Chapter Eighteen

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Chapter eighteen.

Sono tutti lì,davanti a me. Seduti sul divano,a scrutarmi attentamente. Abbasso il capo,immediatamente in imbarazzo. C'è Calum che si guarda intorno. C'è Ash che stritola la mano di Gemma,visibilmente a disagio. Micheal che cerca il mio sguardo. Luke,bianco in faccia. Gli occhi rossi. Ha tutta l'area di chi non ha dormito per tutta la notte. E poi c'è Kylie,che si tortura le unghie,pichiettando con la scarpa sul tappeto. Ho passato la notte su una panchina a pensare a tutto. Mi sono fatta di quei film mentali che se li vedrebbe Spilberg sarebbe fiero di me. Ho pianto. Pianto per Luke. Pianto per Kylie. Per Matt e per Mark che manca da due anni.

"Sam..."È un gemito quello che arriva alle mie orecchie. Non alzo la testa,perchè so benissimo che è stato Cal. Sospiro pesantemente. Questo silenzio è assordante. Rivela troppe cose scomode. Faccio un passo con le gambe tremanti.

"Lasciatemi stare." La voce strozzata, insicura esce dalle mie labbra.

"Vi prego. Lasciatemi sola." Passo affianco a Luke,che mi guarda sconsolato. Sento il suo odore,e vedo gli occhi azzurri,che mandano a puttane il mio battito cardiaco. Passano secondi,minuti,ore e forse anni. I suoi occhi tormentati,quelli che amo. Passo avanti,non ora penso. Che scena penosa. Sei ragazzi,amici per la pelle. Quasi fratelli,che non riescono a guardarsi in faccia. Ad affrontare la realtá. Solo adolescenti impauriti. Che scoprono il mondo a tastoni. Con una benda sugli occhi. Salgo le scale,lasciando che le lacrime più audaci,formino un'autostrada sulle mie guancie.

*****

"Sam cavolo! Sono tre giorni che non esci di li. Ci stai facendo preoccupare."

"Chi sei?"

"Io."

"Io,chi idiota?"

"Luke."

"Va via. Non voglio vedere nessuno. Menchemeno te e l'altra. Cacciala da casa mia. So che è ancora qui. "

"Sam,Kylie è qui perchè ti vuole bene."

"No. Lei mi odia. È colpa mia."

*****

"Piccola Jhonson."

"Che vuoi Clifford?"

"Voglio solo vederti."

"Prometti."

"Che cosa devo promettere?"

"Che sei solo. Che non c'è Kylie con te. O Luke."

Un sospiro pesante. Scommetto che Mucheal si sta scompigliano i capelli. Lo sento appoggiare la schiena alla porta. Sorrido,è esattamente nella mia stessa posizione.

"Prometto."

"Sulla tua chitarra?" Ridacchio appena anche se mi fa malissimo il petto.

"Giuro. Sulla mia chitarra. Ora apri piccola Jhonson."

Apro? Sono uno straccio. Per tre giorni non ho fatto altro che piangere. Ogni volta pensavo che le lacrime fossero finite,eccone altre e altre ancora. Ho gli occhi rossi,gonfi. Mi fa male tutto,dalla testa che sembra scoppiami alle gambe che non smettono di tremare. Ma tanto è Micheal,penso. Lui non giudica.

Mi faccio forza e metto la mano sulla maniglia fredda. Rabbrividisco a quel contatto.

"Oh Sam. Piccola mia." I suoi capelli sono rimasti gli stessi. Strano,credo.

"Entra."

Mi faccio da parte,lasciando la possibilitá a Micheal di varcare la soglia della stanza.

"Parliamo." Sospira ancora e incastra i miei occhi,stanchi per le ore piccole con i suoi,che hanno oggi,un colore più chiaro. Quasi grigio. Come il mare sul porto di Baltimora,in una giornata piovosa.

Shit! I love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora