CAPITOLO SETTANTASETTESIMO

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《Che aspetti?》mi chiese Christian.
Eravamo fermi davanti alla scuola da dieci minuti.
Dieci minuti di vigliaccheria, in cui il mio cuore era un palloncino che stava per esplodere.Vedevo dal finestrino i ragazzi che entravano con le loro compagne, tutti eleganti e felici. Io tenevo la mano a Jive, nonostante fosse sudata.

All'improvviso, sentii qualcosa che mi tirava la mano.

《Vai.》mi sussurrò Jive sorridendo.

Presi il respiro e aprii la porta della macchina. Guardavo la scuola, ero preoccupata. Poggiai le scarpe sul marciapiede e mi alzai. Il venticello della sera, mi diede nuova aria piena di speranza, così decisi di fare il primo passo.

《Charleen,》mi disse Jive. Mi girai.《buona fortuna.》mi sorrise.

《Grazie.》chiusi la porta della macchina.
Mi guardai davanti, la scuola non mi aveva mai fatto sentire così. Ero davanti alla porta d'ingresso, mi girai e vidi la macchina di Christian che partiva.
《Ti vogliamo bene!》mi dissero insieme aprendo il finestrino.

《Anch'io!》gli urlai nascondendo la tensione.
Non potevo tornare più indietro.
Entrai, la paura di essere stata delusa saliva a mille. Tutte le strade erano sbarrate, potevamo solamente andare in palestra.
Arrivai davanti al portone della palestra. Mi stavo cagando sotto. Si sentiva la musica, e i ragazzi che urlavano.
C'era un motivo se avevo detto a Jive di prepararmi per il ballo, e per non sprecare tutto il suo impegno, decisi di entrare.
Tutto quello che si sentiva fuori in confronto era silenzio, la musica mi stordì e dentro c'era tantissima gente. Eravamo circa duecento ragazzi, gente che andava in giro, c'era tantissima confusione.
Rimasi immobile a vedere i ragazzi per qualche minuto, poi mi ripresi.
Tra la folla vidi Michael, mi sorrideva ed era molto elegante. Gli sorrisi e lui mi raggiunse.
La musica era alta, si, ma almeno potevi parlare normalmente.

《Mi avevi detto che non saresti venuta,》mi disse un po' insicuro.《sei qui per cercare il tuo "amoroso"?》

《No.》gli dissi.《Sono qui per divertirmi.》

《A si? E con chi?》mi chiese sorpreso.

《Con te.》

Mi sorrise e mi abbracciò. Era un profumo al mango e limone, era un odore irresistibile a cui non riuscivo a resistere ogni volta.
La musica mi stordì, seguivo Michael, almeno lui sapeva cosa faceva.

《Andiamo?》disse facendo avanzare la mano.

《Andiamo.》posai la mia mano sopra la sua, come quando i gentiluomini, un tempo, invitavano le donzelle a ballare. E lui si, lui era ancora uno di quei gentiluomini, magari uno degli ultimi rimasti.

《Guarda dove siamo.》mi disse.
Mi girai, vidi la scalinata dietro di me e rimasi a bocca aperta.
Ero così intenta a parlare con lui che non mi ero accorta che stavo scendendo le scale.
《Ti avevo promesso di scendere la scalinata con te. È così da sette anni, ed io da sette anni, non l'ho mai dimenticato.》si guardò intorno.《Saluto un attimo dei miei amici, ci ritroviamo.》mi baciò sulla guancia e se ne andò via.
Sorrisi. Tutta quell'ansia che avevo era sparita forse da sapere che avevo sceso le scale con Michael, forse dal fatto che avevo incontrato Michael o forse perché Michael mi aveva dato quel bacio.

NON SONO ALL'ALTEZZA [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora