la coppia Mattia-Agnese è sempre stata estremamente richiesta e visto che molto probabilmente non scriverò mai un libro su di loro (ho i miei motivi, ma li sentirete alla fine della saga) ho deciso di regalarvi qualche piccola scena che è avvenuta tra i due ai tempi di Ciò che muove l'universo, quindi quando avevano tredici anni.
ovviamente la scrittura è più banale del solito, più semplice e a tratti brutta perché ho cercato di mettermi nelle teste di due tredicenni. è stato estenuante.
spero che questo possa placare almeno un po' gli animi che reclamano il loro libro, almeno per ora <3
(p.s= ovviamente ci doveva essere anche Enea. vi pare che non lo mettevo? se riconoscete la frase che dirà vi mando un cuore virtuale!)Agnese
Per molti trascorrere le vacanze sempre nello stesso posto potrebbe essere noioso, ripetitivo, ma per me non lo è mai stato.
Sono tredici anni che ogni estate io e la mia famiglia veniamo qui per trascorrere tre mesi tra i monti, nel paese natale di papà.
A me piace questo posto.
Mi piace svegliarmi la mattina presto e correre scalza sull'erba mentre mamma mi tiene la mano, sentire le gocce di rugiada solleticarmi i talloni mentre osservo le nuvole e l'aria passa attraverso i miei capelli.
Mi piace percorrere i sentieri di montagna seguendo la schiena forte di papà, correre in bici giù per le discese per poi giocare a guardie e ladri con gli altri.
È bello stare qui.
Qui mamma e papà non litigano quasi mai, e i miei fratelli sono felici.
Solo che quest'anno mamma non c'è, perché quell'amore che legava lei e papà è sparito e lei non c'è a tenermi la mano mentre corro sull'erba.Al suo posto, però, c'è un'altra persona.
Mattia non ama svegliarsi presto.
È una cosa che già so perché lo conosco da quando è nato, qualche mese dopo di me, nello stesso anno, ma l'ho comunque obbligato ad alzarsi alle otto solo per scendere in giardino con me.
L'ho minacciato dicendogli che gli avrei distrutto il Nintendo, quindi si è rassegnato al mio potere.
Sa benissimo che non avrei mai toccato la sua console, così come io so che sarebbe venuto con me comunque."Stai rovinando il momento." Lo avverto, camminando sull'erba da sola, evitando di stringere l'aria nella speranza che ci sia la mano di mamma, proprio lì dov'è sempre stata.
"È stupido." Sbuffa Mattia, osservando l'orizzonte con il suo solito sguardo arrabbiato.
Per qualche motivo, Mattia Balti è arrabbiato col mondo. È un po' stupido, Mattia, papà dice che è una caratteristica dei Balti, ma io credo che lui sia ben diverso dai suoi fratelli.
Alberto fa ridere perché non capisce nulla, Nina è l'imbarazzo fatto a persona e Mattia è qualcosa di totalmente diverso.A Mattia non piacciono le persone, odia che lo si stacchi dal suo mondo composto da videogiochi e se provi a criticare i suoi personaggi preferiti quegli occhi azzurri che ha diventano due spilloni di ghiaccio.
Ma Mattia è anche l'unica persona che si alza alle otto del mattino per vedermi camminare sulla rugiada, quindi a me va bene.
Apprezzo Mattia per quello che è."Vieni?" Gli chiedo, ma lui scuote la testa, nascondendo uno sbadiglio dietro alle mani.
Mamma dice che quando crescerà diventerà alto alto come i suoi fratelli, ma per ora è più basso di me e sinceramente spero che rimanga così.
Mi piace appoggiare il gomito sulla sua testa e dirgli che è un nano da giardino.Sospiro rassegnata, per poi tornare a guardare le nuvole.
Ci sono delle belle forme oggi, più particolari del solito.
Ne scorgo una che può sembrare un gatto, un'altra che assomiglia ad una pecora e poi-
"Sei una stupida."
Le dita che si intrecciano alle mie non sono quelle di mamma.
Sono quelle di Mattia.
"Però sei qui."
"Solo perché sei stupida e potresti farti del male."
"Siamo nel giardino della villa di tua nonna, non può succedermi niente."
"Ci sono i grilli."
"I grilli?"
"Non li senti, scema? Se prestassi attenzione ad altro oltre che a quelle nuvole li sentiresti."E lo sento il canto dei grilli.
Lo sento mentre osservo Mattia con lo stesso cipiglio arrabbiato con cui lui sta guardando me.
Ovviamente, io devo abbassare lo sguardo alla sua altezza.
È questo che mi fa provare quel pizzico di superiorità che mi basta per ghignargli in faccia.
Lui, ovviamente indignato, lascia la mia mano e incrocia le braccia al petto."Vuoi cacciare grilli, stasera?"
