Miriam' s Pov.
Mentre Giulia e gli altri cantano in salone io sono nella camera di Piero, seduta sul suo soffice lettone blu. Lui, invece, è seduto su una sedia rossa e stiamo giocando a Fifa14. Lo ammetto, me la sto cavando benino, siamo 1-1. Ho gli occhi incollati allo schermo, ma ogni tanto guardo un po' Piero e il più delle volte i nostri sguardi si incontrano ed io vado nel pallone. Dopo il bacio non abbiamo parlato molto, e questo mi fa preoccupare, ho paura che quel bacio sia stato solo un errore di traiettoria e che Piero non volesse farlo realmente. Preoccupazioni a parte dico al mio sfidante
-Si sente la tua mancanza nella canzone-
-Cosa?- mi domanda mettendo pausa alla partita.
-Giulia non è un granché al posto tuo- scoppio a ridere e Piero fa altrettanto poi aggiunge
-Cambiamo gioco?-
-Mi sono stancata di giocare, ho sonno e domani ho scuola- dico sbadigliando.
-Vuoi dormire da me?- mi chiede lui mettendo a posto, sedendosi accanto a me e appoggiandomi una mano intorno alla spalla.
-Ma sei scemo per caso?!- rispondo alzandomi bruscamente.
-No, volevo essere solo gentile-
-Invece sei stato cafone!- credo di aver sbagliato termine, ma mi ha fatto arrabbiare.
-Scusami, non volevo, sono stato inopportuno o forse non mi sono spiegato bene, tu dormi nel mio letto ed io sul divano o su un materasso- si avvicina a me e mi guarda triste. Mi dispiace tantissimo, non avrei dovuto dirlo. Innervosita apro la porta ed esco dalla stanza con passo veloce e pesante, mentre Piero mi segue e urla
-Miriam, ti prego, non volevo! Stavo scherzando! Dai ti prego fermati! Non voglio perderti! Miriam, ti prego!- e piano piano io aumento il passo mentre Piero cammina lentamente fino a fermarsi. E intanto la frase " Non voglio perderti, Miriam, ti prego" riecheggia nella mia mente e mi viene da piangere, ma devo resistere, devo ardarmene. Però non riesco a lasciare Piero così, senza salutarlo, quindi mi giro e dico, con tono fermo
-Ciao, Piero, è stato bello conoscerti!- mi rigiro e raggiungo la cucina, mentre lui continua a fissarmi da dietro.
Arrivo in salotto, strattono Giulia e urlo nervosa, mentre una lacrima è pronta per solcarmi il viso.
-ANDIAMO VIA!- Giulia mi guarda preoccupata e subito chiede
-Cosa è successo?-
-Vuoi venire si o no?-
-Ma che fretta c'è?- dice lei confusa. Io sono pronta per piangere e non voglio crollare qui, non ora che ci sono tutti, quindi prendo il giubbino e dico
-Ciao a tutti è stato un piacere!- mi dirigo verso la porta, la apro ed esco.
Mi avvio verso casa, sono quasi arrivata, quando sento Giulia urlare
-Miriam! Oddio come sei veloce! Fermati, sto crollando!-
Non mi importa, continuo a camminare ancora più veloce mentre mi asciugo le lacrime che hanno inzuppato tutti i capelli e il collo della maglia.
Mi dispiace tanto per Piero. Perché mi sono innervosita? In fondo voleva essere gentile, ma io sono fatta così, non riesco a tenermi le persone, sono troppo irruenta.
Giulia mi raggiunge e dice
-Hey, Thor!- Usa poche volte il mio soprannome, diciamo, solo in casi particolari. Ma ora non mi va di parlare e quindi dico bruscamente
-Ci sentiamo domani, ciao!- mi allontano più velocemente possibile raggiungendo la porta di casa, prendo le chiavi, apro la porta e la chiudo sbattendola, mentre Giulia dice