Chapter ThirtyFour

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Chapter ThirtyFour
Ormai avevo vent'anni. Il mio migliore amico stava per morire e io, insieme a tutti i miei amici-quei pochi- ero seduto per terra, sull'erba bagnata dalla rugiada. Erano le due di notte. Luke mi aveva chiamato scusandosi se mi aveva svegliato. Gli avevo risposto che non doveva preoccuparsi. In realtá, non chiudevo occhio da quando ero andato a trovarlo in ospedale. Da quando Cyeril mi aveva lasciato ed era ripartita. Ma questo non lo dissi a Luke. Mi misi velocemente la prima cosa che trovai e svegliai Micheal. Lui mi guardò con gli occhi rossi, di certo non a causa del brusco risveglio. Mi guardò con una muta domanda negli occhi.
Se ne sarebbe andato?
Non risposi semplicemente perchè se lo avessi fatto sarebbe stato come concretizzare tutto questo.
Ashton non era più tornato a casa da quando era andato da Luke. Mi aveva mandato un messaggio dicendomi che era tutto okay. Ma non lo era. Niente era okay. Cyeril mi aveva lasciato e non sarebbe tornata. Mi aveva mollato, lei che tanto avevo faticato ad avere. L'unica che aveva significato davvero qualcosa. Micheal mentre si metteva le scarpe, alzò lo sguardo verso di me che lo aspettavo sulla soglia della porta. Si alzò di scatto e mi abbracciò. Ricambiai e lo strinsi forte a me. Il suo corpo era scosso dai singhiozzi e in poco tempo ci trovammo a piangere a dirotto.
"Alex se ne è andata."
Singhiozzò lui. Io annuì. Alexandra, la migliore amica di Cyeril. Era la parte della scommessa assegnata a Micheal. Era partita ed era sparita insieme alla mia Cyeril.
Micheal ha sempre ammesso che non c'era nient'altro oltre alla scommessa tra di loro. Ma la sua reazione spiegava tutto.
"E ora se ne andrá anche Luke. Perchè?"
Io mi allontano e gli prendo la mano.
"Non possiamo farci niente."
Lui mi guardò, con le lacrime che non smettevano di scendere.
"Perchè noi? Insomma, ne abbiamo fatte tante di cazzate, ma perchè noi? Il suicidio di Mark, la morte della madre di Sam, la partenza di Bradley-"
Lo bloccai con un vago gesto della mano. Non avevo bisogno della lista dei miei errori. Non avevo bisogno che Mike o qualcun'altro mi ricordasse il dolore della morte del mio migliore amico, all'incidente di mio fratello. Non ne volevo sentire niente perchè in cima alla lista ci sarebbe stata lei. Cyeril. Lo sbaglio più bello della mia vita.
"Andiamo."
Soggiunsi con voce dura. Lui annuì e insieme ci incamminammo verso la macchina. Un ora dopo eravamo sulla collina sotto l'acero che ospitava Mark. Ash era giá lì. Gemma non c'era. Tutti sapevamo che era tornata a New Orleàns. Tutti eravamo al corrente della lite che quei due avevano avuto. E del "bambino" di Kylie. Kylie che era seduta vicino al ragazzo dai riccioli biondi. Lui la guardava, famelico. Ma lei guardava altrove. Guardava Bradley che fumava una sigaretta poco più in lá. Le spalle larghe, i riccioli marroni, una felpa grigia con lo stemma di Oxford.
"Loro?"
Sussurrai cercando di farmi sentire sopra il rumore dei grilli. Il cielo era nero, puntellato di stelle. L'aria fresca di fine Aprile rendeva tutto più sopportabile. Meno perfetto. Se non ci fosse stata la tomba di Mark lì, ci avrei portato Cyeril una notte,pensai.
"Stanno arrivando."
Rispose qualcuno. Ma io non stavo più ascoltando. Stavo pensando a quanto sarebbe stato bello baciare quelle labbra di nuovo. Passare le dita tra i suoi capelli neri. Dirle che l'amavo, che ero stato un coglione. Ma lei non era lì. Capii cosa intendeva Luke, quando mi diceva che l'unica cosa che gli serviva prima di andarsene era Sam. Lui, che aveva messo la testa apposto. Era cresciuto, Sam lo aveva cambiato. Ed ora era pronto a fare questo passo.

Sentii una macchina arrivare, i fari bruciarmi sulla schiena. Sam scese e chiuse con forza la portiera del guidatore. Fece il giro della macchina ed aiutò il mio migliore amico ad uscire. Mi rifiutai di crederci. Quello non era Luke. Quello era un mostro che si era preso il mio amico. La pelle biancastra, le occhiaie, le ferite, le escoriazioni. Gli ematomi. Lui, che era sempre stato pieno di vita, ora si stava prosciugando della linfa vitale. Il sorriso. Michael, alla mia destra ebbe un sussulto. Mi voltai, e lo vidi piangere. Lui, che non era mai stato bravo a trattenere le emozioni. Brad spense velocemente la sigaretta e andò ad aiutare Sam che tremava. Aveva la vista offuscata dalle lacrime. Lo portarono al tronco dell'acero dove lui si sedette. Distolsi lo sguardo. Non ci riuscivo. Mi ricordava lei. Lei nei suoi ultimi giorni. Ashton si avvicinò e mi posò una mano sulla spalla.
"Cal, so che-"
"Fanculo Ashton."
Sputai con la voce spezzata dalle lacrime. Piansi ogni ricordo, ogni piccolo sprazzo di felicitá, ogni momento con lei. Mi accasciai per terra, ai piedi di Ash, sotto lo sguardo di tutti. Sentivo gli occhi di Luke bruciarmi il collo. Sperai che si sentisse in colpa. Sperai che ricordasse quanta paura avevo di quella malattia. Speravo che si sentisse in colpa, che morisse dentro e che si pentisse di non essersi sottoposto a delle cure. Proprio come lei. Nessuno dei miei cazzo di amici mi aveva chiesto come potessi sentirmi dopo aver perso lei. Luke se ne stava fregando.
"Cal, Luke non è Meredith."
"Non dire il suo nome Irwin."
Urlai. La tristezza era stata messa da parte per far posto alla rabbia.
Mi alzai e camminai verso Luke.
Sam mi si parò davanti.
"Calum, non fare cazzate."
"Stronzate Sam. Sono stronzate."
La superai e mi ingincchiai di fronte al mio amico.
"Sei uno stronzo. Uno stronzo bastardo. Sei pure Irlandese. Dio, ti odio. Perchè? Perchè mi stai facendo questo? Lo sai quanto io abbia paura di quella cosa che ti sta mangiando il cervello."
Lui mi guardava. Una lacrima, una sola fottuta lacrima gli solcò il viso.
"Cal, Meredith non meritava la fine che ha fatto. Calum, sei stato un figlio perfetto. Lei è fiera di te."
Io mi avvicinai. Feci combaciare le nostre fronti. Il mio corpo scosso dai singhiozzi.
"E tu? Tu sei fiero di me?"
"Vuoi scherzare? Hood tu diventerai qualcuno."

"Puoi fare il serio almeno per una volta?"

Lui rise. Quella risata. Sarei diventato gay per quella risata.

"Calum, ti ho sempre invidiato. Spero solo di trovare uno come te lassù. Anzi, so che non ci sarà mai uno come te e quindi aspetto che tu muoia per organizzare le tue fantastiche feste. Ma chi cazzo vogliamo prendere in giro? Tu, sei sempre stato quello che portava avanti il gruppo. Se non ci fossi stato tu saremmo rimasti tutti i ragazzini del liceo."

"Lo sai che quasi la metà della gente qui, va al liceo?"
"Zitto e ascolta. Quando me ne sarò andato, Calum non fare come quando hai perso Meredith. Promettimi solo che non farai la stessa fine. Non voglio che questo Calum scompaia. Mi piace. E piace anche a Cyeril. Tanto. La ami?"
Sentire Luke pronunciare il suo nome mi provocò un fremito. Quando la storia con Cyeril era sul punto di non ritorno, lui era in viaggio con Sam. Eppure aveva capito tutto. Lui, quello che mi capiva sempre. Lui sorrise.

"La amo. Non è niente in confronto a Clarisse. Luke, la amo tantissimo."

Allungò una mano e mi strinse la spalla destra.

"Calum, quando tutto questo sarà finito, va. Va da lei. Un giorno una ragazza mi disse che il cuore di Sam mi spettava di diritto."

Sentii Kylie scoppiare a piangere.

"Il cuore di Cyeril è tuo. Vai a prendertelo con un tiro da tre punti" 

Chiusi gli occhi, vedendo quattro ragazzini giocare a Basket su un campo di cemento. Un piccolo Calum. Un piccolo Ashton. Un piccolo Michael. E infine un piccolo Luke.  Che sarebbe sempre rimasto così. Il piccolo Luke.

"Come Thompson?"

"Sì, come Thompson."

Non lo avrei più rivisto. Mi allontanai. Ashton, Michael, Brad e Kylie si avvicinarono. Kylie abbracciò Sam, che si lasciò andare. Pianse tutto quello che aveva dentro. Sentii Mike singhiozzare, dire che non era giusto. Qualcosa mi disse che Ash e Luke si erano già salutati. Aspettai gli altri. Ci allontanammo. Quel momento era di Sam. Il cuore mi si spezzò ad ogni passo. Avevo lasciato un pezzo di me su quella collina, al funerale di Mark. Avevo dato me stesso alla morte di mia madre. Avevo dato l'anima a quei ragazzi. Ai miei amici. A Luke. Si parla tanto di amore, famiglia.Ma non si parla di amicizia. L'amicizia, quella piccola cosa invisibile che ci lega. Tutti. Eppure, ora sapevo la risposta. Dalla morte di Meredith, una domanda mi rimbombava nella testa. Come il ritornello di una canzone. Scesi la collina. Il respiro affannoso, a causa delle lacrime. E mi girai. Mi girai, perché questo non è un film. Mi girai, e vidi Sam baciare Luke. Lui la stringeva tra le braccia. Le sussurrava qualcosa. Magari che l'amava. Le baciò la fronte. E poi vidi i suoi muscoli irrigidirsi. Ashton mi tirò per un braccio. Mi scansai. Gli occhi sbarrati. Tremavo. Luke chiuse gli occhi. Le gambe si allungarono, fino a sfiorare la tomba di Mark, come a dire, 'sono qui. Con te. Ora ti raggiungo.'
Sam urlò. Le labbra di Luke si incurvarono in un sorriso. Quello non glielo avrebbe tolto nessuno.

Qual'è la morale? La morale della vita?

Beh, ora lo avevo capito. Mi ci erano volute tre morti e un cuore infranto.
La morale è che non c'è nessuna favola.

                             Fine.













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