CAPITOLO CINQUANTASETTESIMO

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Si accorse di me.

《Ciao, io sono Chantelle Burnin, tu?》disse. Aveva quel tono che si usa per conversare.

《Charleen Capitols.》

《Fai parte del cast?》

《No, no. Sono venuta a vedere Charston.》

《Ah, sei una sua parente? Sei la sua migliore amica?》

《No, sono la sua...》

《...mia cugina, si. Da parte di mia madre.》disse intromettendosi Charlie.

《Ah, che cosa carina! Io sono una modella, vengo dall'America, scusa per questo accento, ho fatto molte pubblicità fin da quando ero piccola. E poi ho iniziato a provare la carriera da attrice, e ora mi trovo qui.》

《Si...che bello.》dissi un pò scoraggiata.

《Okay, ciao Charleen! Charston...andiamo in scena!》aggiunse Chantelle.

Lui andò con lei e non mi guardò più.
Mi sentivo di merda. Perché avrebbe dovuto far finta di non essere il mio ragazzo?
Volevo andarmene.
Lui si girò, gli risposi con un'occhiata afflitta.
Me ne andai via, cercai un posto in cui stare sola.
Mi ritrovai in un padiglione vuoto, era una palestra, i suoi muri erano blu, il pavimento blu e il soffitto era interamente blu. Tutto blu. Le attrezzature andavano in frantumi, erano ricoperte di ragnatele. Il soffitto si reggeva a malapena. I muri erano tutti scrostati. Sprigionava un odore di muffa, era umido, ma fresco. Sembrava una palestra abbandonata, o forse era veramente così. Mi sedetti su una panchina.
Iniziai a piangere.
Piangere per me sembrava una cosa giornaliera, era frequente come l'aria che entrava e usciva nel mio corpo.
Respiravo a fatica, le lacrime avevano preso il sopravvento. Volevo qualcuno, ma nessuno.

《Pronto Nancy, so che non riuscirai mai ad ascoltare questo messaggio vocale, so che rimarrà per sempre in segreteria. Non riesco più a capire le cose, confondo le persone e cazzo, non posso sentirmi più male di così. Mi sto facendo male da sola e mi fanno male tutti. Non riesco più a riconoscere realtà e fantasia, ho baciato Michael, ho fatto una bastardata. Ora ho paura, paura di perdere Charlie perché troppe cose ci intoppano, la sua carriera da attore; Chantelle, è una modella che lavorerà con lui, ed è bellissima, ho paura che lui si dimentichi di me, e che io non faccia più parte della sua vita. Non riesco piu a vedere nulla, sono sempre più insicura di me stessa e》mi sentivo malissimo, non riuscivo più a respirare, e riuscivo solo a piangere, ma avevo gli occhi stanchi. Non riuscivo a fermarmi. 《voglio abbandonare questa vita. Non ho mai voluto essere la bambolina di tutti, ma lo sono stata. Voglio cambiare tutto. Tutto. E non riesco neanche spiegarmi il perché. Forse sono nata per essere una bambola. Forse non riesco a vivere senza una spalla. Ti voglio bene, arrivederci Nancy.》

Entrai nello spogliatoio, mi guardai allo specchio. Avevo gli occhi completamente rossi. Mi tolsi la maglietta, rimasi in canottiera. Non sapevo neanche perché piangevo così tanto. Mi sciacquai la faccia e mi asciugai con il maglione, mi misi la mano in faccia per coprire il naso e la bocca e trattenni il respiro. Riuscii a smettere, mi sistemai un pò e mi risedetti sulla panchina.
Iniziai pian piano a respirare normalmente.
Facevo respiri profondi e grandi, a volte del catarro mi bloccava la gola e così facevo dei tossii molto forti.
Contavo. Uno, due, tre, quattro fino ad arrivare a dieci per poi ricominciare.
Sentii qualcosa, diedi un'occhiata senza girarmi completamente, Charlie.

《Che ci fai qui? Per te sono sono una cugina, no?》gli dissi con il cuore freddo.

《Charleen...》

《Cosa?》

《Lasciami spiegare, dai..》

Mi alzai, lo guardai in faccia. Mi faceva schifo. Gli diedi uno schiaffo.《Hai detto davanti a tutti che non sono la tua ragazza? E non lo sarò. Davanti a nessuno.》dissi mentre me ne andavo urlando.《Sei solo un bastardo!》

NON SONO ALL'ALTEZZA [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora