Capitolo 30.

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Miriam's Pov.

Mi alzo lentamente dal letto, questa notte non ho chiuso occhio.

Mi dirigo in bagno e osservo il mio riflesso nello specchio.

Non mi riconosco nemmeno io, ho gli occhi gonfi di lacrime e le labbra screpolate. Mi lavo la faccia cercando di scacciare la malinconia dal mio volto.

Traggo un sospiro e ritorno in camera per vestirmi. Indosso una maglia bianca con una scritta in nero "I'm a disaster", rispecchia il mio essere, un pantalone attillato nero e degli stivaletti neri. Scendo le scale e incontro mio padre.

-Miriam, che ti é successo?-

-Sto bene papà, sto bene.- corro in cucina trattenendo le lacrime. Prendo lo zaino e il giubbino ed esco.

Salgo sul pullman e resto in piedi ad osservare il via vai di gente dal finestrino. Scendo alla mia fermata e mi dirigo davanti alla scuola. Mancano ancora dieci minuti prima dell'inizio delle lezioni, così decido di sedermi su un muretto.

Ad un tratto due mani mi cingono il busto.

-Ciao Miriam.- mi saluta Orlando.

-Orlando, togliti di dosso.- lo scaccio.

-Hey, che ti prende?-

-Non sono fatti tuoi!- ribatto secca.

-Che é successo? Ti conosco e oggi sei più nervosa del solito.-

-Piero, mi ha tradita, okay? Mi ha fatto ricordare di non essere nessuno. Mi ha tradita, lo capisci? Io lo amavo.- scoppio di nuovo a piangere.

-No, Miriam, non piangere.- mi abbraccia.

-E cosa dovrei fare?-

-Essere la Miriam che conosco. Quella sorridente e raggiante.-

-No Orlando. Non chiedermi quello che non posso essere. Io lo amavo Piero. Mi corrego, lo amo ancora, e tanto. Ma non posso farci niente, lui con me ha chiuso. Ora devo solo cercare di dimenticarlo.-

-Forse Piero ti ama anc...- viene interrotto dal suono assordante della campanella che annuncia l'inizio delle lezioni.

-Andiamo in classe che é meglio.- dico.

-Ciao Caterina.- saluto la mia compagna di banco e mu siedo.

-Ciao Miriam.-

-Buongiorno.- saluta la prof. di matematica.

-Buongiorno.- rispondiamo in coro.

*****

-Miriam, oggi ti va se andiamo a mangiarci una pizza?- mi chiede Orlando.

-No.-

-E un gelato?- chiede Elvira raggiugendoci.

-Nemmeno.- rispondo trascinando il mio zaino per le scale.

-Bruno, non trascini lo zaino a terra!- mi rimprovera la professoressa, che, con i suoi occhi attenti, scruta ogni minimo dettaglio.

-Si prof.- mi metto lo zaino in spalla.

-Miriam, e dai devi uscire e svagarti un pochino, non puoi restare chiusa in casa.- continua Orlando.

-Ho detto di no, punto e basta.- obietto uscendo da scuola.

-Allora ci sentiamo!- urla Orlando mentre mi allontano.

-Si, ciao.- lo saluto.

-Miriam, ho capito che Piero ti ha tradita, però non puoi stare chiusa in casa.-

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