CAPITOLO OTTANTATREESIMO

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《Pronto?》

《Ciao.》quel ciao mi è sembrato freddo. Non aveva quella voce calda che aveva di solito, la sua voce era dura, senza sentimenti.

《È successo qualcosa percaso?》

《No, no. Sono stremato dal lavoro.》

《Ehm, perché mi hai chiamata?》

《Non ho un reale motivo.》la sua voce si è schiarita. Non stava dicendo la verità.

《Ti avrei comunque chiamato prima o poi.》

《Ho bisogno di una pausa.》tremava. La sua voce tremava, era in bilico su un filo.

《Cosa? Ma io e te non stiamo più inseme. Non sei venuto al ballo.》

《Ti sbagli. C'ero, ma tu eri occupata a baciare Michael sul palco. Vi ho visti, e me ne sono andato.》

Ci fù una pausa di silenzio. Tremavo anch'io. Decisi di dirglielo.

《Charston, ho bisogno di dirti una cosa importante...》

《Voglio solo dimeticarmi di questo mondo per un attimo.》

Ma mi aveva sentito?《Charlie, sono in...》

《E poi perchè nessuno mi ascolta più.》

Non me lo ricordavo 《Charlie, io sono i...》

《Mi sento soffocato, come se io non esistessi più.》

《Charlie! Io sono inc..》

《Nessuno ascolta le mie idee, neache quando urlo. Devo tenermi tutto dentro, anche se ho un mare da tirar fuori.》

Posai il telefono. Mi veniva da piangere. Io ero incinta di un ragazza che non mi filava per niente.

《Ehi, ci sei? Charleen? Ma stai piangendo? Che hai?》

All'improvviso, Christian entrò in camera e prese il telefono.

《Smettila! Non chiamare mai più mia sorella! Dimenticatela! Non devi avere più a che fare con lei!》

Spense la chiamata.

《Che cosa stia facendo?》gli urlo in faccia.《Non puoi entrare così a caso e intrommetterti nella mia vita!》

《Smettila tu di fare la bambina.》

《Io? La bambina? Da quando?》

《Piangi ogni volta. Gne gne Charlie di qua, gne gne Michael di la.》

《Sei uno stronzo!》Piangevo perchè non volevo litigare con lui.

《Ora basta! Esci!》mi urlò in faccia. Era tutto rosso. Ero offesa.
Mi sedetti sul balcone.
Non avevo mai litigato così fortemente con Christian. Stavo rompendo tutti i legami a cui tenevo di più.

《Charleen, hai del tempo?》mi chese papà.
Mi asciugai le lacrime.
Facevo finta di stare bene, ho sempre fatto la finta. Sono di plastica, perchè se sei di vetro e cadi, ti rompi in mille pezzi.

《Si, sono libera.》affermocon un sorriso fasullo.

《Seguimi.》

Mi è apparsa l'aria di un uomo che non scherza, era serio. Terribbilmente serio.
L'ho seguito in una stanza in camera sua. C'erano tutte le cose di tua madre.
Mi ha fatto vedere alcune foto di me e Christian da piccoli, ma non ne ho capito il senso.

《Sai Charleen, Christian..be', Christian..》

《Si?》

《Non è tuo vero fratello. Lo abbiamo trovato in una strada a Parigi da solo. Era un bambino di due anni abbandonato tutto solo. Abbiamo legato subito quindi, io e tua madre lo abbiamo preso insieme a noi. Non lo abbiamo adottato, ma lo abbiamo solo portato con noi. Siamo i suoi tutori.》

《Aspetta, cosa? Mamma, adottato, Parigi?》

《Tua madre era incinta di te. A quei tempi non lavoravo ancora per l'azienda, così ci ha invitato a Parigi abbiamo fatto una vacanza, in modo che io potessi anche vedere come andava con il lavoro. E da lì abbiamo deciso di andare trasferirci a Parigi, ma tua madre è nata e cresciuta a Lione, abbiamo deciso di farvi crescere a Lione.》

《Mh.》non sapevo che dire, ero abbastanza sconvolta. Christian, il ragazzo che è sempre stato al mio fianco non era quello che credevo.

《E riguardo a tua madre..》

《Cosa? Papà, cosa?》

《Lei..》

Quel 'lei' mi stava strangolando la gola. Cos'altro aveva da dire che io non sapessi?

NON SONO ALL'ALTEZZA [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora