CAPITOLO CINQUANTACINQUESIMO

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Era l'ora di italiano a scuola e visto che il ballo si avvicinava, alcune coppie stavano con il prof Stelling e altre con il prof della H per organizzare le cose.

《A noi tocca la scalinata.》disse Michael.

《Giusto.》dissi un pò scocciata.
Era stato un colpo di fortuna il fatto che nel progetto c'era anche il mio sogno.
Volevo buttarmi e dite tutto, dire che volevo che la scalinata luccicasse, che avesse un immenso tappeto rosso.

《Che c'è Charleen? So che magari sei ancora arrabbiata per il fatto di cinque anni fa, ma perdonami.》

《Mi hai lasciata senza nessun motivo!》

《Magari ce l'ho un motivo.》

《No, non mi hai mai detto nulla!》

《Magari ci ho provato!》disse urlando.

《Cazzate. Se tenevi a me non mi mollavi così.》dissi uscendo dall'aula in lacrime.

《Charleen!》

Uscii in corridoio. Sarebbe stata un'altra nota dello Stelling. Mi asciugai le lacrime.

《Piagnona.》mi dissi. Mi guardai le maniche, erano tutte bagnate. Che cosa stavo facendo, stavo piangendo per uno che mi aveva uccisa. Mi asciugai la faccia, alzai la testa e mi ricordai che non vale la pena di piangere per qualcuno che ti ha fatto troppo male.

《Charleen...》

《Non ti voglio ascoltare.》

《Da quando ci siamo lasciati non hai più voluto farlo.》

《Non posso ancora credere che tu sei qui. Pensavo di non vederti mai più, ho perso ogni speranza.》dissi riprendendo le lacrime. Provai a trattenerle, ma alla fine non ci riuscii.《Mi hai fatto male.》

Voleva di nuovo rifarlo. Mi voleva baciare ancora una volta. Non volevo.
Cercai di bloccarlo.

《Ferma, perfavore, lasciami fare.》

《No, Michael no.》

Si avvicinava sempre di più, sentivo il suo corpo che invadeva il mio, non riuscivo a respirare.

《Michael, ora ti ammazzo.》disse Charlie vedendoci.

Prese la rincorsa e si buttò su Michael, lo riempiva di botte e gli faceva uscire il sangue. Era una scena orrenda, un bullo che maltrattava un ragazzo giovane.

《No, Charlie fermo. No, no!》

《Ti ha toccata un'altra volta! Questa volta non lo perdono!》

《Fermati.》

《Mh, vattene. E non la toccare più.》

Lui mi guardò come per dire "Guarda come mi sono conciato e l'ho fatto per te. E tu non hai fatto niente". Se ne andò via, spuntando per terra della saliva con del sangue.
Guardai Charlie.

《Mh, vieni.》dissi portandolo sull'attico della scuola.《In pochi sanno che c'è un "attico" qui a scuola.》

《E come lo hai scoperto?》

《È una storia lunga...comunque..》

《Si?》

《Sei stato gentile, anche se pensavo che non dovessi picchiarlo, ma grazie.》

《Ah, si, di niente.》

Qualcuno lo chiamò. Mi sentivo un pò ferita. Ero salita li su solo per stare con lui, ma lui, be', aveva i suoi affari. Ogni volta che uscivamo era un "Scusa ma devo andare in studio".

《Scusa Charleen, devo lasciarti, devo andare in studio.》

《Mh, va bene. Ciao.》dissi. Lui mi baciò e se ne andò via.

《Mi lascia sempre sola.》dissi fra me e me.

《Ci sono io con te.》

Mi voltai, era Michael. Non mi fregava neanche come era arrivato così in fretta, non mi fregava proprio di lui, oggi.

《Vedo che ti sei curato.》

《Ma qui dentro no.》disse indicando il cuore.
Io mi alzai verso la barriera e mi misi a guardare le cose dall'alto. Le persone piccole, le macchine in miniatura, ma la paura dell'altezza. Per una volta mi sentivo grande.

《Non so che dirti.》mi girai verso lui.《Ci siamo distrutti da soli.》

Lui si alzò e mi venne incontro.

《Io non ti ho mai dimenticata.》

Sentivo qualcosa di strano, una voglia di lui.
Le sue braccia erano intorno ai miei fianchi, le mie mani erano sulle sue guance.
Non mi resi conto di quale stronzata commettei, ma sapevo che baciarlo non era la strada giusta.

NON SONO ALL'ALTEZZA [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora