Capitolo 19.

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Miriam' s Pov.

Dopo aver finito di mangiare e aver salutato Elvira, io e Piero ci concediamo un pó di tempo per noi, in attesa che si faccia l'una per andar a prendere Giulia ed Ignazio.
-Stanotte ho dormito con la tua maglia.- confesso.
-Come mai?-
-Mi mancavi!-
-Davvero?-
-Si!-
-Anche tu mi manchi la notte!-
-Io desidero i tuoi abbracci! Ma non si può-
-Perché no?-
-Perché siamo distanti!-
-Vieni a dormire da me.-
-I miei non acconsentirebbero. Ho fatto una guerra per poter dormire da voi ieri!-
-Ci parlo io con i tuoi.-
-No, non ti preoccupare, vedrai che troveremo qualche rimedio!-
-Okay!-
-E dai amore, io ti amo!- ci baciamo amorevolmente.
-Hey, ma voi siete come la mia mamma e il mio papà?- domanda una bambina dai capelli ramati, che ci osserva incuriosita.
-Emm...- lo ammetto sono in difficoltà, non so cosa rispondere.
-Lo saremo molto presto!- l'informa Piero.
-Che bello!- urla la piccolina.
-Si infatti.- sorrido.
-Siete davvero belli!- continua.
-Grazie, e tu sei un incanto!- risponde Piero accarezzandole la testa.
-Posso venire in braccio a te?- mi indica.
-Certo!- lascio la mano a Piero e sollevo in aria la piccina.
-I tuoi capelli profumano.- inizia a giocare con i miei ricci.
-Grazie!-
-Come ti chiami?- le domanda Piero.
-Rita!- sorride abbracciandomi.
-Hai un nome bellissimo!- continua Piero.
-E tu come ti chiami?- mi domanda guardandomi negli occhi.
-Miriam.-
-Wow. Mi piace tanto il tuo nome!-
-Anche a me piace il tuo.- le stampo un affettuoso bacetto sulla sua soffice guancia.
-E lui come si chiama?- mi bisbiglia all'orecchio, indicando Piero.
-Piero.- le sussurro.
-E gli vuoi bene?- continua sibilando.
-Tantissimo.- sorrido.
-Hey cosa state dicendo?- si intromette Piero.
-Niente.- rispondo.
-Rita ma dove sono i tuoi genitori?- domando preoccupata.
-Lì.- indica una panchina accanto al bar, dove son seduti una donna davvero bella, che ha gli stessi capelli color rame di Rita, ed un uomo robusto che le sorride dolcemente.
-Sono davvero belli i tuoi genitori!- dico sognate.
-Anche voi siete bellissimi.- ridacchia.
-Rita ma dove ti eri cacciata!- urla una donna sulla sessantina avvicinandosi a noi.
-Nonna sono con dei miei amici!-
-Siamo amici vero?- mi chiede speranzosa.
-Certo!- esclamiamo.
-Mi hai fatto prendere un colpo. Non ti trovavo più, non ti devi allontanare!- sbraita la signora affannata.
-Signora, non si preoccupi, Rita é una bravissima bimba. Nessuno le potrebbe mai far del male.- la tranquillizza Piero.
-Nonna posso giocare ancora con loro?- chiede Rita supplicando.
-Non so...-
-Per noi va bene.- concludo.
-Sii!- esulta abbracciandomi.
-Cosa vogliamo fare?- domando.
-Mmm...-
-Lo so io! Raccontiamoci delle storie!- urla Rita.
-Mha non so...io...- inizio a dire.
-Rita lo sai, Miriam é bravissima a raccontare le storie!-
-Davvero?- mi guarda incuriosita.
-Me la cavo!-
-Dai andiamo, voglio sentire una tua storia.- Piero ci trascina e noi ci sediamo due panchine più in là dai genitori della nostra piccola amica.
-Qual'é la tua storia preferita?- le domando.
-La bella e la bestia!- urla sbattendo le manine.
-É anche la mia storia preferita!- sorrido.
-Dai racconta!- urla Piero, mentre fa sedere Rita sulle sue gambe. Mi schiarisco la voce ed inizio a raccontare.
-Bhe, allora. C'era una volta...-
*****
-...e vissero così felici e contenti.- concludo.
-Che bello. Sei stata bravissima!- mi abbraccia Rita.
-Grazie.-
-Ancora un'altra.- mi implora.
-No mi dispiace, si é fatto tardi dobbiamo andare.- le confessa Piero.
-Uffi! E va bene! Allora ciao io vado da mamma e papà!- risponde la piccola abbracciando sia me che Piero, per poi dirigersi dai suoi genitori.
-Ciao Rita!- urliamo mentre usciamo dal centro commerciale.
-Adesso che facciamo?- chiede Piero.
-Io vado a prendere Giulia a scuola e la porto al capanno di mio nonno, mentre tu vai a prendere Ignazio e poi ci raggiungi. Tanto ti ho spiegato la strada.-
-Va bene. A dopo.- dice Piero lasciandomi un dolce bacio e andandosene.
-A dopo.- Mi incammino verso la fermata del bus. Aspetto qualche minuto e finalmente arriva. Timbro il biglietto che ho comprato poco prima e salgo.
Dopo un lungo tragitto arrivo alla scuola di Giulia: un liceo classico dall'aria autorevole e imponente.
Un ammasso di ragazzi mi travolge ed io sono costretta a schivarli tutti facendo una piccola danza ridicola.
-Miriam, che sorpresa!- urla la bionda abbracciandomi.
-Sono venuta a prenderti.-
-Me ne sono accorta.- ride.
-Dai, non c'é tempo. Vieni con me!- la prendo per mano e la trascino fino alla fermata dell'autobus. Dopo qualche minuto partiamo.
-Com'é andata la scuola oggi?-
-Bene ho preso nove all'interrogazione di greco!- esulta.
-Brava.-
-E tu che hai fatto un'intera giornata a casa?-
-Bhe, chi te lo dice che sono stata a casa?-
-Aspetta! Sei uscita con Piero!-
-Esatto.-
-Sono un genio!- si congratula.
-Genio, prendi lo zaino che dobbiamo scendere.- ci facciamo largo tra la folla e per fortuna riusciamo a scendere.
-Dove stiamo andando?-
-Giulia, ti ricordi la terra di mio nonno?-
-Quella in cui, da piccole andavamo a giocare sempre in estate?-
-Esatto proprio quella. Bhe mio nonno ci ha costruito una piccola casetta.-
-Aahh...e quindi?-
-Siamo arrivate!- urlo indicando la casetta.
-É quella?-
-Si.-
-Okay!-
-Dai andiamo!- la trascino per il polso. Una volta davanti il capanno, apro la porta.
-Giulia, prego prima le signore.- le faccio cenno di entrare, ed un sorrisino si fa spazio tra le mie labbra.
-Anche tu sei una donna.- obbietta.
-Dai, entra e basta.-
-Okay, okay, vado.- Giulia entra lentamente, e appena si gira per aspettare che io la raggiunga chiudo la porta e faccio scattare la chiave ben due volte. Scoppio a ridere come un ebete mentre Giulia mi urla di farla uscire. Un po' mi dispiace per lei, ma io lo faccio soltanto per il suo bene.

Giulia' s Pov.
Sento la chiave scattare nella serratura.
Serro i pugni e picchietto contro la porta urlando
-Miriam, che succede! La porta non si apre!-
Nessuna risposta, solo risate.
-Miriam, apri! Fammi uscire!-
Questo stanzone è davvero buio. Tasto distrattamente le pareti in cerca dell' interrutore.
Mi pulisco le dita, è tutto pieno di polvere.
Mi trovo in una specie di deposito, pieno di peluche e altre cianfrusaglie.
Mi colpisce subito uno scaffale pieno di libri dall'aria antica.
Ne afferro uno dalla copertina scolorita.
Non si legge il titolo, così inizio a sfogliarlo.
Ma vengo distratta da un rumore.
Si, c'è una seconda entrata in questa stanza, forse la porta è aperta.
Sto per avvicinarmi, ma la porta si apre di scatto ed entra Ignazio.
Dopo di che si richiude a chiave velocemente.
Ora ho capito.
Miriam e Piero me la pagheranno, non è così che io e Ignazio ci riappacificheremo.
-Che succede? Che ci facciamo qui?- chiede Ignazio stralunato.
-Uff- sbuffo. -Non l'hai ancora capito? I ragazzi c'hanno chiusi qui dentro-
-Mh, bene- sorride maliziosamente.
-Bene? Bene? Per favore, sta zitto, prima o poi ci faranno uscire. Fammi il favore: non rivolgermi la parola-
-Giulia, per favore, ascoltami-
-Igna, forse non hai capito. È finita. Punto. Mettiti l'anima in pace. Mi hai fatto del male-
-È stato solo un errore. Non succederà più. Lo giuro-
Si avvicina a me e le nostre mani si intrecciano.
Lascio le sue mani e mi giro.
-No, mi hai umiliata. Lo capisci o no? Capisci che non riuscirò mai più a fidarmi di te?-
-Provaci. Dammi una seconda opportunità-
-Non sono la tipa da seconda opportunità. Avevi il mio cuore fra le mani e l'hai distrutto-
Sto per piangere.
Ignazio avvolge le sue braccia intorno al mio giro vita e mi abbraccia.
Posso sentire il suo fiato caldo sul mio collo.
-ANCHE SE INCONTRASSI UN ANGELO DIREI...NON MI FAI VOLARE IN ALTO, QUANTO LEI!- canticchia.
Il suo profumo mi stordisce, il suo abbraccio mi confonde.
Ma non posso, non voglio.
Mi libero dal suo abbraccio.
-Ignazio, non posso. Ho sofferto troppo-
-Ti prego, io so che mi ami ancora. Non lasciarmi. Io ti amo-
-Mi amavi anche mentre eri a letto con lei?-
-Non l'ho neanche guardata in faccia. Amo solo te-
-Ogni volta che ti guardo negli occhi, rivivo quella scena. E poi, tu sarai sempre in giro per il mondo, circondato da belle ragazze, non faticherai a trovare qualcun' altra-
-Non voglio un' altra. Voglio te. Solo te-
-Dimenticami. Non sono la ragazza adatta-
-Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno, la mia ragione di vita- mi sussurra.
-Ricordi? Quanti bei momenti passati insieme?- continua.
Ho le lacrime agli occhi.
-Si! Ma tu hai rovinato tutto!-
Oramai sto urlando.
-Non lo capisci proprio? Tu non sai come mi sono sentita ad essere tradita per la seconda volta-
-Piccola, ho sbagliato e ti chiedo scusa. Ma io non volevo-
Agguanto dei peluche sugli scaffali e inizio a tirarglieli sollevando una nuvola di polvere.
-Ehi, ehi, sta' calma-
-Come puoi dirmi di stare calma? Voglio solo uscire di qui! Miriam, fammi uscire!- urlo con la voce strozzata dal pianto.
Ma la porta non decide ad aprirsi.
Sono in preda ad una crisi isterica.
Mi asciugo le lacrime e dico
-Ignazio, basta. Non farti più vedere, non cercarmi più, lasciami in pace. Devo ricominciare a vivere e devi farlo anche tu-
-Sai che non lo farò, sai che non mi rassegnerò mai all'idea di averti persa. Non riesco a pensare ad un futuro senza te, senza i tuoi baci, le tue carezze. Guardami negli occhi, sono sincero-
I nostri sguardi si incontrano.
-Chi mi dice che non mi tradirai ancora?-
-Te lo giuro-
Mi scanso e riprendo urlare, con tutto il fiato che ho in gola
-Miriam, Piero, fatemi uscire! Vi giuro che se non lo fate non vi rivolgo più la parola! Miriam, sai che non scherzo!-
Dopo qualche secondo la chiave scatta nella serratura e la porta si apre.
-Miriam, questa me la paghi!- Andiamo via!- dico correndo via.
La sento urlare
-Ciao Piero! Scusa!-
Ci avviamo verso la fermata dell'autobus.
-Ma che cosa ti è saltato in mente, eh? Sai che non voglio più saperne di Ignazio!-
-Giulia, mi dispiace io volevo solo-
-Cosa volevi eh? Farmi sentire ancora peggio di come sto? Ci sei riuscita!-
-No, io ci tengo a voi. Tu e Ignazio siete i miei migliori amici, volevo solo aiutarti!-
-Aiutarmi? Aiutarmi?-
-Non farmi sentire in colpa, io ti voglio bene-
Dice abbracciandomi.
-Vabeh, basta che non cerchi più di farmi riavvicinare a Ignazio. So che è il tuo migliore amico, ma ti prego, lasciami in pace-
-Mh, okay- dice poco convinta.
-Ora andiamo dai, torniamo a casa. Domani abbiamo tutte e due scuola-
Saliamo sull'autobus. Io scendo alla fermata successiva alla sua e mi dirigo verso casa mia.
Entro e mia madre mi accoglie abbracciandomi.
-Giulia, siamo appena arrivati da Parma, ti abbiamo portato tantissimi regali! Ma dov' eri?-
-Ero uscita a fare un giro con Miriam. Allora, fatemi vedere questi regali!-
-Sono tutti per meeeee!- urla mia sorella Martina.
-Dai, divideteveli, forza-
-Grazie mamma, grazie papà!- dico dandogli un bacio.
Ceniamo e poi mi dirigo in camera mia.
Accendo la TV e mi metto a letto.
Provo a riflettere, avrò fatto bene a rifiutare Ignazio?

Sciaoooo!
Grazie, davvero.
Volevamo dirvi che se vorrete potrete commentare e alla persona che scriverà il commento più bello dedicheremo il capitolo 20!
-Atena.
-Afrodite.

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