CAPITOLO OTTANTADUESIMO

199 16 12
                                    

Era il penultimo giorno, così decisi di preparare una cenetta speciale per papà. Trovai un supermercato poco distante dall'appartamento, solo che era "infestato" da sponsorizzatori molto insistenti. Così, quando stavo per uscire dal supermercato, presi il respiro e iniziai a camminare dritto per dritto, senza farmi distrarre da vocine gentili. La mia meta era la fermata dell'autobus, non dovevo fermarmi.

《Signorina!》Ecco la prima signora che cercava la mia attenzione.《Signorina!》ripeteva con un tono insistente.  Aumentai il passo, non avevo così tanti soldi da sperperare per cose strane che non mi servivano...be' forse ce li avevo i soldi, ma non volevo avere a che fare con gente che farebbe di tutto per farti rendere una cosa inutile.《Signorina!》a quel punto per non fare la scortese  mi fermai e mi girai verso la signora.

《Si?》dissi come se prima non avessi sentito nulla. Sapevo, che me ne sarei pentita.

《Signorina, vendo test di gravidanza, con un controllo in omaggio nei nostri studi negli ospedali qui intorno.》

《Ah, no...si sbaglia, io non sono incinta.》indietreggiai lentamente, cercando di non colpire le persone che evitavano di fare la mia fine.

《Ma il suo ventre mi sembra rotondetto, ne è sicura?》

《Si, certamente.》stavo per mandare il cervello in cortocircuito.《Le assicuro che sono felicemente non incinta.》

Stava per parlare, ma ripensandoci, si azzittii. Mi guardò scrupolosamente dalla testa ai piedi, ridacchiò e mi fissò negli occhi.《Senta, io le dò questo test in omaggio, ecco il cupon  per la visita e il foglio con tutte le informazioni.》disse buttandomi tutto in mano. Me ne andai via, abbastanza seccata, perchè questa signora aveva fatto di tutto per farmi prendere quella roba. 

Ma dopotutto potevo anche non farlo per forza. Così, appena arrivai a casa, posai le buste in cucina e appoggiai il test sopra il comodino, provando a confonderlo tra le cose.

Il mattino dopo, rimasi immobile per la pigrizia. Presi il test per curiosità, e lo guardai. Dopo un pò ci ripensai e perchè no? Ci provai per sola curiosità.

Il fatto fù che il risultato che i apparì, fù un piccolo e semplice 'più'. Mi allarmai all'istante,  ho pensato che fossi veramente incinta, ma poi ho cercato di ragionare. Forse era tutto un imbroglio, era uno di quei test che mettevano solo il positivo. Così decisi di lamentarmi con lo studio. 

Lasiai un messaggio sul tavolo della cucina, visto che era mattina presto.

"Sono andata a fare un giro, tornerò il più prima possibile. Charleen"

Quando arrivai mi ritrovai in un posto accogliente. Me la presi subito con la segretaria.

《Ma che scherzi fate?》dissi.

《Scusi signorina, non la capisco.》

《Il vostro test mi ha detto che sono incinta, ma mi guardi, io non sono incinta!》

《Signorina, si calmi. I nostri sono i migliori prodotti in vendita e i test sono impeccabili. Senta, le è incinta, vada nella sala infondo, c'è la nostra ostetrica migliore.》

Percorsi il lungo corridoio, alcune porte erano aperte altre chiuse, forse mi sbagliavo. Bussai all'ultima porta ed entrai in un confortevole studio. 

《Buongiorno!》mi disse dolcemente la ostetrica.

《Buongiorno.》risposi timidamente.

《Cosa abbiamo?》

《Ehm, sono incinta.》

《Congratuazioni! Si, ma la sua pancia mi sempra un pò troppo rotondetta per essere agli inizi di questa indimenticabile esperienza.》mi è sembrato per un'attimo di parlare con una hippy.

《Ehm, penso che sia questo il problema.》

《Okay, si sdrai , controllerò.》iniziò a farmi un'ecografia al ventre e vedevo un bambino molto magro e piccolo.《Vedendo il feto, direi che lei è incinta da circa sei-sette mesi, quando è stata l'ultima volta che ha avuto un rapporto sessuale?》

Era stato con Charston, questo era certo.《Si, penso a Febbraio.》

《Visto che lei non ha saputo dal primo istante che fosse incinta, e visto che il feto è molto piccolo, le manderò un'ostetrica.》

《Si, la ringrazio, ma io abito a Lione.》

《Non si preoccupi, mi lasci la sua e-mail e le manderò un ostetrica professionista.》

《Grazie.》

《Arrivederci.》mi disse sorridendo.

Non sapevo che fare, ero seduta sul letto con il telefono davanti a me con la schermata del numero di Charston. Pensavo di doverlo chiamare io, ma era lui che mi ha chiamata. E io non sapevo cosa fare. Dovevo rispondere o no?


NON SONO ALL'ALTEZZA [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora