Chapter Twelve

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Chapter twelve

"Non ti facevo così."

"Così come?"

"Strano..."

Io e Matt eravamo vicini. Troppo vicini. Mi aveva accompagnata a casa e ora mi stava,con fare abbastanza malizioso,seducendo attacata al muro di casa dei miei fratelli. Cercavo di stare al gioco,ma era davvero difficile. Rabbrividii per una folata di vento che ci colpì violentemente.

"Hei Sam. Sei bella."

"Grazie?"

"Prego." Sussurò lui a due centimetri dalla mia bocca che tremava.

"Hai freddo?" Soffiò sul mio collo massaggiandomi la schiena. Il ragazzo ci sapeva fare.

Mi presi coraggio e poggiai le mani sul suo petto allontanandolo un pò.

"Senti Matthew..."

"Matt"

"Si giusto. Senti Matt, sono stata benissimo con te oggi,ma non ti faccio salire. Scusa,ci vediamo domani?" Volevo davvero rivedere quel ragazzo. Mi faceva sentire bene. Un sorriso che illuminava nella notte si disegnò sul suo volto.

"Certo Sam. Ti chiamo io. Notte bella." Disse prima di schioccarmi un bacio sulla guancia. Si girò e si incamminò  nel buio di Londra,diretto verso la metro.

Rimasi ancora per molto lì, a guardare quell'ombra barcollante che si allontanava sempre più.

"Mi scusi,sa dirmi dove è l'hotel London Park?" Vengo scossa da una voce orribilmente familiare. Ma non può essere lui.

"Ehmm si certo. Va avanti e poi all'angolo con lo sturbucks giri a destra ed è proprio lì." Sorrisi cercando di scrutare meglio il viso del ragazzo,ma era tutto buio.

"Grazie mille. Buonanotte."

"Notte."

LUKE POV'S.

"Notte." La voce della ragazza era un sussurro. Cazzo! Era così uguale a Sam,ma non si vedeva niente. Mi allontanai in fretta stringendomi nel cappotto. Svoltai l'angolo proprio come mi disse di fare la ragazza e trovai l'hotel. Non era male. Una grossa insegna luminosa annunciava  che erano aperti ventiquattro ore su ventiquattro.

"Benvenuto all' London Park Hotel." Entrai e mi incamminai verso la "reception" strisciando gli anfibi sulla morbida moquette.

"Si bravo. Dammi una stanza." Un asiatico sorridente anche alle due di notte mi porge una chiave con disegnato sopra il numero 21.

Il compleanno di Sam pensai.

Ah te lo ricordi?

"Buona permanenza. La sala da pranzo offre l'occasione di fare colazione dalle otto alle undici. Buonanotte caro."

"Se lo dici tu. Ciao" Salgo le scale. Avete in mente un foglio di carta?

Ecco le pareti di questo dannato all'albergo erano della stessa consistenza. Affrontai quattro corridoi e arrivai alla stanza numero 21. Finalmente un letto,se si poteva chiamare così. Mi stesi e chiusi gli occhi. Feci un respiro profondo. Piano piano mi addormentai con l'immagine del suo sorriso stampata nella mente.

****

"Pronto?"

"Hei collega! Ti ho svegliato?"

"No, no non mi hai svegliata. Ero in piedi dalle sette."

"Dio Sam! Non sai mentire neanche al telefono. "

"Mi hai chiamato solo per questo?"

"No. Devo dirti una cosa. I miei hanno detto sì!"

"Oh mio Dio Matt! Come hai fatto?"

"Hmmm vuoi saperlo?"

"Matt?!"

"Gli ho detto che ti piace Dickens. Loro amano Dickens."

"Ma io odio Dickens!"

"Sono da te fra venti minuti. Fatti trovare pronta, piccola"

Vent'otto dicembre. Ore 10:14. Quattro gradi qui nella capitale dell'isola europea. All'angolo tra Charles Street e Victoria Street in una casa silenziosa c'è una ragazza americana con il cuore spezzato e con un nuovo lavoro. Esco veloce dal letto e mi precipito verso l'armadio quando mi accorgo di essere un mostro e che Matt mi verrá  a prendere tra venti minuti. Mi vesto in fretta e furia e vado in bagno a prepararmi. Purtroppo non ho tempo di fare una doccia calda di quelle che rillassano alla grande. Scendo le scale saltellando come una scema per tutta la casa in cerca della mia  Dr. Martens sinistra mancante. Una volta trovata,sotto il divano,(solo Dio sa come ci è arrivata) faccio in tempo a dare un morso a una mela che il cmpanello suona.

"Sorgi e risplendi! Un nuovo giorno è qui!"

"Se ci frequenteremo ancora per molto devo fare una ricerca su come opprimere il tuo entusiasmo mattutino. È odioso Matt."

"Zitta. Ti porto in un posto speciale. "

"Devo fidarmi? Non è che mi vuoi portare in un vicolo buio,sbattermi al muro e stuprarmi?"

Sul volto di Matthew compare una smorfia innoridita.

"In primo luogo, è di pessimo gusto. Pensavo mi ritenessi un uomo con un po più di gusto. Secondo,se e quando arriverá il momento di farti mia,mi dispiace infrangere i sogni erotici che fai su di me,disicuro non sará in un vicolo londinese."

Quando quella bocca perfetta pronuncia la frase "farti mia" una sfilza di brividi mi attraversano il corpo e le gambe tremano.

"Guarda che i vicoli hanno il proprio fascino."

"Vogliamo stare sull"uscio della porta di casa tua a parlare di stupri per le strade o vuoi andare alla biblioteca nazionale?"

I miei occhi si illuminano e il  corpo non risponde ai comandi. A grandi falcate raggingo la porta lasciandomi alle spalle Matt,immediatamente piena di energia.

Lui si gira e mi abbraccia da dietro. I nostri corpi sembravano fatti su misura. Si avvicina e mi bacia il lobo prima di sussurrarci a due millimetri di distanza

"Buongiorno Bukowski"

"Mi sei mancato Dickens"

"Abbiamo giá dei nomignoli."

"Che cosa orrenda."

Chiudo gli occhi e mi rilasso al suono della sua risata linpida ma allo stesso tempo così dannatamente sexy.

Spazio autrice》

Ma ciao belli! Come va? Ho visto che stiamo aumentando. (♥)

Ci ho messo tantissima forza di volontá a fare questo capitolo. Praticamente andavo avanti a frasi. So che non succede niente di che,ma Luke incontra Sam, e vivono vicino. Che ne dite? Risuscirá Luke a trovare Sam?

Ho avuto un blocco o come volete chiamarlo e sono anche stata piena di verifiche. Quindi scusatemi per il lungo tempo di pubblicazione e vi giuro che il prossimo capitolo sará:

1.più lungo

2. Più bello

3. Ci saranno tante svolte.

Detto questo votate e commentate.☆

P.s. pregate per me . Ho il test di storia.

Shit! I love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora