30. a Natale siamo tutti più buoni e passaggio di testimone

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leggete tutto che questo è l'ultimo capitolo, carissimi/e. ah, e leggete anche le note dell'autrice (ovvero io)...c'è una sorpresa...

25 DICEMBRE, UN ANNO DOPO.
RIVALAGO

Io odio davvero la mia famiglia.
E non lo dico così tanto per dire.
No, provo una sorta di repulsione per chiunque condivida il mio stesso cognome.

Attualmente papà è intento ad intonare una canzone di Vasco Rossi abbracciato a Giulio Gori, che lo accompagna nel suo motivetto per nulla bello da ascoltare.
Quella vecchia megera di mia nonna, che per qualche strano caso del destino è ancora in vita, sta ingurgitando un calice di vino rosso dopo l'altro e io vorrei ricordarle che solo due estati fa mio fratello Alberto si è ubriacato proprio in questo esatto modo, ma vedere il Freezer ubriaca è qualcosa che non mi voglio perdere.

Per quanto riguarda Alberto, prima stava dormendo, non si sa come, con il libro di ingegneria piazzato sulla faccia. Deve dare un esame tra due settimane e non sa un cazzo, o almeno così ha detto, ma anche dopo mille tentativi non riesce a concentrarsi abbastanza per studiare.
O semplicemente è stupido.

"Falli smettere, ti prego." Zia Giuditta afferra il braccio di mamma, implorandola con gli occhi, riferendosi chiaramente a mio padre e al suo best friend forever.
"Giuditta..." Inizia mamma, ma zia Giuditta scuote la testa, come a ribadire il concetto.

Bisogna ammettere che quest'anno zia Giuditta è diventata molto più sclerata del solito. Probabilmente è dato dalle due gravidanze che ha affrontato nel giro di due anni scarsi.
Un mese dopo il matrimonio ha scoperto di essere incinta, dando alla luce la sua prima figlia, una bimba dagli occhi azzurri e la guance più grandi di lei. Pensavamo tutti che zia Giuditta e il suo maritino non si sarebbero buttati a capofitto in un'altra gravidanza così presto, eppure pochi mesi dopo la nascita di Lucrezia, zia Giuditta è rimasta di nuovo incinta. Attualmente è all'ottavo mese e il bimbo sarà un maschio, per gioia del Freezer che ha detto esplicitamente di non volere più nipoti femmine. Stronza.

Lucrezia, ovvero mia cugina, a cui voglio bene soprattutto perché di cognome fa Borghi e non Balti, dorme tranquillamente nella culla poco lontana da noi.
Non so esattamente come faccia a dormire con tutto questo casino, ma avrei potuto fare la stessa domanda ad Alberto.
Bah.

Prima che zia Giuditta decida di rompere le palle pure a me, mi alzo da tavola, diretta in salotto, dove come al solito si sta svolgendo una sessione di partite di Uno.
Entro nella stanza, lanciandomi a peso morto sulla mia solita poltrona nell'angolino, sprofondando in essa.
Quasi come se ormai fosse diventata un'abitudine, un braccio circonda la mia gamba, facendomi scivolare sulla poltrona.
Non ho bisogno di guardare chi è il proprietario di quel braccio, perché so benissimo che Dario è seduto per terra, accanto a me, con le carte di Uno in mano e lo sguardo di chi sta per vincere la terza partita di fila.

"Giù le mani." Brontola Alberto, che tira un ceffone sulla mano di Dario.
"Aia!" Si lamenta il deficiente e poi il suo sguardo, con una punta di divertimento, passa da me a mio fratello.
"Sapessi dove le ho messe quelle mani..."
"Dario!" Grido io, alzandomi dalla poltrona per tirargli un pugno dritto dritto in faccia, giusto per farlo stare zitto, ma come mi ritrovo in piedi lui mi afferra il braccio e mi fa cadere proprio sulle sue gambe.
Stronzo.
"Che schifo." Brontola Alberto, ma Dario, ovviamente, non ne ha abbastanza.
"Pensa che l'abbiamo fatto nella tua vecchia sta-" La mia mano va a sbattere contro la sua bocca, tappandogliela e provocando un suono sordo che fa destare tutti quanti dalla loro concentrazione verso questo pseudo torneo di Uno.

"Cosa sta succedendo?" Chiede Clarissa, ma Dario si limita a farle l'occhiolino, come se non avesse appena rovinato l'immagine casta e pura che mio fratello aveva di me.
Lo odio, giuro.
"Niente, Dario si diverte ad elencare tutti i posti in cui lui e Nina hanno fatto sesso."
"Agnese!"
"Basta!"
"Che schifo!"
Ecco, adesso voglio morire.

Ciò che muove l'universo [1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora