22. non essere geloso, fratellino e guarda il cielo

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Dario

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Dario

La vita è una merda.
Lo dico per esperienza personale, perché ogni volta che qualcosa sembra andare per il verso giusto la vita ti incula.
Ognuno prende le proprie sfighe in modo diverso, no? Io la prendo sul personale, rinchiudendomi in me stesso, pregando che nessuno mi rompa i coglioni.
Eppure Chiara Sava, ora che ci penso, ha sempre avuto una predilezione nel rompermi i coglioni.

"È una festa di paese."
"E quindi? Sarà pieno di gente in ciabatte, bisogna insegnare a questi montanari la vera moda." Borbotta la bionda, alzando l'elastico della gonna fino alle costole, in modo tale che l'indumento le arrivi poco sotto alle chiappe.
A Chiara è sempre piaciuto farsi vedere, ma per una festa di paese piena di uomini ubriachi mi sembra esagerato.

"Chiara..."
"Non ti azzardare a criticare come mi vesto."
"Il mio voleva essere un consiglio."
"Sarebbe stato un consiglio di merda, quindi tienitelo per te."

Chiudo la bocca, lasciando che lei continui a rimirarsi allo specchio della mia camera mentre io mi guardo le mani, cercando risposte a domande che mi girano per la testa da troppo tempo.
Io e Nina non ci siamo parlati da quando ci siamo baciati. A dir la verità non ho parlato con nessuno che non fosse Chiara, e questo solo perché lei ha minacciato di buttare giù la porta della mia camera se non l'avessi fatta entrare.

Diverse persone hanno cercato di farmi uscire, primo fra tutti Enea, che ha passato ore a parlarmi attraverso la porta.
Mi facevo vedere a pranzo e a cena, ma facevo finta di non esistere, più o meno, non incrociando lo sguardo di nessuno e finendo il mio piatto per poi tornare a rintanarmi in camera.

Nina non è venuta nemmeno una volta, a cercare di parlarmi, intendo. Mi ha scritto un solo messaggio, in compenso, dicendomi che sono un coglione.
Ognuno reagisce al proprio dolore in modi diversi, lei fa finta che vada tutto bene e io invece devo farne una questione di stato, che le piaccia o meno.

Ho avuto tante cose su cui rimuginare. Ovviamente mamma e papà hanno occupato la maggior parte dei miei pensieri, e finalmente tutti i loro litigi e le loro urla sembrano essere collegate da un filo conduttore che ho cercato per così tanto tempo. Ogni cosa sembra star avendo un senso, ma ciò non significa che tutto stia andando per il verso giusto.
Niente sta andando per il verso giusto, ma almeno sembra che io ci stia capendo qualcosa.

"Sei pronto?"
"Eh?"
Chiara sbuffa, sistemandosi gli orecchini pendenti per poi girarsi verso di me, gli occhi azzurri puntati su di me, come a giudicarmi per la gran testa di cazzo che sono.
"Per quello che vuoi fare, sei pronto? Fossi al posto tuo mi prenderei un proteggi palle, giusto per essere sicuri."
Blatera lei, tornando a guardarsi allo specchio per darsi le ultime sistemate ai capelli.
In tutta risposta io alzo il dito medio, facendo in modo che lei lo vedo riflesso nello specchio.
Chiara fa un verso basito, per poi afferrare la prima spazzola che le capita sotto mano.

"Stronzo!" Urla nello stesso momento in cui io mi alzo dal letto per evitare che la spazzola che lei ha appena lanciato mi spacchi il cranio.
"Muoviti, vipera." Le rispondo, e lei finalmente smette di guardarsi allo specchio, buttando la sua roba dentro ad una borsa turchese che mi toccherà riportarle domani.
Mi uccide con lo sguardo, per poi sfoggiare il migliore dei suoi finti sorrisi e prendermi sottobraccio, praticamente trascinandomi nel corridoio della villa dei Balti.

Ciò che muove l'universo [1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora