Capitolo 11.

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Giulia' s Pov.

Mi sento una schifezza.
Come ho potuto? Ancora non me lo so spiegare! Sono stata davvero stronza. Forse avrei dovuto star zitta, far finta di niente? Ma non potevo continuare a mentire a me stessa e a Ignazio. L'avrei fatto soffrire di più.
N
on posso vederlo star male.
Se penso che ora Ignazio è lì, steso sul letto a piangere, sento una morsa allo stomaco.
Trilla il telefono.
È Miriam che continua a mandarmi messaggi pregandomi di spiegarle cos' è successo.
Ma non posso, non voglio.
Avrei voglia di scavare un fosso e sotterrarmici dentro. Sono un mostro. Ignazio merita di più. E sono convinta che troverà ragazze migliori di me. Forse all'inizio sarà difficile. Forse sarà doloroso per entrambi, ma ce la faremo. Il mondo va avanti anche se noi non vogliamo. E so che urlerò, griderò, sbatterò i piedi per terra e vorrò uccidermi per come mi sono comportata, ma devo lasciare che Ignazio ricominci a vivere. Si scorderá di me. E sarà tutto migliore. Sarà tutto più facile. La colpa è solo mia. Io ho paura. Io non ce la farei a sopportare altro dolore. Non dopo quello che mi ha fatto Marco. Io mi fidavo di lui. Io lo amavo. E sono stata tradita, umiliata. Il mio cuore si è ridotto in mille pezzi. E ora sono qui, che cerco disperatamente di incollarli, nella speranza di una vita migliore.
So già che stanotte non dormirò. Agguanto le cuffie e schiaccio la Riproduzione casuale.
Parte Mas que amor.
E inizio a piangere.
Il destino ci si mette proprio.
Prego in tutte le lingue del mondo di poter dormire almeno un po', ma il sonno non arriva.
E rimango così tutta la notte, a pensare a come sarebbe stato se non avessi fatto quello che ho fatto.
Suona la sveglia.
Sono le 6:00. Devo prepararmi o rischierò di perdere il pullman.
Mi lavo, mangio qualche Oreo e distrattamente mi vesto.
-Ciao mamma!-
-Ciao capretta!- dico indicando mia sorella.
Esco di casa e prendo il pullman. Dopo mezz' ora sono a scuola.
La campanella suona ed entro in classe. Ma noto che al mio posto, la mia compagna di banco non c'è. Marta si è spostata avanti. Vicino a me c'è Marco.
Sbianco e corro da Marta.
-Ehi, perché non sei al solito posto?-
-Marco mi ha chiesto di prendere il suo posto per oggi-
-Marta, lo sai che ti voglio bene, ma come ti salta in mente? Sai quanto ho sofferto-
-Scusa, mi dispiace- dice abbracciandomi.
-Vabbè, resisterò. Ma mi mancherai!-
-Anche tu, bionda! Ti voglio bene!-
-Ti voglio bene!- dico prendendo posto.
Marta è una ragazza molto carina. Ha i capelli ricci e castani, così come i suoi occhi. Inizialmente potrebbe sembrare antipatica, ma non c'è persona più simpatica di lei. È una bravissima ragazza, gentile, studiosa, educata. È dotata di molte qualità. Eppure spesso si sottovaluta. Si ritiene al di sotto di quelle che in realtà sono le sue reali capacità. E quando si mette in testa una cosa non c'è verso di farle cambiare idea. Ricordo quando eravamo bambine e volevamo a tutti i costi dimagrire!
Sovrappensiero mi siedo accanto a Marco e sfilo i libri di filosofia dallo zaino. La professoressa entra in classe e la sua vocetta squillante mi rimbomba nelle orecchie.
-Ragazzi, aprite il libro a pag 125!-
Eseguo l'ordine in silenzio.
-Giulia, devo parlarti!- dice Marco.
Non gli rispondo.
-Giulia, ti prego!- inizia a punzecchiarmi una spalla.
-No!- sussurro. -Sta zitto!-
Ma continua a infastidirmi.
Gli lancio una delle mie occhiate gelide, sperando di zittirlo.
I miei occhi azzurri incontrano i suoi verdi e sento il mio stomaco ballare la macarena. Non posso innamorarmi di nuovo. Non voglio.
Non dopo quello che ho passato.
-Prof, non mi sento tanto bene, posso andare in bagno?- urlo.
-Certo!-
Mi alzo e percorro il corridoio. Sono quasi arrivata al bagno delle ragazze, quando sento una voce
-Ti prego, fermati-
È Marco. Continuo a camminare, ma lui mi sorpassa e mi blocca il passaggio.
Mi guarda e mi dice
-Mi manchi-
-Ah, ora ti manco? Dopo tutto questo tempo ti manco? Avresti dovuto pensarci prima, ora è tardi!- È quello che avrei detto se avessi avuto il coraggio.
Invece riesco solo a balbettare
-V-vai v-via-
-No, non ti lascio andare!-
-Fammi passare- dico.
-Sono tornato per stare con te. Io ti amo- dice guardandomi negli occhi.
-Non sai quante volte ho pianto in silenzio e mi sono asciugata le lacrime da sola-
-Ma ora ci sono io con te-
Le sue labbra si avvicinano alle mie. Sono sempre più vicine. Marco sta per baciarmi, ma una frase mi riecheggia nella mente. Una frase che ho letto su internet.
"NON INNAMORARTI DUE VOLTE DELLA STESSA PERSONA. LA SECONDA VOLTA AMERESTI SOLO IL SUO DOLCE RICORDO"
Scanso Marco e corro nel bagno.
Sfilo il cellulare dalla tasca dei jeans e compongo il numero di Gianluca, che ormai so a memoria.
-Pronto-
-Pronto Gianluca- dico singhiozzando.
-Ehi, piccola, cos' hai?-
-Marco, ha cercato di baciarmi-
-E tu cos' hai fatto?-
-L'ho respinto Gianlu, io non lo amo! Ho sempre amato Ignazio e non so come abbia fatto ad avere dubbi. Mi sento una stupida. Non avrò mai il coraggio di chiedergli scusa. Lo sai, sono troppo orgogliosa.-
-Sapevo che amavi Ignazio! Non preoccuparti, anche lui ti ama. Tutto si risolverá-
-Se lo dici tu! Io mi sento un verme. Sono solo una stupida!-
-Non dirlo neanche per scherzo! Tu sei una ragazza fantastica!-
-Mh, scusa, ma ora devo tornare in classe! Ciao e grazie!-
-Ciao!-
Chiudo la telefonata e torno in classe.

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