CAPITOLO QUARANTANOVESIMO

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Rimasi lì per un ora. Avevo freddo, singhiozzavo e ogni tanto qualcuno mi notava, ma non ne faceva un gran problema. All'improvviso vidi una figura che si avvicinava.
Mi ritirai pensando che fosse un barbone che dormiva da quelle parti. L'uomo era vestito con una felpa che aveva un cappuccio che gli copriva il viso. Un uomo misterioso tipo quel ragazzo di Assasin's Creed. Si abbassò, io, credendo che non mi notasse rimasi leggermente tranquillizzata. Feci silenzio, avevo paura. Ma poi quel barbone mi trovò e mi baciò. Perché mi avrebbe dovuto baciare?
Poi l'uomo si tolse il cappuccio dal viso.

《Ci ho messo un'ora a trovarti.》

Ero felicissima. Lo abbracciai.

《Ho pensato subito al peggio. Ho pensato che senza di lei serei perso. Ma tu mi hai aperto gli occhi. Mi hai fatto capire che tu ci sei sempre, e che se lo dici è vero. E che anche se lei non c'è, riuscirò a sopravvivere perché ci sei tu che mi sostieni.》

Iniziai a piangere. Sono una piagnona di merda. Perché sono così fottutamente emotiva? I'm so stupid.
Lui mi asciugò le lacrime e mi portò in uno di quei soliti luoghi che mi facevano cascare lacrime più delle cascate delle Marmore dove sono stata da piccola.

《Ora chiudi gli occhi.》

Mi sembrava quando Christian mi portò nella radura.
Avevo l'impressione che la mia vita fosse una routine di che inizia con sorpresa, continua con felicità e finisce con dolore.
Sapevo che sbagliavo tutto. Fraintendevo quasi tutto e così mi facevo male da sola. Mi sono sempre fermata all'apparenza. Se non fosse per il prof. Stelling starei ancora ad odiare Charlie. Non sono mai riuscita a spiegarmi perché sono così. Be', in sincerità io sono così e basta.
Sentivo qualcosa che mi stava infilando al dito. Era un anello penso. Cos'altro potrebbe infilarsi in un dito? Apparte tutte le patatine a forma di cerchio e anelli di cipolla.

《Ora puoi aprire gli occhi.》

E la mia ipotesi era vera. Era un anello a forma di corona, sembrava una corona per barbie, in ogni punta c'era un diamantino, ma nel suo complesso era una sorpresa stupenda.

《È un pensierino...per te.》

《Non dovevi.》dissi commozionata. 《Ma è oro bianco?》

《Si...sai, per farmi perdonare.》

《Sei proprio scemo.》

《Perché?》

《Io ti ho perdonato già dall'inizio, stupido.》dissi saltandogli in braccio. Cademmo per terra, ma con un atterraggio morbido. Finii sopra di lui con una posizione imbarazzante, arrossii. Lui per colmare il silenzio, mi baciò appassionatamente travolgendomi con il suo amore.

Stavamo tornando a casa, io vantavo il mio anello di "fidanzamento" nuovo e lui rideva per quello che facevo. Poi ad un certo punto decisi di essere seria.

《Cosa farai ora?》chiesi

《Beh, pensavo che tu potessi aiutarmi.》

《Dimmi.》

《Potresti contattare tuo padre e vedere se ci sono lavori possibili qui per Jive e uno part-time per me?》

《Certissimo. Nessun problema. Di tutto per te.》

Si fermò in mezzo alla strada.《Non mi voglio allontanare da te. Se lo faccio, dove troverò una ragazza unica? Io voglio te, e nessun'altra.》mi abbracciò piangendo.《Charleen Capitols, io ti amo.》

Qualche mese dopo, il mio rapporto con Charlie era rimasto lo stesso. Forse, era anche migliorato.
Nel tempo avevamo trovato un buona lavoro per loro due.
Charlie fa il commesso in un negozio a trenta minuti dal nostro quartiere il venerdì pomeriggio dopo la scuola e sabato dal mattino fino alla sera. E Jive lavora in una agenzia di viaggio sei giorni su sette da mattina a sera. E loro riuscivano a cavarsela senza problemi.
Alla fine la morte di Christie non provocò un disastro enorme, ma tanto si sa che per ogni fine sulla terra, segue subito un nuovo inizio.

NON SONO ALL'ALTEZZA [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora