Chapter sixteen

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Chapter sixteen.

Fa paura. Fa paura tutta questa bellezza assieme. I suoi capelli,i suoi occhi grandi. Le lentiggini che scoppiano sulle guancie rosee. Le labbra rosse,leggermente socchiuse. È l'incubo di un uomo. Una donna che è favolosa anche quando non si sforza di esserlo. Ma la magia si spezza. L'incantesimo finisce nell'esatto momento in cui fa muovere quelle labbra.

"Dove sei stato?" Vedo qualcosa di diverso nei suoi occhi. Preoccupazione? Di sicuro tanta rabbia.

"Sono andato a trovare Mark." Mark,Mark Mark Non ti sto mentendo Sam.

"Nota bene Luke. Il lunedì è fatto per andare a scuola. Non per fare vela!"

"Sta zitta." Mi mordo la lingua nell'esatto momento in cui quelle parole sciovolano fuori dalle mie labbra. Due occhi grandi si sgranano. I suoi occhi. Cerca di dire qualcosa,ma le parole non salgono e si rifiutano di collaborare con le corde vocali. Rumorosamente manda giù  il nodo stretto che non la fa respirare. Trema,le mani e le gambe. Trema tutta. Allungo una mano ma lei si scosta bruscamente andando a sbattere contro il secchio della spazzatura.

"Ah Sam. Oggi viene Alice a fare chimica a casa nostra. Dobbiamo fare un lavoro insieme. " sorrido strafottente. Sono sadico,lo so. E boh,forse qualcuno di voi aveva alimentato qualche simpatia nei miei confronti che però abbandonerá ora. Ma mi piace vederla soffrire per poi baciarla e idolatrarla. So che sembra stupido ma questo vi verrá spiegato più avanti.

Tempo al tempo.

"Chi cazzo è Alice?" Sbotta Sam mettendo le deboli mani sul mio petto. Cerca di divincolarsi facendo movimenti,che però peggiorano la mia di situazione. O forse meglio dire la situzione del mio autocontrollo.

"Gesù Cristo" Biascico guardandola nelle iridi profonde.

"Prima di tutto Sam,stai ferma. Cazzo! Stai ferma. Ne va della tua integritá. In secondo luogo Alice,è una mia compagna." Detto questo a malincuore mi stacco da lei e mi allontano. Senza più guardare in dietro.

*****

'Bhe allora buona fortuna amore mio. Fammi sapere. Mi manchi.

Bradxx'

Sbuffo allacciandomi il cappotto prima di uscire di casa. Non ho per niente voglia di incontrare mio padre. Prendo il cellulare ed esco. Quello non si può neanche chiamare padre. Un papá è quello che ti insegna a nuotare. Che ti porta a vedere le partite dei Baltimore Bullets. Che ti fa mangiare il tuo primo Hot Dog e che ti porta a New York il week-end. Niente giacca e cravatta. Niente viaggi in Cina e in Medio Oriente. Niente di tutto ciò. Solo un padre che ti sorride. E che ogni tanto ti abbraccia. Chiedo troppo? Non credo. A passi lunghi raggiungo il Caffè Paris o qualcosa del genere. Dio! Quanto odio Baltimora. È un cittá grigia. Senza un'identitá. Quando pensi all'America. Cosa ti viene in mente? New York, L.A, Vegas e San Francisco. Si insomma,di sicuro non ti viene in mente il Maryland. Io però non posso lamentarmi. Vengo da Santa Fe. Scommetto che la metá di voi non sa neanche dove si trova. Bhe è la capitale del Nuovo Messico. In parole povere, un caldo assurdo. Ed è strano per una ragazza nata nel deserto calpestare ora la neve.

"Ciao Olivia." Eccolo lì,quel figlio di puttana. Sorride come se non mi avesse mai lasciato. Come se non avesse sposato una donna che mi ha distrutto. Come se non avesse preso a pugni il mio primo fidanzato.

"Non chiamarmi Olivia." Olivia è il mio secondo nome. Ormai solo lui e mia madre mi chiamano così.

"Vuoi un caffè,Olivia" Ma cazzo. Te lo devo dire in Aramaico Antico? Mi chiamo Kylie.

"No. Non voglio niente. Andiamo al punto."

