33° CAPITOLO

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Pov's Severus
Era pomeriggio inoltrato ed io mi trovavo nel mio ufficio a correggere i compiti degli studenti, ma più cercavo di concentrarmi più non ci riuscivo.

Quel giorno era uscito l'articolo sulla Gazzetta del Profeta e ho dovuto appellare a tutto il mio autocontrollo per non parlare e non espellere tutta Hogwarts per i commenti degli studenti.

Ci mancavano solo i pettegolezzi adesso, non che non c'è ne fossero mai stati ad Hogwarts.

Ma il problema era che non riuscivo a concentrarmi o a pensare che quel giornale aveva già raggiunto quella casa di periferia babbana di Londra e forse aveva già scaturito un grande disappunto.

Mi alzai e mi versai un bicchiere di whisky per non pensarci troppo,ma come potevo non pensarci se avevo recato dolore con quel gesto anche se fatto in buona fede?

Se avessi detto di no, la Oldman sarebbe andata dritta dritta da lei a raccontarle la verità e l'avrei persa.

Accettando, invece, l'ho persa ugualmente.

"Severus..."

"Albus..." risposi secco senza voltarmi e indossai la maschera che più mi stava meglio.

"Come stai?"

"Cosa vuoi, Albus? Stai a guardarmi da stamattina e ora ti preoccupi di chiederlo?" dissi voltandomi lentamente a fissarlo.

"Semplicemente stamattina non ne hi avuto il tempo"

"Immagino. Gli impegni di un quadro sono molteplici da non poterli rimandare" sussurrai con sarcasmo pungente, anche se dentro mi era rimasto ben poco ormai.

"Severus.." mi trafisse con il sui sguardo azzurrino da dietro la tela di un quadro. "C'è qualcosa che desideri dirmi?"

Per un attimo nella mia mente balzò l'idea di dirgli tutto, giustificarmi, dirgli che eri stato ingannato, dirgli che non amavo nessuna, non lei.

Dirgli che il mio cuore aveva ripreso a battere e io avevo paura di affrontare questo, dire tutto e trovare una soluzione.

Risolvere la situazione e magari chiarire con la donna che veramente avevo imparato ad amare.

Poi, come un fulmine a ciel sereno, come un secchio d'acqua gelata buttatomi addosso, ricordai.

Ricordai che lui era un quadro a causa mia.

Ricordai che, in qualunque modo, non potevo tornare indietro.

Ricordai che il marchio sul braccio e le mie azioni non potevano essere cancellate.

Ricordai che io ero Severus Piton.

Insensibile.

Egoista.

Un mostro agli occhi di tutti.

E chi mia avrebbe amato un mostro?

"No. Non c'è assolutamente niente che desidero dirti. E se me ne avessi, non perderei tempo a parlarne con te". Le mie parole uscirono con tanto di quel veleno in bocca, tanto che mi lasciarono l'amaro in bocca.

Lui mi guardò ancora intensamente e poi annuì.

"Va bene. Allora ti dico io qualcosa. Ricorda: la grandezza di un uomo non si vede da come si comporta con le persone che ama, ma da ciò che fa per loro"

"E cosa dovrei dedurne?"

"Ciò che vuoi dedurne" disse per poi sparire dal quadro e lasciarmi al centro della stanza, stordito dalla sua risposta.

Light On Truth 2: ᴀʀᴅᴇɴᴛɪ ᴠᴇʀɪᴛÀ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora