Chapter Eleven.
Confusione. C'è un altra parola per descrivere la confusione? Certo,c'è la metro di Parigi nell'ora di punta ma non stiamo parlando di questo. Anche perchè io non mi trovo a Parigi ma a Londra e non sono in metro. Ma ho lo stesso un forte senso di confusione che mi stringe lo stomaco fino a farmi male. Stringo il telefono in mano incurante della neve che me lo rovina. Perchè,a che cosa servono tutte queste cose inutili se poi non hai l'essenziale? L'essenziale che ti fa stare bene. A me manca il mio. L'avrete giá sentita quella storia del destino e del filo che ci lega no? Ecco io non sono per niente d'accordo. La leggenda dice che siamo legati con la nostra anima gemella e prima o poi ci incontreremo. È inevitabile. Sono però del parere che questa roba qui sia una grande cazzata. Io ho incontrato Luke. Ma chi mi dice che lui sia la mia anima gemella? Forse ho incontrato la mia anima gemella oggi e non me ne sono resa conto. Una persona incontra un altra. Si innamorano e si mettono insieme. Fanno tanti figli e vanno a vivere a Seattle. Niente anime destinate e fili legatori. Molto semplice. La cosa però mi spaventa. Ah e poi c'è un altra cosa che mi spaventa. Il fatto che io non abbia minimamente pensato alla telefonata di Luke. No, cioè! Ci ho pensato. Eccome se ci ho pensato. Ci ho pensato fina a mandarmi a puttane il cervello. Fino a terminare tutte le lacrime. Ma poi il mio pensiero si è involontariamente posato sul ragazzo della libreria. Matthew. Il ragazzo dal sorriso perfetto. Non quanto quello di Luke ma perfetto lo stesso. Scusatemi. Vi ho detto una piccola bugia. Sono in metro invece. Sto tornando a casa con mille pensieri per la testa e una sola idea che mi serva. Dove sta andando Luke. Sta venendo da me? O sta andando a fare il giro del mondo con Amber la troia?
Sono stretta tra due ragazze con il velo che gli coprono tutto il corpo. Stanno parlando animatamente con gesti e movimenti in una lingua diversa dall'inglese. Forse arabo. Una delle ragazze ha le mani molto curate. Le dita lunghe e mulatte ospitano all'estremitá delle unghie colorate di rosso corallo molto appariscenti. Ha una fede o comunque un anello al dito. A massimo quindici anni. Tiene in mano appoggiato sulle esili gambe un sacchetto di Harrods molto grande da dove spunta un vestito rosso fuoco di Valentino. Abbasso leggermente il capo immediatamente intimidita da quella ragazza che mi guarda attententamente. Sto giocando con le mie Dr. Martens nuove quando il mio cellulare ancora stretto nella mia mano viola per il freddo vibra. Ho appena ricevuto un messaggio da un numero sconosciuto.
"Hei Sam. Sono Matt,quello della libreria. I miei non sono ancora tornati. Ma oggi ti va di uscire insieme? Possiamo andare a mangiare fuori se ti va.
Possiamo fare tutto ciò che vuoi. Dopotutto ho il diritto di conoscere la mia futura collega? Ah e poi devo ammirare la tua bellezza più da vicino. Oggi sei scappata così in fretta. Matxx"
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"Scrittore preferito."
"Bukowski"
"Mhh"
"Come mai quella faccia sign.Stuart?"
Volete la veritá? Sono uscita con lui. Ho chiuso gli occhi e mi sono ripromessa di non pensare al presunto amore della mia vita. Ho fatto un respiro profondo e ho pensato a Matthew. Al suo sorriso e ai suoi occhi verdi,così compatibili con i miei. E ora mi ritrovo seduta in un ristorante costosissimo davanti a un ragazzo bellissimo e a un piatto di spaghetti buonissimo.
"Matthew Stuart. Se ora mi dici che non apprezzi Bukowski, ti informo che hai perso tutte le tue possibilitá nel conquistarmi. Come fai a dire che non è bravo?"
"Non dico che non sia bravo. Dico solo che sia un pazzo maniaco psicopatico."
