Chapter Nine

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Chapter nine.

"Sentiamo. E dovi credi di andare?"

È da un giorno che sono a Londra. Appena sono scesa dall'aereo e ho acceso il cellulare mi sono arrivate 10 chiamate e 23 messaggi da Luke. Solo da lui. Che dicevano roba del genere.

"Hei Sam. Dove sei? Mi stai uccidendo. Ti prego. Torna a casa"

"Ti amo."

Quando lessi quest'ultimo scoppiai a piangere in mezzo a Heatrow tra famiglie che tornavano a casa e Hostess stanche nelle loro divise. Scossa dai singhiozzi mi accasciai su una sedia e passai la notte stringendo il mio cellulare in mano.

"Da Rhys."

"Rhys è da tuo padre genio! Cazzo Sam dai torna a casa."

"Brooke. Ecco vado da Brooke. Tanto lei è fidanzata. Come è che si chiamava quel gran figo, Kylie? Josh? Si qualcosa del genere,giusto? Figo ma molto noioso."

"Sophia. Si chiama Sophia."

"Come scusa? E poi sono io che sono pazza. Oh andiamo Kylie. Brad ti ha proprio dato alla testa."

"No. La fidanzata di Brooke si chiama Sophia. E poi si sono trasferiti a Swansea."

"Ah. È passata  dall'altra sponda quindi? Non l'avrei mai detto. Sai,dovrei chiamarla. È da tanto che non la sento..."

"Sam non cercare di cambiare discorso!"

Sono sempre seduta su una di quelle sedie e sto letteralmente sbraitando al telefono con Kylie. Quella bocca larga di Brad si è fatto sfuggire qualcosa. Giuro che lo ammazzo. Il mio viaggio o la mia fuga,come volete chiamarla sarebbe velocemente arrivata alle orecchie si Luke,che io lo abbia voluto o meno. Una parte di me pregava che Luke venisse a prendermi e mi baciasse con aviditá. Ma non potevo arrendermi ancora prima di iniziare. Dovevo essere forte. Kylie cercava di aiutarmi cercandomi un posto per dormire. Non avevo i soldi per permettermi un albergo o un ostello,e tutti i miei conoscenti a Londra sembravano aver abbattuto i ponti. Io in realtá un idea l'avrei. Ma solo a pensarlo mi venivano i brividi.C'era la casa di mia madre. La casa dove lei viveva prima di venire a Baltimora. La casa della sua e della mia infanzia. In quelle quattro mura erano rinchiusi troppi ricordi. Ero venuta qui per staccare un attimo, non per riallacciare i rapporti.

"E se andassi nell'appartamento di Rhys?"

"Secondo te, il fratello più stronzo che io abbia,non che Sean sia da meno, vuole darmi il suo appartamento per non so quanto? Poi è a Holborn!"

"E allora? Holborn è un bel quartiere! Ci sono tanti ristoranti thailandesi. "

"Si ma dal momento che la mia idea non era di andare a vivere con dei thailandesi l'idea di Holborn è bocciata."

"Sul serio Sam? Vuoi davvero andare per non si sa quanto, a vivere a Penge? Fai sul serio? Vuoi andare a stare in quella casa? E perdipiù Holborn è molto meglio di Penge. In primis, sei andata a Londra,cosa che non apprezzo molto, per staccare la spina. Non puoi andare nella casa di tua madre. Non ha senso!"

"E in secundis?"

"In secundis non credo che tua madre abbia lasciato prima di andarsene venti anni fa delle chiavi sotto lo zerbino o nel cactus per la figlia che scappava dal suo grande amore."

"Ah perchè Rhys sì?"

"Rhys sì."

"..."

"Allora?"

"E Holborn sia. "

****

"Sono venti pounds e cinquanta."

"Come scusi? Venti pounds e cinquanta?"

"Il tachimetro scorre. Tic-tac, tic-tac."

"Vaffanculo."

I taxi di Londra sono sempre gli stessi. Esagerati. Esco, e prendo la valigia, non dopo aver messo nella mano di un uomo dal forte accento Pakistano venti pounds. Appena metto il naso fuori dalla macchina nera, mi rocordo dove sono. Il cielo è coperto, e non si riesce a capire se piove o no. L'odore forte dei ristoranti orientali si fonde con lo Sturbucks all'angolo. Una calca di impiegati in giacca e cravatta e tallieur escono dalla metro, diretti ai loro uffici. Riconosco il pub, difianco a casa di Rhys. Proprio sotto un officio di un geometra o qualcosa del genere. Attraverso la strada,cercando di ricordarmi come funziona in Gran Bretagna. Molto probabilmente finirò sotto un bus rosso a due piani pieno di tedeschi. E cinesi. Arrivo però, dall'altra parte della strada sana e salva e un ristorante italiano mi attira. No okei, prima andiamo a casa e poi forse possiamo passare anche qui. Mi chiedo dove sia finita la mia coscienza. Di solito, li fa lei questi lavori. Meglio. Giro l'angolo e eccola li. La porta di legno scuro. Mi avvio avvelocizzando il passo dato che ora piove seriamente. Abbasso la maniglia con la mano libera e con quanto stupore ci possa ancora essere in me scopro che è aperta. Vaffanculo Kylie! Dovevo andare a Penge. Apro la porta del tutto e  trascino dentro il trolley. Sento dei rumori provenienti dalla cucina. Fantastico! C'è pure qualcuno. Lascio la borsa all' entrata di quella casa che conosco ormai a memoria. Sento delle padelle sbattere e i fornelli accesi.

Mi avvicino ma il parquet scricchiola. La mia delicatezza è sotterrata da anni ormai.

"Cazzo!" Impreco a bassissima voce sperando che il cuoco o la cuoca nell'altra stanza non mi abbia sentito.

"Hei! Chi è? " Perfetto! Il ruomore delle pentole cessa di colpo e sento dei passi nella mia direzione.

La prima cosa che noto sono due grandi braccia abbastanza tatuate. Ma io quei tatuaggi li conosco! Li! Ecco li c'è anche il mio nome.

"Sam?"

"Sean?"

"Sam!"

"Sean!"

"Hei Sean. Chi è? Aspettavi qualcuno?" Un altra voce si avvicina. Ormai non c'è dubbio.

"Sam?"

"Rhys" sospiro

"Che cazzo ci fai qui?"

"Scappo. Potete ospitarmi?"

《Spazio autrice》

Regalino della settimana. Mi sono impegnata molto a scrivere questo capitolo anche se so che è un capitolo di passaggio. Ho cercato di allungarlo un po rispetto al capitolo otto. Ho visto con piacere che stiamo aumentando e io amo ognuno di voi. Davvero,grazie. Come ho detto precedentemente, la scuola mi prende gran parte del tempo. Quiiiindiiiiiii! I capitoli li posterò soprattutto nel weekend. Se siamo fortunati anche uno durante la settiamana. Anyway! Vi amo davvero tanto. Grazie. Voglio tanti voti e tanti commentini.

Love ya♡

Shit! I love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora