18°CAPITOLO

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Pov's Emily
"Emily...tu lo ami ancora. Te lo si legge negli quando parli di lui. Tu devi aiutarlo. Devi salvarlo da sé stesso, quella parte di lui che lo trascina nell'oblio..." mi guardò dritto negli occhi quasi supplicando.

Perché doveva essere tutto così complicato?

Lui me lo aveva detto chiaro e tondo.
Era stato un errore.

Io, per lui, ero solamente stato un errore.

Non c'era altra soluzione.

Che senso avrebbe avuto rincorrererlo per tutta la vita per non essere nemmeno considerata?

Era come sperare in qualcosa che sapevi per certo non sarebbe successo.

Ma io ero idiota.

Nonostante quello che mi aveva fatto passare, nonostante quello che avevo passato, mai nessuno mi aveva fatto sentire come mi avevo fatto sentire lui.

E non era giusto.

Perché io avrei dovuto odiarlo.

Odiarlo profondamente.

Magari anche fagli passare il dolore che ho attraversato io.

Ma non ci riuscivo.

Non riuscivo a vederlo sofferente dopo tutte le ingiustizie che aveva passato.

Non riuscivo a vedere quegli, ancora, colmi di dolore.

"Io...non posso...mi spiace." dissi cercando di non dar tanto peso al mio cuore in rovina e alle lacrime imminenti.

Dannazione perché doveva essere tutto così complicato?!

"Perché? Dimmi solo il perché..." mi chiese lei.

"Lo odio..." sussurrai mi mentre sentivo la vista offuscarsi.

"Perché?"

"Lo odio. Lo odio. Sento come se in futuro non riuscirò più ad essere felice. Ed ogni giorno va sempre peggio. Non può continuare a mancarmi." dissi mentre una lacrima sfuggiva al mio controllo.

Lei mi guardò poi annuì.

"Sono mortificata che tu abbia dovuto affrontare tutto questo...a causa di mio figlio.."

"La causa non è suo figlio. La causa sono io, che mi sono illusa e mi sono fatta solamente del male."

Lei stava per rispondere quando un rumore nella stanza ci fece scattare.

Mi alzai e mi guardai intorno per capire da dove provenisse il rumore, poi intuì.

Proveniva da un cassetto di una cattedra.

"Cos'è?" mi chiese lei, affiancandomi.
"È un molliccio forse. Ci sarà scappato mentre pulivamo...vado a prendere la bacchetta e torno...lei resti qui.." la guardai e poi scesi giù di corsa, rompendomi quasi l'osso del collo nell'ultimo gradino.

"Rose! Rose!" la chiamai entrando in cucina, ma non c'era nessuno.

"Sono qui!" disse lei. La voce proveniva dal salotto.
"Hai visto la mia bacchetta?" chiesi una volta entrata in salotto mentre tutti mi fissavano.

"Ehm.. No? Ma perché ti serve la bacchetta?" mi chiese lei.

"È successo qualcosa?" chiese mio padre.

"No...no..tranquilli. Devo solo togliere un molliccio che è chiuso nel cassetto di una delle cattedre della biblioteca... Quindi non hai visto la mia bacchetta?"

"Ti ripeto...no..prova a vedere in camera tua o non so.."

"Ok...va bene grazie lo stesso.." uscì di corsa e feci per salire le scale, ma suonarono alla porta.

"Vado io!" dissi e andai alla porta aprendola.

Dovevo immaginarlo.

"Lupus in fabula.." sussurrai guardandolo.

Anche lui sembrava sorpreso abbastanza.

Io mi spostai e lo feci entrare.

"Sono tutti in salotto se...le interessa.." dissi io e feci per salire le scale, poi un urlo squarciò l'aria.

"Mamma?!" scatto lui subito.

"Signora Prince!"corsi su per le scale seguita subito da lui.

"Mamma..." si avvicinò lui una volta entrato in biblioteca.

"Cosa è..." poi si bloccò.

Rimase lì immobile accanto alla madre, non aveva urlato né si era ritratto.

Io mi avvicinai lentamente e poi lo vidi.

Era...il molliccio.

"OH, Tosca..." sussurrai.

Dovevo trovare la bacchetta.

Dovevo sbrigarmi.

Poi la vidi, era proprio lì. Su un tavolo vicino alla sezioni dei libri gialli.

La andai a prendere di corsa e mi avvicinai a loro.

Era una cosa orrenda.

Avevano lo stesso più grande timore.

La stessa più grande paura.

Tobias Piton.

Era lui con in mano una bottiglia e nell'altra un cintura.

Aveva uno sguardo ubriaco, ma un ghigno orrendo deformava il suo viso.

La signora Prince era bianca, bianca peggio di un lenzuolo mentre stringeva il braccio del figlio.

Lui, invece, aveva uno sguardo cupo e assorto.

I loro visi erano identici, non sembravano esprimere nessunissima espressione.

Sentii dei passi su per le scale e mi affrettai.

Mi misi davanti a loro due e puntai la bacchetta contro il molliccio, che subito cambiò forma cominciando a prendere le sembianze di  corpi morti.

Papà.

Lo zio.

James.

Rose.

Mamma.

Lily.

E poi..

"RIDDIKULUS!"

In un attimo quei corpi diventarono un unico corpo.

Oh, ma anche lui è qui?!

Subito richiusi il molliccio dentro il cassetto.

"Cosa è successo? Chi ha urlato?" chiese Minerva entrando di corsa nella stanza seguita da mamma.

"Niente...è tutto apposto adesso. Possiamo scendere.." dissi guardandoli.

Severus prese per un braccio la madre e l'aiuto ad uscire e scendere le scale.

Io li seguí, accanto a me mamma e Minerva.

"Cosa è successo?" mi sussurrò quest'ultima.

"Il molliccio." dissi solamente guardandola mentre mia madre mi metteva una mano sulle spalle.

Light On Truth 2: ᴀʀᴅᴇɴᴛɪ ᴠᴇʀɪᴛÀ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora