Capitolo 16.

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Miriam's Pov.

Sono stanchissima. Mi alzo dal comodissimo letto di Gianluca. Si sta proprio bene nel suo lettino, anche se spesso stanotte, ho colto in fragrante Ignazio che andava cercando il suo telefono; ma per fortuna bastava uno sguardo che ritornava nella sua camera. Mi alzo e prendo il mio cellulare. Sono le 10:15. Merda, io alle otto dovevo andare a scuola. E va bene. Di certo non muio se oggi non ci vado. Mi alzo e controllo le bende, mi fanno ancora male, ma le ferite stanno guarendo.
Mi reco in cucina traballante, ho una fame che non ci vedo. Mi metto all'opera. Inizio a preparare dei pancake. Mentre li cucino mi sento abbracciare. Mi giro ed é Piero che mi stringe a se.
-Giorno!- dice sbadigliando.
-Buongiorno!-
-Che profumino! Cos'é?- prende un biscotto dal tavolo e mi lascia un bacio umido sulla guancia.
-Pancake!-
-Buoni!-
-Merci!- assaporo un pezzo dei miei pancake e devo dir la verità sono deliziosi.
-Ti dona molto la mia maglia!- ride Piero.
-I'm very sexy!- faccio una mini passerella. Ridiamo senza sosta. Piero mi prende il polso e mi tira a se. I nostri corpi sono uno accanto all'altro. Le nostre labbra si sfiorano leggermente.
-Piccola sei bellissima!- sorrido
-Baciami!- Piero mi tira a sè e le mie labbra combaciano perfettamente alle sue. Le mie gambe tremano e la mia mente mi gioca dei brutti scherzi.
-Ti amo!- sussurro tra le sue labbra.
-Shhh!- bisbiglia lui premendo il suo indice contro il mio naso.
Sento una puzza di bruciato. Cos'é?
-I pancake!- urlo staccandomi dalle possenti braccia del mio ragazzo. Mi getto sulla pentola e spengo il fuoco.
-Uno in meno!- ride Piero
-Uffi! Ora ne ho soltanto sei!-
-Sei? E te li mangi soltanto tu?- sbanda Piero.
-Si, hai dei problemi per caso?-
-E mm... si?-
-Bhe fatteli passare!-
-Ma anche io volevo un pancake!-
-Non lo meriti!-
-E dai!-
-No! Niente pancake! Te li fai!- non riesco a trattenere le risate e faccio scappare un piccolo sorrisetto sbilenco.
-Ma dai!- prendo il mio vassoio con i sei pancake, un bicchiere di succo di frutta e biscotti al cioccolato.
-E adesso dove te ne vai?- mi insegue Piero.
-Nel mio letto!-
-Nel tuo letto? Vorresto dire in quello di Gianluca!-
-No, adesso é mio!-
-Se lo dici te!- arrivo nella camera di Gianluca. Sistemo il comodino vicino al letto, poso il vassoio e mi metto nel letto. Guardo le mie prelibatezze, quando ad un tratto Piero si getta sotto le coperte, al mio fianco e mi osserva a lungo
-Cosa guardi?-
-Hai gli occhi nutellosi!-
-Invidioso?-
-Anche i miei sono nutellosi!-
-Se ne sei convinto te!- faccio spallucce. Scoppiamo entrambi in una fragorosa risata. Prendo il vassoio e iniziamo a mangiare, quando ad un tratto mi ricordo di aver dimenticato una cosa di importante.
Riposo il vassoio sul comodino e sto per andarmene, quando Piero mi afferra il braccio e chiede
-Dove vai?-
-A prendere una cosa!- mi lascia ed io corro a piedi scalzi verso la cucina. Vado ad aprire l'anta vicino al frigo. Prendo la nutella, due cucchiani e corro in camera di Gianluca. Entro e Piero vedendo la nutella inizia a ridere. Io mi sistemo sotto le coperte accanto a lui e mi lascio trasportare dal dolce abbraccio del mio ragazzo.
