CAPITOLO TRENTADUESIMO

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Allora iniziammo ad acchiapparci a vicenda e mi prese. Mi fece sedere sul bordo della piscina prendendomi per i fianchi e iniziammo a baciarci. Allora io mi alzai corsi dall'altra parte della piscina e mi tuffai li. Cercai di aprire gli occhi sott'acqua, così fece anche lui. Allora ci raggiungemmo e ci baciammo nel fondo della piscina.

《Ti amo sai.》dissi quando risalii in superficie.

《Mai più di me. 》disse iniziando a baciarmi.

Ci fermammo e ci sedemmo sulle sdraie.

《È da pazzi fare tutto questo. Mezzi nudi. A Gennaio. In una piscina.》

《Non ti dimenticare... a mezzanotte e mezza!》

《Sarà meglio che io me ne vada, sennò chi c'è la fa a reggere lo Steller mezzo morto.》

《Eh, mi manca un pò non stare a scuola.》

《Beh, ci vedremo dopodomani no?》

《Si.》

《Ora vado.》disse.

Mi baciò la fronte a andò verso l'uscita. Lo seguii. Lui salì sul motorino e gli diedi l'ultimo bacio.

《Ora buonanotte veramente.》

《Eh si.》dissi ridendo.

Lui partì e io tornai in camera prendendo tutti i vestiti essendo ancora bagnata.

Sentivo qualcosa. Una vocina nella mia testa.

《Charleen, alzati. Ti ricordi che giorno è oggi?》

Feci un gemito per far sentire che ero sveglia.

《Christian fa diciassette anni!》disse.

Mi alzai di scatto.

《Che ore sono?》chiesi.

《Le sette. Prepariamo tutto insieme così quando si sveglia si trova una sorpresa?》

《Certo. Aspetta allora zia che mi vesto.》

Presi le prima cose che trovai nell'armadio. Camicetta con del pizzo bianca, jeans neri a vita alta, anfibi neri e giacchetto viola con fiori bianchi.

《Ecco zia che devo fare?》dissi scendendo velocemente le scale.

《Gonfia i palloncini, scrivici i tuoi pensieri sopra e attaccali come sentiero dalla sua stanza fino alla sala da pranzo. E disegnaci delle frecce.》

Allora inizia a gonfiare a chiuderli cercando di non scoppiarli, anche se nonostante alcuni mi scappava di mani e volavano da una parte all'altra della stanza. Presi i pennarelli indelebili di diversi colori e iniziai a scrivere.
"Oggi il tuo cammino inizia così..."
"Segui i palloncini e leggili, mi raccomando!"
"Beh oggi è un giorno specialissimo, l'ultimo anno da minorenne, ricorda!"
"Quindi ti consiglio, sfrutta quest'anno! Fai tutto quello che l'anno prossimo non puoi fare!"
"Mi sono quasi dimenticata di oggi. Scusa se ripeto tante volte la parola 'oggi'"
"Ma proprio OGGI è una data da ricordare!"
"Sei un fratellone esemplare che mi ha insegnato tanto e che mi ha dato sempre conforto"
"Quel fratello che tutte vorrebbero (perché sei bellissimo!)"
"Mi ricordo quando avevi la mia età e già eri responsabile con me."
"Mi hai accudito come padre dal fatto che papà non c'era mai e da quando avevo sei anni (un anno dopo il nostro arrivo qui) lui si è trasferito a Parigi"
"Beh che ti devo dire.. sei la mia colonna"
"Senza te sarei crollata a pezzi perché sarei cresciuta senza un appoggio come te"
"Anzi, sei il mio pilastro!"
"Sei vicino al mio bene migliore. Al mio amore"
"Quando entrai io ti vedrò e sappi che scoppierò a piangere"

Finii. Io e la zia iniziammo a decorare finalmente la sala da pranzo. La zia mi diede un telone rosso, uscii sul balcone e con le bombolette bianche e nere e scrissi "AUGURI CHRISTIAN.. TI VOGLIAMO UN UNIVERSO DI BENE!"
Lo attaccai in modo che appena si entrasse nella stanza si vedesse. Poi alle pareti laterali attaccammo dall'alto le foto di noi da piccoli fino al fondo con le foto più recenti. Sul tavolo c'era da mangiare. Cialde con su scritto "+17", biscotti divisi in lettere, che formavano "Auguri Christian", dell'aranciata su una brocca a forma di cuore e dello yogurt che messo insieme scriveva "Ti vogliamo bene". Erano le otto e quarantacinque. Io e la zia sentimmo una porta che si apriva e che sbatteva. Christian. Mettemmo tutto apposto e aspettammo.
Le nove. Vidi la porta che si stava aprendo. Ero al settimo cielo. Christian aveva le lacrime agli occhi. Oddio quanto mi piaceva. Era bellissimo. Iniziai a piangere anche io e corremmo uno verso l'altro e ci abbracciammo.

《Oddio sorellina. Sei riuscita a farmi piangere dopo questi nove anni.》

《E tu hai fatto piangere me. È strano vederti così...》

《Felice? Sei tu che mi rendi felice.》

《E tu mi rendi felice. Ti voglio tantissimo bene fratellone.》

Anche la zia si emozionò e ci abbracciò. Allora ci staccammo e iniziammo a mangiare.

NON SONO ALL'ALTEZZA [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora