle.
Il mantello di Sev.Sorrisi e chiusi gli occhi.
Tra l'odore dell'uomo che amavo e accanto all'uomo che aveva contribuito alla mia nascita, stavo bene.
STAI LEGGENDO
Light On Truth 2: ᴀʀᴅᴇɴᴛɪ ᴠᴇʀɪᴛÀ
FanfictionL'Amore e il Mistero...una combinazione letale. Bella, ma letale. Perché? Perché danno vita ad un amore impossibile. Continui a sperarci, invano. Si sa, la speranza è l'ultima a morire. Emily Sophie Williams (o Lupin?) lo sapeva bene. Conosceva il d...