9. perchè vuoi uscire con me e famiglia

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Io e Vittorio ci siamo parlati davvero poche volte

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Io e Vittorio ci siamo parlati davvero poche volte.
E questa sarà più o meno la decima volta in cui ci rivolgiamo parole diverse dal ciao e come stai.

"Non l'ho messa via. Se l'è cercata." Dico, cercando il mio cappellino rosa, giusto per potergli spiegare quanto significhi per me e fargli capire che non ho intenzione di parlargli e proprio per questo metterò sempre il cappellino quando sarò vicino a lui, però non trovo il maledetto cappellino.
Oh, cazzo.
Dario si è tenuto il mio cappello.
Io lo ammazzo. Lo prendo e lo scuoio-

"Sei brava."
Vittorio mi distoglie dai miei pensieri, osservandomi con degli occhi azzurri che non sono gelidi come quelli di mia nonna, ma sembrano quasi accoglienti, dandomi l'idea di un cielo senza confini.
"A far che?" Borbotto, sistemando la penna sul block notes e Vittorio ridacchia, abbassando lo sguardo sua sulla maglietta.
Verde. È il capitano della squadra verde.
Non ho alcuna intenzione di uscire con lui. Assolutamente. E poi perché ha sviluppato solo ora questo interesse nei miei confronti? Ci conosciamo da una vita e lui si sveglia solo adesso?

"A mettere via le persone. Sia nel senso retorico che in quello letterale."
Okay, questa è una chiara frecciatina al mio non avergli mai effettivamente scritto dopo che lui mi ha chiesto di farmi sentire per poter uscire insieme, quel giorno in gelateria.
"Da quando fai il gelataio?" Gli chiedo, cercando di coprirmi gli occhi dal sole alla bell'e meglio per provare a riconoscere almeno i contorni della figura di Vittorio.
Probabilmente sembro scema, ma il fatto che io sia mezza miope di certo non aiuta.

"Da quest'estate. Mi servono i soldi per pagarmi le vacanze con gli amici. E quello che rimane lo uso per aiutare i miei con le tasse dell'università."
Annuisco, osservando Vittorio e i suoi piedi che avanzano verso di me.
L'istinto è quello di fare tre passi indietro, ma mi limito a farne uno.
Non mi piace stare troppo vicina alle persone.

"Mi stavo chiedendo..."
Inizia Vittorio, passandosi una mano tra i capelli scuri.
Perfetto, adesso arriva la stoccata finale e conseguente rifiuto.
"quand'è che saresti libera?"
Mai.
Mi mordo la lingua per non essere acida come sempre e per non fare una figura di merda.

Non capisco il suo improvviso interesse verso di me. Io e Vittorio non siamo mai stati molto amici, e lui non è nemmeno amico di gente che conosco e che posso definire amica.
L'unica volta in cui abbiamo interagito è stata quando Dario gli ha rotto il naso.

"Perché?"
"Cosa?"
"Perché vuoi uscire con me, Vittorio?"
Vittorio sorride e per quanto vorrei paragonare il suo sorriso a quello di un diavolo non ci riesco, perché sembra un sorriso sincero.

"Perché sei carina. E hai un bel carattere. Servono altre motivazioni? Se ti chiedi perché proprio ora è perché ci pensavo già dall'anno scorso, ma quando ti ho vista in gelateria ho detto perché no?"
Sono sicura di star morendo di imbarazzo in questo esatto istante. Probabilmente ho le guance dello stesso colore della mia canotta.
Dio santissimo benedetto.

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