27. anche Chiara si merita il perdono e il grande giorno

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Forcina di qua e forcina di là.
Credo che questo parrucchiere mi abbia graffiato la testa in cinquantasette punti diversi.
"Ahia!" Mi lamento, infatti, non appena ficca l'ennesimo strumento del diavolo nei miei capelli.

"Non ti lamentare." Sibila la vecchia, che sta pettinando i capelli di Chiara.
Sì, mia nonna si sta prendendo cura di Chiara, mentre io sono stata lasciata nelle mani di un parrucchiere evidentemente poco affidabile.
Sospiro, rassegnandomi al mio destino e sobbalzando tutte le volte che una forcina mi sfiora la testa.

Il parrucchiere deve aver perso la speranza con me, perché dopo cinque minuti sbuffa e mi dice di aver finito.
Io mi alzo senza se e senza ma, diretta verso lo specchio.
Meh.
Metà dei miei capelli è raccolta in una treccia che poi è stata attorcigliata su sé stessa per creare uno chignon, mentre l'altra metà è stata lasciata sciolta sulle spalle, libera da qualunque forcina o da qualche altro aggeggio infernale.

"Stai molto bene." Dice Clarissa, mettendomi una mano sulla spalla.
Mi volto verso di lei, trovandomi davanti il solito sorriso a trentadue denti. Lei ha deciso di lasciare i suoi capelli completamente sciolti in balia di loro stessi. Probabilmente tra qualche ora si lamenterà di come il vento glieli tiri in faccia.
"Grazie." Le rispondo, fingendo di essere sorpresa, al che Clarissa alza gli occhi al cielo, divertita.

Osservo quella vecchia megera di mia nonna, che sorride a Chiara mentre continua a pettinarle i capelli.
Quando ero piccola mi ritrovavo spesso a guardarle, a chiedermi perché nonna preferisse lei a me.
Col tempo ho imparato che Chiara è irrimediabilmente sola e che seppur nella maniera più sbagliata, con la logica peggiore che ci possa essere, mia nonna cerca di starle vicino.
Forse è il suo modo per redimersi, visto che ha sempre trascurato i suoi nipoti, sotto ogni punto di vista.
Forse è pura e semplice preferenza e io sbaglio ad attribuire a mia nonna qualità che in realtà non ha.

Mentre io mi perdo ad osservare la scenetta smielata delle due vipere, una delle due vipere in questione, quella bionda e giovane, ricambia il mio sguardo.
La prima cosa che provo è sgomento, perché lo sguardo di Chiara è privo di odio, di rabbia repressa e di disprezzo.
Sul suo volto c'è un lieve accenno di sorriso, quasi come se questo fosse il suo modo per seppellire definitivamente l'ascia di guerra.
Sta alzando bandiera bianca.
Forse sta proponendo una tregua.
Ma le tregue con me non vanno mai a finire bene, vero? Ci manca solo che mi innamori pure di Chiara.

Io ricambio lo sguardo confusa, e Chiara gira la testa dall'altra parte, quasi come se la mia confusione avesse destato in lei la consapevolezza che non riusciremo mai ad essere amiche.
D'altronde me l'ha detto lei stessa, quel giorno nel bar dell'oratorio, che avrei dovuto lasciarla in pace e che sarebbe stata lei stessa a dirmi quando finalmente tutta questa storia sarebbe stata acqua passata.
È possibile che ci abbia messo così poco per dimenticare tutto?

Prima mi rimette in piedi dopo che rischio di cadere, poi mi guarda con un mezzo sorriso.
Questa si è fatta un bicchierino di qualcosa prima di venire qui, non c'è altra spiegazione.

Aspetto che la megera si allontani, uscendo dalla stanza e non appena Chiara fa la stessa identica cosa io le sono subito alle calcagna.
"Chiara!" La chiamo, sperando che dal mio tono di voce capisca che le sto chiedendo di fermarsi, interrompendo il movimento dei suoi boccoli biondi che rimbalzano sulla schiena.

Lei si gira, osservandomi con lo stesso sguardo di prima.
Io e Chiara siamo sempre state gli antipodi. Lei ha sempre rappresentato la ragazza bella e raffinata, con buon gusto nel vestire e tanta voglia di far carriera ed essere indipendente, un giorno, io invece sono sempre stata l'emarginata della famiglia, quella che non si sa ancora come magicamente è arrivata al terzo anno delle superiori e che il diploma lo vede col binocolo.
La triste e dolorosa verità è che Chiara è tutto ciò che mia nonna ha sempre voluto io fossi e il mio continuo rinnegare quest'immagine che lei aveva di me l'ha portata a rifugiarsi in Chiara.
Ma tutto questo è davvero colpa mia? O è colpa della vecchia, che semplicemente non è mai stata abbastanza umana per rendersi conto dei suoi errori?

Ciò che muove l'universo [1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora