7. nina non è mai stata innamorata e toxic di britney spears

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Sono le otto di sera e io sto bussando alla porta di mio fratello

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Sono le otto di sera e io sto bussando alla porta di mio fratello.
Mio fratello Alberto, ovviamente, perché Mattia mi avrebbe già urlato addosso di andarmene.

Busso con forza, ottenendo in risposta solo un singhiozzo soffocato.
Bene, la situazione è più tragica del previsto.
Apro la porta lentamente, ringraziando il cielo che non sia chiusa a chiave, perché altrimenti non ci sarei mai entrata in questa stanza, sicuro.

"Ehi." Le tapparelle sono quasi abbassate del tutto e Albi è sdraiato nel letto, il piumone addosso e il cellulare sul cuscino.
In questa stanza non, c'è un filo di luce, se non quella prodotta dal cellulare appoggiato sulla scrivania.
Continuano ad arrivare messaggi, ma perché sono la sorella dell'anno (forse anche del decennio) e rispetto la privacy di Alberto, decido di non guardare.
Osservo i capelli scuri di mio fratello, neri come i miei, che ultimamente sta lasciando crescere perché crede di sembrare più figo con la capigliatura alla Tarzan e sospiro.

"Come va?" Gli chiedo, sedendomi sul bordo del letto. Mio fratello si gira verso di me, gli occhi arrossati dal pianto e l'aria di uno che vorrebbe tanto prendermi a ceffoni.
"Va." Mi risponde, senza lasciar trasparire la minima emozione.
Ecco, mamma, ecco perché saresti dovuta venire, perché io 'ste cose non le so affrontare, io mica so come consolare un diciannovenne in preda ad una crisi di cuore.
Alberto nemmeno mi guarda, troppo intento a guardare quel pupazzetto che la sua ragazza (o ex ragazza? boh) gli ha regalato quando sono andati al luna park.
Mi sta così simpatica quella tipa che questo pupazzetto glielo ficcherei prepotentemente in gola.

"Albi..."
"Dice che vuole una pausa. Perché? Così si può limonare i bagnini fighi? Io non ho gli addominali ma un cervello sì!"
Okay fratello, non concordo sull'ultima affermazione ma ci sorvolerò solo perché sei uno straccio. Povero piccolo.
Mio fratello si aggrappa a me, producendo rantoli contro la mia spalla e abbracciandomi così forte che penso mi possa spaccare in due le costole.
Io e i miei fratelli non ci abbracciamo quasi mai, probabilmente perché per la metà del tempo siamo intenti a cercare di spaccarci la faccia a vicenda.
Però, in momenti come questo, momenti in cui abbiamo prepotentemente bisogno di affetto, della presenza costante di uno di noi accanto all'altro, ci siamo sempre.
E io, anche se controvoglia, ricambio la stretta di mio fratello.

"Alberto..."
"Mi ha lasciato!"
"E chi cazzo se ne frega!"
Alberto si stacca da me, guardandomi negli occhi con la stessa furia di mamma.
Wow, si assomigliano proprio tanto quando sono arrabbiati.
"Intendo...ti ha lasciato, e quindi? Hai diciannove anni, tutta la vita davanti e di Lidia o come cazzo si chiama ne troverai altri milioni. È finita una relazione, non la tua vita Alberto, ripigliati!"

Per un attimo ho l'impressione che mio fratello stia per picchiarmi. Un po' come quando eravamo piccoli e lui provava le mosse di John Cena su di me. Facevamo interi tornei di WWE, tornei in cui io uscivo mezza massacrata perché Alberto da piccolo era un bambino paffuto e con la forza di un rinoceronte, mentre io ero piccina e con tanta voglia di mordere le persone. Direi che potete capire da soli come andassero a finire le cose.

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