Chapter TwentyEight.
"Hemmings! Tre cappuccini al sedici. Ma ci sei o ci fai?"
Una settimana. Una settimana che lavoro senza sosta. Una settimana che Sam è dall'altra parte della nazione. Sette giorni che il sole batte sui tetti delle case di Baltimora. Come a farmi vedere che il mondo va avanti. Che se ne fotte di come sto io. Prendo il vassoio che è in bilico sul bancone di legno, e mi muovo con destrezza tra i piccoli tavolini rotondi, fino al numero sedici. E indovinate un pò? Ashton, Calum e Micheal, sono lì che mi sorridono, guardando prima me e poi il vassoio nero, da dove esce un delizioso aroma di caffè e panna.
"Dammi qua!" Urla Micheal prendendo il suo cappuccino e portandeselo alle labbra. Io sorrido nel vederlo.
"Dai, siediti!" Mi dice Calum, dandomi una pacca sulla spalla. Io alza un sopracciglio, sorpreso della sua proposta. Indico il grembiule anch'esso nero,che mi fascia i fianchi.
"Sto lavorando."
"Abbiamo saltato due ore per te. Siediti e fai poche storie." Borbotta riccioli d'oro senza staccarsi dal telefono.
"Ma che onore Ash!" Lo schernisco prima di sedermi. È inevitabile. Quando sono con loro, riesco a non pensare al resto. Per loro è così facile ridere, e prendere di petto la vita. Sembrano nati per questo. Mi guardo intorno,e trovo Adam, un cameriere con quale ho fatto amicizia.
"Ehi Adam, mi sostituisci per un pò?" Lui si gira e mi guarda. Poi sbuffando, torna al proprio lavoro.
"È di poche parole!" Ridacchia Micheal, con il viso pieno di schiuma bianca.
"È sordo, rincoglionito." Rispondo io seccato.
"Ma io sordi parlano."
"È sordo dalla nascita. Non sa tante parole, è logico Mike. E in più non gli piace la sua voce. Ma non siete qui per spettegolare su Adam, giusto?" Chiedo. Voglio arrivare dritto al punto.
"Hai ragione, Hemmings. Volevamo farti una proposta."
"Che proposta?" Mi sporgo verso Calum, che di colpo ha abbassato la voce, fino a ridurla ad un sussurro.
"Potrebbe cambiarci la vita." Io aggrotto le sopracciglia, ma proprio quando Ash, sta per riprendere il discorso, una fastidiosa canzoncina ci interrompe. Ci guardiamo in faccia, straniti fino a quando non capisco.
"È il mio." Dico alzandomi dalla sedia di metallo duro e prendendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni. Leggo il nome che ad intermittenza, mi indica, che dall'altra parte dell'oceano qualcuno mi vuole. Sono sorpreso. È da tanto che non la sento.
"Mamma."
Dico cauto. Faccio un cenno con il capo a Micheal, che annuisce esasperato. Esco di fretta dal bar, mentre Adam mi passa affianco. Il sole mi colpisce direttamente in faccia, costringendomi ad attraversare velocemente la strada, e sedermi su una panchina sotto un albero, che non fa filtrare il calore.
"Figlio mio!"
Dice gioiosa la voce dall'altra parte. Sono felice di sentirla. I primi anni che ero qui, ci sentivamo quasi ogni giorno. Ora le cose si sono complicate, e ci siamo allontanati.
"Come stai mamma?"
Dall'altra parte sento solo un brusio.
"Mamma?"
"Eccomi tesoro. Come sai, non prende bene qui. Dicevi?"
"Niente." Dico deciso, però a chiudere la chiamata. Non riesco a non pensare alla proposta che mi vogliono fare i ragazzi.
"Come sta Sam?"
Io chiudo forte gli occhi, e mi passo una mano sulla tempia. Pulsa forte. Non ho ancora iniziato con le medicine. E il dolore si fa sentire, più forte che mai.
"È da Amy per un pò."
Mento. I miei sono sempre stati in buoni rapporti con il padre di Sam. Non serve anche la mia famiglia preoccupata. Credo che io possa bastare.
"Che bello! Dove abita?"
"Mamma è da anni ormai, che vive a San Francisco."
"Giusto, giusto. Ma non ti ho chiamato per questo." Io sbuffo esasperato. Si sa, gli Irlandesi parlano troppo, ma questa donna è un esagerazione.
"E allora per cosa mi hai chiamato?"
"Wendy è incinta."
"Mamma lo so." Non capisco dove voglia arrivare. Mia sorella è incinta da due mesi,ormai. E sono anche al corrente della situazione delicata dell'embrione.
"La dottoressa ha detto che deve fare dei controlli. E molto probabilmente un operazione."
"Okay."
"A Baltimora." Quasi mi strozzo con la saliva. L'ultima volta che mia madre venne a Baltimora, fecero quasi irruzzione in casa. Quella è una gabbia di matti.
"Perchè?"
"Ma come perchè Lukey? Lì c'è la migliore Dott.essa di chirurgia pre-natale d'America." Risponde ovvia. Odio quel tono. Quello che usava con me e con mia sorella, quando facevamo qualcosa contro le regole.
"E cioè?"
"La Beckermann. Dovresti conoscerla, Lukey. Come mai non la conosci? Non fai i check-up annuali?"
Merda. È lei. La donna che sa tutto. Una delle due donne che sa tutto. Una si è sbarazzata di me, scappando dall'altra parte della nazione. E l'altra, indossa un camice bianco. La donna che vuole infilarmi un ago nelle vene, e farmi perdere i capelli. Ora è mia madre che sente solo un brusio di sottofondo. Mi gira la testa. La vista si riempie di puntini neri, e l'albero diventa di colpo viola."Mamma, devo andare. Fammi sapere quando vieni." Borbotto prima di schiacciare l'icona rossa sul telefono. Lo metto in tasca, ma quello si ribella, e cade bruscamente sull'asfalto andando in mille pezzi. Io cado poco dopo di lui, e prendo la batteria tra le mani. Sono bianche, e tremano, Tanto. Non può essere il tumore. Non può farmi questo. Essere così cattivo. Ma quello è il mio ultimo pensiero, per oggi, o forse per sempre. Chi lo sa. Solo il semplice pensiero che qualcosa dentro di me sia morto. E ho paura, perchè non so che cosa. Poi il nero mi avvolge, portandomi nel mondo delle tenebre.
**
'Ciao.'
'Sono Sam.'
'Io sono Luke, vivo qui affianco.'
È una ragazza bellissima, pensa il Luke di cinque anni. Ha davanti la prima vera donna che ha mai visto.
'Bello.'
'Mia madre dice che dobbiamo fare amicizia.'
Lei lo guarda come se stesse per tirargli un pugno.
'Mi stai parlando solo perchè lo dice tua madre?'
'Probabile. Forse anche perchè sei molto bella.'
**
《Spazio autrice.》
Sarò veloce. Merda, non mi ricordo cosa devo dirvi. Ah, apparte il fatto che questo capitolo fa schifo, con il mio solito ritardo da cogliona problematica, volevo fare gli auguri, ad ogni donna che sta leggendo. Siete delle meraviglie♥
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Shit! I love you
Fanfiction"E quindi?" "Quindi ora sei mia" Due amici. Un passato di cui entrambi farebbero volentieri a meno. Sam è una ragazza con tante ,troppe, paure. Cerca di rimediare a troppe cose. La sua testa è un compleato caos. Per non parlare del suo cuore. Spezza...