Mattia mi guarda confuso, poi mi osserva come se fossi una cretina.
"Ma hai bevuto latte e pazzia a colazione?"
"Non l'ho ancora fatta colazione."
"Era una battuta, Agnese!"
Scoppio a ridere, coprendo i suoi versi di indignazione per poi ricordargli che io sono la più grande, la più alta e la più intelligente quindi deve tenere a freno quella linguaccia che si ritrova.
E tra noi torna il sereno, come se lui non avesse mai fatto il muso e io non lo avessi mai insultato per la sua altezza.
È sempre stato così tra me e Mattia, non abbiamo mai litigato seriamente e spero che non lo faremo mai.Non gliel'ho mai detto perché è un maschio e ai maschi certe cose non le dici, ma è il mio migliore amico.
È un migliore amico strano, però, perché non ci prendiamo a botte come fanno Enea e Alberto, però ci svegliamo alle otto del mattino l'uno per l'altra, questo sì, ed è il più grande esempio di amicizia di sempre.Mattia
Non me ne frega niente dei grilli, della rugiada, delle nuvole e dell'erba sotto ai talloni.
Non me ne frega niente di Rivalago, di quella vecchiaccia di mia nonna, del cuore spezzato di mio fratello o dei drammi da cretina di mia sorella.
Eppure alle otto e un quarto del mattino sono seduto a tavola con Agnese Gori di fronte a me.Perché ti sei alzato così presto? Mi chiedo mentre mastico una fetta biscottata e osservo Agnese canticchiare sottovoce e versarsi della spremuta.
Ne vale davvero così tanto la pena? Continuo a chiedermi, pensando a come l'ho fatto per lei.
"Cretino." Borbotto, bevendo una tazza di latte perché le fette biscottate da sole non vanno giù.
"Cosa?"
"Niente." Bercio contro Agnese, ma non gliene frega niente. Tutti gli altri si lamentano del mio carattere, lei invece alza le spalle e mi prende per mano.
Mi porta a correre tra i prati, a camminare fino a raggiungere uno dei famosi laghi che circonda questo postaccio.
È una persona speciale, Agnese Gori, e mi piace starle accanto per vedere quanto possa effettivamente essere speciale.Quale ragazza si sveglierebbe alle otto del mattino per andare a vedere la rugiada sui prati e sulle foglie?
Anzi, quale persona sana di mente lo farebbe?
Lei però lo fa.
E io la seguo.
Ed è sempre stato così, perché lei ha sempre avuto quel qualcosa in più che a me manca.E sono così intento a guardarla mentre canticchia e si prepara la colazione che non sento i passi di Enea che arriva in cucina sbadigliando per tutta la stanza.
"Buongiorno, mostri."
"Pessima giornata anche a te." Dico io, mentre Agnese urla un ciao! che sicuramente ha svegliato tutti gli altri abitanti della casa.Enea accarezza la testa di sua sorella, per poi alzare la mano in un cinque in mia direzione.
Io lo ignoro.
Lui abbassa la mano.
"Sei proprio cooperativo."
Io grugnisco, e in tutta risposta Enea sghignazza.
Se devo essere sincero, Enea è una delle poche persone in questa casa che non mi va sui nervi.
E tratta bene Agnese."His ego nec metas rerum nec tempora pono: imperium sine fine dedi."
Io e Agnese ci scambiamo degli sguardi straniti.
Enea invece continua a ripetere quella frase sottovoce, come un pazzo, un matto da legare.
"Enea?" Chiede Agnese, e lui sembra risvegliarsi da un sonno profondo.
Si mette un cucchiaio di cereali in bocca, per poi blaterare una risposta."È latino, sto cercando di codificare la frase per... per una cosa. Devo capirne il senso, o i vari sensi che ci potrebbero essere... è difficile il latino, sapete?"
Agnese mi guarda.
Io la guardo.
E poi scoppiamo a ridere come due idioti sotto allo sguardo basito di Enea.Non saprei descrivere l'amicizia.
E non sarei nemmeno in grado di descrivere Agnese Gori.
Ma ciò che so di lei, ciò che non ammetterò mai è che si è presa um posto nella mia vita, l'ha fatto quando gli altri bambini di Rivalago mi chiamavano permaloso e lei mi prendeva per il polso, trascinandomi a giocare alle maledette Barbie e lo fa tutt'ora, con i grilli e tutte le sue cose da hippie.
Qualunque sia la cosa che lega me ed Agnese Gori, voglio che duri per sempre.
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Ciò che muove l'universo [1]
Romance[COMPLETA] Quando Dario Gori ti dice che vuole fare la pace tu ovviamente gli dici di sì, ma avresti dovuto dirgli di no. Perché te ne pentirai, perché questa suddetta pace non porta nient'altro che casini. E tu tempo per i casini non ce l'hai, e ne...