-Che bello, siamo solo io e te!- bisbiglia lui.
-Non dimenticare Nutella!- caccio da sotto le lenzuola il barattolo di nutella. La apro e affondo il mio cucchiaino nella cioccolata. Mmm...da leccarsi i baffi.
-Come sei bella quando mangi!- faccio una smorfia con il cucchiaino in bocca.
-Ma che dico sei bella sempre!- chiudo la nutella e la poso sul comodino. Fisso Piero e dopo aver assaporato per bene la nutella gli rispondo
-Bhe dimmi quando vai dall'oculista?-
-Perché?-
-Ti dovresti fare una visitina!-
-Come mai?-
-Semplice, non ci vedi bene! Mi vedi bella quando invece non lo sono!-
-Ma che dici! Vieni qui, tu sei stupenda!- mi lascio trasportare dal calore del suo abbraccio e tra baci vari sto per addomentarmi, quando inizia a squillarmi il telefono. Lo prendo e lo porgo a Piero dicendo
-Rispondi!-
-Ma...!-
-Ho detto, rispondi!-
-Okay!- prende il telefono e risponde
-Pronto?-
-Si, Miriam é qui!-
-Te la devo passare?-
-Sta riposando!-
-Non é nervosa le puoi parlare!-
-Ciao!- Piero mi porge il telefono ed io rispondo
-Si chi é?-
-Io!-
-Gianluca ciao!-
-Ciao Miriam!-
-Dimmi come sta Giulia?-
-Adesso ha incontrato Ignazio, lei é andata a casa mentre io devo passare per prendere dei vestiti!-
-Come? Ha incontrato Ignazio?-
-Si, stavamo mangiando il gelato e l'abbiamo incontrato!-
-E lei come l'ha presa?-
-Male, molto male!-
-Okay dove stai? Sei quasi arrivato così ne parliamo?-
-Arrivo tra un attimo! Tu parla con Ignazio, con Giulia me la vedo io!-
-Va bene. Mi raccomando mi fido di te! Non farle alcun male che senó...-
-Senó me la vedrò con te, si lo so, non ti preoccupare!-
-Okay ciao a dopo!-
Chiudo la chiamata, getto il telefono sul comodino e mi riaggomitolo accanto a Piero. La mia testa sfiora il suo petto, accanto a lui mi sento protetta.
-Il telefono di Iganzio!- scatto in piedi.
-Che ti prende?-
-Non ho dato il telefono ad Ignazio!-
-E adesso?-
-Aspetta!- sposto il cuscino alla ricerca del telefono, ma niente.
-Non c'é!- urlo
-Come non c'é?-
-Ieri sera l'ho messo sotto al mio cuscino!-
-E adesso?- sento squillare il telefono lo prendo e rispondo
-Pronto?-
-Miriam sono Ignazio!-
-Ciao Ignazio! Aspetta tu sei Ignazio, e mi stai chiamando! Ignazio ma il tuo telefono come fai ad averlo tu?!-
-Bhe, io...!-
-Tu niente! Come ti sei permesso di prendertelo! E per di più perché non me ne sono accorta che lo prendevi?-
-Hehehe!-
-Ridi di meno! Mi ha appena chiamato Gianluca!-
-Ops!-
-Hai qualcosa da aggiungere prima di far scoppiare una guerra?-
-Si!-
-Spara!-
-Io la amo!-
-Meglio che non ti risponda! Piuttosto dove sei?-
-E mm... ci vediamo tra poco!-
-Ignà dimmi subito dov...!- mi ha chiuso il telefono in faccia. Non so proprio cosa devo fare con questo ragazzo. Chiudo gli occhi e mi butto a peso morto sul cuscino. Fatemi riposare!
-Hey!- Piero inizia a riempirmi di baci.
-Piero non é il momento! Sta per arrivare Ignazio e tra poco verrà anche Gianluca. Devo sistemarmi e poi devo trovare una soluzione a tutto questo casino!-
-Posso darti una mano?-
-Si, come prima cosa potresti prendere il mio zaino vicino alla porta? Dovrei cambiarmi!-
-Certo! Vado a posare anche il vassoio!-
-Okay!- mi sistemo sotto le coperte e chiudo gli occhi. Piero arriva e dice
-Ecco lo zaino!-
-Mmm...- mugolo.
-Alzati dal letto!-
-No!-
-Si!-
-Perché senò che mi fai?- Piero mi prende in braccio e mi fa girare.
-Mi sta salendo la spremuta di frutta! Adesso anche i pancake! Guarda che vomito sulla tua maglia!- Piero si ferma di botto,  mi lascia un bacetto sulla guancia ed esce dalla stanza. Apro lo zaino e prendo una maglietta nera lunga con un pantalone di tuta grigio. Lego i capelli in una cipolla scombinata, metto le mie bellissime pantofole rosse.  Inizio a sistemare un pò la camera di Gianluca.  Faccio il letto e sistemo il comodino. Adesso sì che è ordinata. Esco dalla stanza e mi dirigo verso la stanza di Piero. Busso alla porta e Piero mi risponde
-Miriam sei tu?-
-Si!-
-Cosa c'è?- apre la porta ed io rimango di stucco. Non ho mai visto Piero con solo addosso la canottiera, e devo dire che ha un fisico da paura. Deglutisco a fatica, e non riesco a togliergli gli occhi di dosso.
-Allora?- interrompe il mio momento di contemplamento.
-Volevo ridarti la tua maglia!- gli porgo la sua maglietta bianca, che ieri gli ho fregato.
-Grazie, ma preferirei che te la tenessi!-
-Davvero?-
-Si!-
-Grazie!- ci baciamo e dopo la ripongo nello zaino.
Dopo aver messo la cucina in ordine Piero mi raggiunge. Uffa si è messo la maglia. Sogni a parte iniziamo a sistemare un pò casa; quando ad un tratto suona il campanello e vado ad aprire.
-Ignazio!-
-Miriam!-
-Dai entra!- non sono arrabbiata con lui. In fondo lo capisco, cerca soltanto di rimettere le cose a posto.

Ignazio' s Pov.
-Ragazzi, ho bisogno d'aiuto- dico sedendomi sul divano.
-Devo farmi perdonare da Giulia-
-Lei è arrabbiata, sai come sono fatte le donne, poi le passa- dice Piero.
-Piero!- Miriam lo fulmina con uno sguardo.
-Sappiamo tutti com'è fatta Giulia. E sappiamo il dolore che ha provato nello scoprirti  a letto con un'altra. È distrutta, perché ti aveva avvertito di non poter sopportare altra sofferenza-
-Ma io le ho chiesto scusa!-
-E che ti aspettavi? Che dopo tutto quello che ha passato si ributasse tra le tue braccia come se niente fosse? Lei non è quel tipo di ragazza. L'hai fatta soffrire, non riesce a fidarsi più degli uomini-
-Ma lei non può chiudersi come un riccio, non può mettere una gabbia di metallo intorno al suo cuore!-
-Eppure lo sta facendo e continuerà a farlo. Rafforzerá le sue difese. Lei è convinta che non amando, non soffrirà più. Ma tu sai come ci si sente a svegliarsi la mattina e sentirsi sempre un po' più vuoti dentro? No, non lo sai. Perché voi ragazzi siete tutti uguali. Vi sentite superiori. Pensate di poterci trattare come delle Barbie-
-Pensi che anch'io sia come tutti gli altri?- chiede Piero interrogativo.
-Amore, sai che ti amo. Prova anche tu a farmi soffrire e sei morto. Io non starei così calma come Giulia. Comunque tu sei diverso e ti amo per questo!-
Si scambiano un tenero bacio. Beati loro che possono! Forse hanno ragione: è stata tutta colpa mia.
- Ragazzi, io non riesco a stare fermo qui! Senza far nulla! Sto impazzendo!- urlo facendo cadere a terra lo svuotatasche che si trovava sul tavolino.
-Lo so e ti capisco, amico mio. Ma ce la devi fare. Ora Giulia vuole solo essere lasciata in pace- risponde Piero.
-Non posso, dovete aiutarmi. E se le portassi dei fiori?-
-Igna, non credo che dei fiori basteranno a farti perdonare- continua Miriam.
-Tentar non nuoce. Dai, mi accompagnate dal fioraio? Voglio comprare tutte le rose che ci sono in negozio!-
-Okay, ti accompagniamo! Ma guido io! Tu sei troppo agitato!- esclama Piero.
-Vabeh! Basta che ci muoviamo! Forza Miriam!- incalzo.
Trascino tutti fuori e ci dirigiamo dal fioraio.
-Signore, vorrei tutte le rose rosse che ha in negozio!-
-Mh, ma sono circa 200!-
-Andranno benissimo! Le renda presentabili!-
-Certo! Fanno 300 euro-
Mi avvicino alla cassa e pago.
Vedo Piero sfilare un' orchidea da un vaso e porgerla a Miram.
-Sei proprio innamorato, beddu miu!- gli sussurro all'orecchio.
I due piccioncini si baciano con foga.
-Picciriddi, continuate dopo! Ora andiamo!-
Scoppiamo in una risata fragorosa e usciamo.
Le rose erano troppe, quindi Miriam e Piero mi hanno aiutato a portarle e a caricarle in macchina.
-Non posso non scriverle un biglietto. Andiamo a casa, devo concentrarmi-
Vado nella  mia camera e inizio a scrivere di getto, tutto ciò che sento dal cuore.

Giulia, amore mio, non sai quanto io sia pentito di averti fatto del male. Io ti amo più della mia vita. Sono giorni che non vivo più, e so che per te è lo stesso. Io so tutto il dolore che stai provando, so che mi sono comportato da perfetto idiota. Ma ti prego, non lasciarmi così. All'idea di non sentirti più mia, mi sento morire.
Sto male al solo pensiero di non poterti più abbracciare, di non poterti più coccolare. E scusa se ti chiamo amore, ma rimmarai sempre la mia piccola Principessa. La ragazza dei miei sogni. L'unica che mi abbia fatto stare bene. Io con te voglio una famiglia, dei figli, belli come te. Voglio svegliarmi la mattina e profumare di te. Comunque vada, io sono qui, sappi che ti aspetto. E non mi stancherò mai di amarti.
xxIgnazioxx

Ripongo la lettera nella busta e torno dai ragazzi.
-Igna, non ti va di mangiare?- mi chiede Miriam.
-No, non ne ho voglia. Devo andare da lei-
-Amico, la ami davvero! Corri da lei e spera che ti perdoni!- dice Piero.
-Grazie ragazzi, io vado!- urlo uscendo di casa.
Guido velocemente fino a casa di Giulia. Ormai la strada la so a memoria.
Accosto lungo il vialetto e scendo con le 200 rose fra le mani.
Non so come riesca a portarle tutte senza cadere, sarà che amo questa ragazza!
Il mio cuore è impazzito, sembra sia pronto ad uscire dal petto in qualsiasi momento.
Sto per bussare alla porta quando sento Gianluca dire
-Io ti amo! Vuoi essere la mia ragazza?-
Appoggio l'orecchio alla porta.
-Certo! Anch'io ti amo da morire!- conclude Giulia.
E poi il silenzio.
Chissà cosa staranno facendo.
Questa Gianluca non me la doveva fare. Come si è permesso? L'avevo avvertito! Quando ritorna a casa lo uccido! Lascio cadere le rose davanti alla porta e scappo via.
Via da tutto e da tutti.
In questo momento odio Gianluca.
Mi dirigo al porto di Ostia. Scendo dalla macchina e mi siedo sul pontile, lasciando che il vento mi accarezzi.
Ciao a tutti! Speriamo che il capitolo vi piaccia! Lo dedichiamo a killer_killa. Grazie per il commento. Puntiamo a farla sembrare una storia realistica!
-Atena.
-Afrodite.

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