11. l'allievo supera il maestro ma non il nemico (parte I)

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Mia nonna mette in soggezione

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Mia nonna mette in soggezione.
Anzi, diciamo che il Freezer è capace di farti pentire di essere uscito dall'utero di tua madre.
E il fatto che mi abbia appena detto dobbiamo parlare non rende di certo la situazione migliore.

Siamo sedute una di fronte all'altra.
Non aveva bisogno di me per apparecchiare la tavola, zia Giuditta è così su di giri che l'ha apparecchiata nel giro di cinque minuti da sola.
Ha mandato il Gori a chiamarmi solo perché era in cucina a sgranocchiare patatine (c'è il suo pacchetto di patatine preferite sul davanzale) e le dava fastidio.
E va bene nonna, parliamo.
Che lo scontro fra titani abbia inizio.

"Allora."
"Non si inizia mai un discorso con allora."
Il Freezer mi lancia uno sguardo glaciale e io sorrido. Faccio il liceo classico, nonnina, non mi batti sulla grammatica (tranne su quella greca, lì ho qualche problemuccio).
"Va bene. Andiamo dritti al punto."
Così sì che si ragiona, Rossella.
"Dov'è tua madre?"

Io lo sapevo! Eccola, la doppia faccia!
Tutta sì sì, Debora può venire quando vuole davanti a papà e poi viene a fare a me queste domande a trabocchetto.
"A lavoro. A Milano."
"Tuo padre è distrutto."
Mio padre è un maledetto idiota, vorrei risponderle, perché è così preso nel lamentarsi del fatto che sua moglie odia sua madre da non rendersi conto che i suoi figli stanno sentendo la mancanza della figura paterna.
Non parlo come si deve con mio padre più o meno dalla mattina del sedici giugno, e siamo quasi a inizio luglio.

"Va tutto bene tra di loro?"
Certo che va tutto bene, cosa crede la vecchia? Io già sono una persona dubbiosa, se pure questa mi mette in testa che ci sono problemi tra i miei genitori siamo messi bene.
"Perché le stai chiedendo a me queste cose? C'è Alberto, c'è Mattia-"
"Oh, Nina."
La vecchia alza gli occhi al cielo, invocando qualche santo che io non conosco. Le ha sempre dato fastidio che io e i miei fratelli non fossimo stati cresciuti secondo un'educazione religiosa.

"I tuoi fratelli sono un ammasso di neuroni non funzionanti. Guarda Alberto, a piangere per una piccola milanese con la puzza sotto al naso. Mattia è ancora salvabile, ma l'altro l'abbiamo perso."
La guardo confusa e inizio a pensare che la vecchia stia valutando se piazzarmi nello stesso livello di scemenza di Alberto oppure no.
"Non lo capisci, Nina? Sei l'unica con un po' di sale in zucca tra i miei tra nipoti, l'unica che mi può dire come stanno le cose tra mio figlio e quella milanese che si è sposato!"
Si vede che mia nonna odia Milano?
Sì, direi che si vede.

"Mamma odia Rivalago. Così come me. E papà ci sta sotto."
È la verità e il Freezer sembra accontentarsi, per ora.
È la prima volta in cui abbiamo una conversazione non focalizzata sull'esprimere il disprezzo che abbiamo l'una verso l'altra, ed è molto strano, se me lo chiedete.

Il Freezer fa per parlare, ma la porta finestra viene brutalmente aperta da quello che si rivela essere, ovviamente, Dario seguito da Clarissa.
"Piantala." Dario minaccia la sorella con un dito per poi fare qualche passo in cucina e rendersi conto di aver appena interrotto una scena quasi epica. Clarissa entra ridacchiando, per poi smettere non appena Dario finge l'ennesimo colpo di tosse.
Ci mancava solo questa.

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