19. tra dieci anni e dario, cosa pensi che muova l'universo?

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Accontentare il Freezer è qualcosa che non riuscirò mai a fare

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Accontentare il Freezer è qualcosa che non riuscirò mai a fare.
I motivi sono tanti, ma quello principale è che la vecchia è una sadica bastarda.
Camperà cent'anni questa qua, ve lo dico io.

"Se avessi un fisico un po' più come quello di Chiara ti starebbe meglio."
Vaffanculo, vorrei rispondere a mia nonna, ma alzo solamente gli occhi al cielo, ignorando la sua smorfia di disgusto.
Mamma borbotta qualche insulto sottovoce, perché è chiaro che il commentino di nonna non le è piaciuto tanto quando non è piaciuto a me.
Ho sempre avuto complessi nel guardarmi allo specchio e vedere la mia solita corporatura minuta, e ho invidiato, più di una volta, il fisico di Clarissa, di Chiara, di ogni ragazza.
Mi sembravano sempre tutte più belle di me.

E questo è stato anche uno dei motivi per cui io e Chiara non siamo mai andate d'accordo. La vecchia stravede per lei, per i suoi boccoli biondi e il suo sorriso perfezionato da anni e anni di apprecchi per i denti. Per anni ho dovuto sopportare i commenti della vecchia su quanto Chiara fosse bella, dal fisico perfetto, dalla mente acuta.
Nel frattempo, io mi sentivo sempre meno importante, sempre più inutile.

Mi osservo allo specchio, osservando il vestito rosa pallido che indosso e cercando di convincermi che non faccia poi così schifo.
Okay, brutto non è: arriva fino a metà polpaccio, la parte superiore è aderente ed è di seta, mentre da metà busto in giù parte una gonna in tulle molto carina. È semplice e non troppo appariscente, e di certo non ruba la scena al vestito della sposa.
Pero è rosa.
Non che io abbia problemi col colore, ma queste sfumature pastello non fanno altro che rendere i miei capelli neri ancora più anonimi.
Questo rosa contrasta anche con le miei iridi scure, facendomi sbuffare.
Succede sempre così, alla fine: io mi ritrovo a guardarmi allo specchio e pensare che ciò che vedo non è abbastanza.
Col passare degli anni ho imparato ad amarmi, ad adorare piccole cose di me e della mia immagine, ma ci saranno sempre quei brevi momenti in cui mi sentirò... nulla.
E questi momenti, ora come ora, sono sempre dettati dalle parole di mia nonna.

Non posso nemmeno protestare contro a questo squallido colore, però, perché la vecchia ha deciso che dobbiamo tutte comprare dei vestiti dalle tonalità del rosa o del viola, in quanto i colori del matrimonio saranno quelli, e nessuno ha osato dirle di no.
Ha obbligato i maschi a comprare cravatte o accessori rosa e loro per poco non si buttavano giù dalla prima finestra che trovavano.

"Allora, ti piace?" Mi chiede Clarissa, che da quando si è provata il suo vestito lilla non l'ha ancora tolto, continuando a volteggiare avanti e indietro per la sala dei camerini.
Scrollo le spalle, perché dire che non mi piace sarebbe una bugia, però non mi piace nemmeno così tanto.
Se noni guardo allo specchio, va tutto bene. Ma tanto lo devo mettere solo per un matrimonio, una sola giornata, no? Basterà evitare gli specchi e quella megera di mia nonna.
Posso farlo per zia Giuditta.

"Lo prendo." Dico alla fine e vedo la vecchia sorridere (strano, molto strano) e borbottare un grazie Gesù al quale rispondo con una smorfia.
Ritorno in camerino, togliendomi in fretta questo vestito e rimettendo i vestiti che avevo prima, per poi uscire e ritrovarmi davanti la faccia di una commessa.

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