CAPITOLO TRENTASETTESIMO

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La recita. Mancavano poche ore. Tutti erano dietro alle quinte a ripassare le battute, provare i costumi e completare il montaggio e la sceneggiatura. Io ero lì ancora come una fessa, vestita come Vaniglie che si vaneggiava e sorrideva con Charlie. Finchè non arrivò Nancy.

《Oi, ho saputo del fatto che sei una sostituta.》

《Tardi, tra qualche ore c'è lo spettacolo.》

《Vedi Vaniglie ora?》

《No. Dov'è?》

《Sapessi. L'ho fatto per te. Ora cogli il momento e buttati sul palco.》

《Grazie.》

L'abbracciai. Stavo per piangere. Stavo per sclerare dal fatto che stavo sempre li zitta. Ora potevo spaccare.

《Capitols? Non trovo più la Cèdric. Devi sostituirla tu.》disse arrivando il professore.

《Si prof. Grazie.》

Rittoccai i capelli ed il vestito e Charlie arrivò da me.

《Ehehey bellissima!》

《Ciao amore!》dissi mentre andavo ad abbracciarlo.
Stavo morendo dal ridere dal fatto che mi si era incastrato il vestito nel suo.

《E bene, siamo veramente inseparabili!》dissi mentre scoppiavo a ridere.

《Siamo destinati a stare insieme.》disse. Ed iniziò a baciarmi. Così anche io iniziai. Sembravano abbracciati, ma no, potevamo anche reggerci da soli, facevano tutto i vestiti.

《Ragazzi, non è il momento di baciarsi.》disse il professore Poichetoi stancato.《Sembra che voi siate fatti solo per stare insieme.》

《Ed è così.》dissi in coro con Charlie.

Il prof si piegò e tagliò i pezzi che ci univano.

《Be', ora provate che tra un po inizia tutto.》

Iniziammo a provare, per circa un ora e mezza. Poi ci stancammo.

《Cazzo. Una volta che nella mia vita io abbia un bel ricordo.》dissi.

《Perché?》

《Beh. A cinque anni sono venuta qui dall'America. E un anno dopo mio padre ha trovato un bel lavoro a Parigi ed è andato lì. Senza pensare a noi. È andato lì lasciandoci con una badante. Mentre in questi fottuti otto anni ho visto solo i suoi soldi. La nostra paghetta, i soldi per pagare la badante e quelli per la casa, libri, scuola tutt'altro. Di lui niente. E la mamma. Cazzo la mamma. Lei è morta così. E non ho potuto neanche confidarmi con lei, neanche conoscerla o altro. Christian è cresciuto da solo e a quattordici anni ha deciso di mandare via Costanze e badare a me da solo, continuando a ricevere i soldi di papà. È diventato così responsabile, non usciva la sera e ritornava il pomeriggio del giorno dopo, lui non era come gli altri, lui rimaneva a casa con me. E cazzo. Posso capire che peso sono stata. Papà gli ha fatto un permesso per guidare già a sedici anni come in America. Non posso biasimarlo.》dissi iniziando a piangere.

《Oh. Mi dispiace.》disse abbracciandomi.

《Fin da piccola ho giocato con una bambina. Era bella si. Era roscia. Ma poi l'ho persa di vista. Alle medie ho incontrato Nancy e ho realizzato che la bambina era lei. Sono stata così felice. Ma Vaniglie, lei ha sempre rovinato tutto. Poi in seconda media, Michael. Lui era il migliore amico di mio fratello. Allora un giorno..》

Lui mi strinse alle sue braccia.

《Piangi. Piangi tutte le lacrime che vuoi. Piangi tutto l'odio che hai provato, tutto il dolore che hai accumulato. Piangi sulle mie spalle. Perché tenerti tutto dentro? Fidati di me. Liberati. Piangi tutti i sogni infranti, tutte le stelle che si sono spente dentro di te. Tutti i rimpianti, le cose giuste fatte nel modo sbagliato, tutto. Perché io sono qui per te.》

Lo strinsi di più.

《Come faccio senza di te?》dissi.

《Nello stesso modo in cui muoio senza la tua presenza.》

《Cazzo, quanto ti amo.》

《E quanto io tengo a te? Nulla di più esiste.》disse.

NON SONO ALL'ALTEZZA [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora