Chapter Twentyone.
"Luke! Luke,il lavandino perde!"
È domenica mattina e il lavandino perde. Non so che idea voi vi siate fatti,ma noi non viviamo in una reggia. Il nostro è un monolocale,con un fornellino,un minifrigo e due stanze da letto con un minuscolo bagno,ciascuno. Luke ha lasciato la scuola,l'anno scorso e ora lavora come cameriere in un bar in centro. Viviamo con il suo stipendio,dato che io ho da finire gli studi. Ha dovuto mettere da parte i suoi sogni,per iniziare a guadagnare qualcosa di concreto. Mio padre,vive in un centro per matti,ricconi e stronzi. Non sgancia un soldo. I genitori di Luke,gli hanno insegnato a cavarsela da solo e ora lui fa di testa sua,mentre loro vivono in una villona progettata da Renzo Piano,mentre noi viviamo sotto una prostituta.
"Che?" Un Ash Stymens dieci volte più bello,biondo,e senza maglietta mi si para davanti.
"Vestiti."
"Stavo dormendo."
Dice lui con espressione ovvia. L'ho notato,mio caro.
"Comunque,che stavi dicendo?"
"Il lavandino perde."
Lui si avvicina e si china verso il lavandino che gocciola ritmicamente. Mi chino anch'io e gli lascio dei dolci baci sulla colonna vertebrale scoperta.
"Sam,non riesco a concentrarmi."
"Tanto non ci riesci."
"Lo so. Dovremmo chiamare un idraulico."
I suoi occhi si incupiscono perchè sanno benissimo quele sará la mia risposta.
"Non ce lo possiamo permettere."
"Lo so."
"E giù in cucina ci sono tutte le bollette arretrate. Siamo davvero nei casini 'sta volta."
Abbassa il capo e sono quasi sicura che stia piangendo. Gli prendo il mento tra le mani,obbligandolo a guardarmi,negli occhi.
"Non posso inventarmi nessuna cazzata,che se ci amiamo tuttò andrá bene,perchè non è vero. Qui cazzo,ci sfrattono e poi ci tocca vivere in strada. Ma chissene frega. Troverò un lavoro,anche due,lascierò la scuola e chiederò qualcosa ad Amy. Luke,guardami. Andrá tutto bene."
Lui non risponde. Tira su con il naso,e si fionda sulle mie labbra,in modo dolce. Picchietta sul mio labbro e io gli concedo l'ingresso. In men che non si dica,le nostre salive si mescolano e io ho paura di cedere per tutte le emozioni che mi attraversano.
"Poi ci metto un pò di scotch. Ora torniamo a letto."
*****
"Sam! C'è qualcuno al telefono per te." Urlo dalla cucina. Sono le dieci,e Sam,apparte il piccolo episodio in bagno non si muove dal letto. Dovremmo comprare un letto matrimoniale,davvero. Quello è troppo piccolo,la mia povera schiena ne risente sempre di più.
"Chi?" Una voce assonnata si avvicina,scendendo lentamente le scale. Una maglietta striminziata,le copre le coscie,e sopra indossa una mia felpa bordaux. I capelli rossi,spettinati le ricadono sul viso stanco. Gli occhi sono sempre più verdi,e brillano di luce propria. Rabbrividisco a quella vista,e penso che in giro non ci sia di meglio. Si avvicina e mi trasporta con un lungo bacio,dove entrambi chiudiamo gli occhi,sognandoci in un altro posto. Le nostre mani si stringono,forti.
"Chi è?"
"Tuo padre." La sua espressione cambia radicalmente. Le labbra piene e gonfie,grazie al bacio di pochi attimi prima,formano una riga dritta,analoga. I miei bellissimi rubini,si spengono,come se fossero finite le batterie.
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Shit! I love you
Fanfiction"E quindi?" "Quindi ora sei mia" Due amici. Un passato di cui entrambi farebbero volentieri a meno. Sam è una ragazza con tante ,troppe, paure. Cerca di rimediare a troppe cose. La sua testa è un compleato caos. Per non parlare del suo cuore. Spezza...