"Solo se sei pazzo abbastanza da pensare di poter cambiare il mondo ci riesci."
"Ah e vuoi dirmi che Bukowski ha cambiato il mondo?" Rispose lui con un sorriso a trentadue denti.
"Ne sono più che certa.Ma spiegami una cosa. Tu sei inglese giusto?"
"Di Londra. Nato e cresciuto qui dietro l'angolo."
"Bene. Allora come mai,dato che si capisce che stai messo bene economicamente, lavori nella libreria dei tuoi?"
Chiesi con un po di imbarazzo.
"Amo i libri. Ecco tutto. Poi non ci lavoro sempre,dato che sto a Oxford. Ma se tutti i giorni da quella porta entrasse una ragazza come te giuro che interrompo gli studi all'universitá. " Dice lui arrossendo un pò per l'imbarazzo. È davvero carino.
"Oh mio Dio Matt! Smettila di provarci così spudoratamente con me!" Quasi urlo tenendomi la pancia per le risate.
"Mi scusi milady. Ma è davvero impossibile."
LUKE POV'S
"Mi scusi. Permesso,no,si ecco grazie."
Uff! È da tanto che non venivo a Londra ma Heatrow non è cambiato per niente. La solita calca di persone che vanno e vengono in tutte le direzioni di questo mondo.
"Hei sign.rino! Si proprio lei! Ha dimenticato questo." Mentre cerco un taxi vengo violentemente strattonato per una spalla. Mi giro un po scocciato. Voglio andarmene da qui il prima possibile. Baltimora dopotutto non è una megalopoli e io non sono più abituata a vivere in mezzo a questo caos. Cambio però immediatamente idea quando mi ritrovo faccia a faccia con una vecchia signora che tra le mani rugose tiene il mio iphone che perdipiù squilla. Sullo schermo che si illumina compare il nome 'Kylie."
Oh merda. Sono fottuto. Quello stronzo di Micheal. Questa me la paga. Ma il mio primo problema è che il mio cellulare stava ancora nella mani di quella svampita nonnetta. Stavo per aprire bocca quando dietro la cara nonnina comparve un uomo sulla trentina.
"Hei mammina. Cosa succede? Dai dagli il cellulare. Non vedi che la fidanzata lo sta chiamando?" Siano benedette le generazioni moderne!
Ancora poco convinta la 'mammina' poggiò il cellulare sul palmo della mia mano protesa verso di lei. Mimai un grazie al 'figlio' e mi affrettai a rispondere all'uragano Kylie.
"Pronto?"
"Tu sei scemo. Tu sei fuori. Ma proprio fuori. Fantastico! I miei due migliori amici sono in Inghilterra. Cosa pensate di fare voi due cretini,eh? Una caccia al tesoro,per le vie di Londra innevata? Bhe si Hemmings sarebbe pure una bella idea se magari la tua donzella ti volesse vedere. Toglitela dalla testa. Lei ora sta li e tu qui. No,cioè ora stai li anche tu ma mi hai capito. Quindi ora o sali sul prossimo aereo per Baltimora o ti giuro che quando ti vedo la prima cosa che faccio è che ti faccio circoncidere da uno con un tic alla mano. No Brad! Cazzo non sto calma. Ti rendi conto?"
Feci un forte respiro e attaccai.
"Senti Kylie, Brad ha ragione. Devi stare calma. Fai un respiro profondo e siediti. Allora,io sono venuto qui. Cerco Sam e torno a casa. Stai tranquilla. Se non mi vorrá più vedere, lo accetterò e tornerò a casa. Promesso." Non ero per niente convinto di quello che avevo appena detto ma dovevo rassicurare Kylie.
"Ecco visto? È qui che sbagli. Giurami una sola cosa. Non ti arrenderai mai. Riprenditi il suo cuore. Ti spetta di diritto."
"Lo giuro."
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Shit! I love you
Fanfiction"E quindi?" "Quindi ora sei mia" Due amici. Un passato di cui entrambi farebbero volentieri a meno. Sam è una ragazza con tante ,troppe, paure. Cerca di rimediare a troppe cose. La sua testa è un compleato caos. Per non parlare del suo cuore. Spezza...