Lui sbuffa e si siede pesantemente sulla sedia. Il faccio lo stesso ma dall'altra parte del piccolo tavolo. Non passa minuto senza che mio padre guardi il BlackBerry. O che guardi l'orologio appeso al muro.

"Bhe vedi,Olivia. Sono molto malato. Mi hanno diagnosticato un cancro al midollo. Non ho molto tempo. Devo fare un trapianto. Ho chiesto a tutti. Ma nessuno è compatibile. E tu,si insomma, sei quello che sei Olivia."

"Sono tua figlia."

"Si,proprio quello. Puoi fare gli esami per vedere se sei compatibile?" 

No. Aspetta un attimo. Lui,che non riesce neanche a dire che sono sangue del suo sangue,che non mi guarda in faccia,che mi odia mi ha appena chiesto di salvargli la vita.  Di allungargli quella vita,permettendogli forse di rovinare per altri dieci anni la mia. Mi chiede di andargli incontro. Vorrei alzarmi,guardarlo in faccia e urlargli contro. Urlargli che lo odio. Che ha mandato a puttane tutto. Che non farò un cazzo,di quel che ha appena detto. Vorrei avere il coraggio. Ma io non sono così. Non sono Sam che forse se ne sarebbe giá andata,mandando a fanculo tutti. No,io farò quei dannati test. Io mi farò infilare nella pelle alcuni aghi sperando che non siano compatibili. Perchè,che cosa abbiamo di compatibile noi? Spero niente. Mi vergogno perfino del fatto che nelle mie vene scorra il suo sangue.

"Papá,lo farò. Lo farò,ma non per te. Lo faccio. Ma per me e per la mia coscienza. Non sono stronza abbastanza per mandarti a fanculo come avrei giá avrei dovuto fare dieci anni fa. Ti farò sapere."

Detto questo mi alzo e me ne vado. Sola in questa fottuta cittá,che ormai non sa di niente ma sa di troppo.

*****

"Tu che cosa?"

"Dai. Perfavore."

"No. No no. Che?"

Grienfield Street. Volete sapere chi ho davanti? Il signiorino Stuart.

"Rinizia."

"Ero fidanzato. Giusto?" Ma che cazzo? Ma lui non era a Londra? Nom doveva andare a Oxford?  Oh mio Dio. Non ci sto capendo niente.

"Si."

"Ci siamo lasciati. Cosa che però i miei non sanno."

"E a me?"

"Devi far finta di essere Kacey. Per un week-end. "

Chi?

"E?"

"Oh andiamo Sam! Kacey era la mia ragazza. E io devo presentarla ai miei. Ma io e lei ci siamo lasciati. Quindi,tu devi fare Kacey. "

"Quindi devo far finta di essere la tua tipa?"

Matt mio caro,cambia spacciatore.

"Esatto." Il suo sorriso mi fa girare la testa.

"Ah. E io cosa ci guadagno?"

Sbuffa pesantemente. Allunga le mani fino a posarle sulle mie spalle.

"Ti prego."

"Io ho scuola."

"Troveremo un modo." I suoi occhi si illuminano di una luce speranzosa. Ma si sente questo quando parla?

"Me lo devi."

"Te lo devo? Io a te non devo proprio niente. Hai capito gran figlio di troia? Ci hai provato con me per due settimane. Sono venuta a letto con te e poi 'Kacey sono una gran puttana Smith' ha bussato alla porta del tuo appartamento. Io a te non devo proprio niente."

"Hai pensato ad alta voce. Di nuovo."

"Oh."

"Vabbè. Comunque, mi aiuterai?"

《Spazio autrice》
Ehehehe! Un po di suspance fa bene all'anima! Anyway! Cosa ne pensate? Sam aiuterá Matt? E Kylie aiuterá suo padre? Alice e Luke? Ah devo dirvi un altra cosa importante! PASSATE PER QUESTA STORIA. È BELLISSIMA. IO L'HO LETTA E MI PIACE TANTISSIMO.
SI CHIAMA:
Love? Maybe
Di:
Cristina_001
Grazie.
Se volete pubblicitá scrivetemi dove volete. Nei commenti qua sotto,in bacheca o in chat privata. Dove volete! Detto questo vi lascio vivere la vostra bellissima vita in pace.
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Love ya♡
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Shit! I love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora