AVVERTENZE: questo capitolo contiene forti descrizioni che riguardano un atto sessuale tra due uomini. Se la cosa vi infastidisce/non è di vostro gusto, vi consiglio di non proseguire la lettura.
PS: ho pubblicato una nuova storia fantasy, mi farebbe piacere che la leggeste. Link here: http://www.wattpad.com/story/32763464-hausti-la-terza-figlia-di-%C3%B6gm
Si svegliò quando il sole gli colpì il viso.
Era ancora stremato per la sera precedente. Un po' per il sesso, un po' per quel “ti amo” che Frank gli aveva detto poco prima di addormentarsi. Il sonno, però, non lo aveva aiutato a sentirsi meglio. Anzi, se possibile si sentiva ancora peggio: i muscoli che Frank aveva forzato erano tesi e doloranti, tutto il ventre doleva. Aveva bisogno di un antidolorifico e di una camomilla. O qualcosa di simile.
Si rigirò sul fianco alla ricerca di una posizione comoda e lontana da quel raggio di sole.
Trovò conforto nel corpo di Frank, che lo abbracciò con naturalezza. Il suo naso finì nell'incavo del collo che sapeva ancora di sudore e sale del suo ragazzo e crollò di nuovo.
Il tuono lo fece saltare sul letto. Sbarrò gli occhi e si guardò attorno, aspettandosi di trovarsi nella sua camera, a Belleville. Ma, ovviamente, era nella camera della casa degli Iero, avvolto in un paio di coperte di pile. La porta finestra che dava sul mare era socchiusa ed entrava un'aria gelida. L'acqua, là fuori, era scura e minacciosa; i cavalloni si infrangevano sul molo di legno e sulla spiaggia con violenza. C'era odore di pioggia, nella stanza. Vide un lampo, in lontananza, disegnare una sottile linea bianca fino all'acqua e poi esplodere, e, dopo qualche secondo, fu seguito da un tuono.
Aiutandosi con le mani, riuscì a mettersi in piedi e, barcollando, raggiunse la porta. Il dolore era atroce, come se gli avessero infilato un coltello, e lo obbligava a camminare con le gambe un po' più aperte del normale, ma tutto sommato, si aspettava di peggio.
Fece scorrere il vetro sul binario e fu inondato da una folata di vento più forte delle altre. Il telone era stato rimosso ed ora, la colonna che lo sorreggeva, sembrava spoglia e sola. Tese il braccio, e, quando le minuscole e gelide gocce d'acqua iniziarono a cadervi, decorandolo di minuscoli e trasparenti cerchiolini, sorrise.
Un'altra folata lo costrinse a chiudere la porta e rifugiarsi dietro al vetro. Rimase immobile e con il braccio bagnato che gocciolava lungo il fianco. Mosse le dita, per essere sicuro di avere ancora sensibilità.
Si voltò quando sentì dei passi sulle scale.
-Ehi, ti sei svegliato- commentò Frank che aveva tra le mani delle lenzuola.
Le sue guance diventarono rosse, quando si rese conto di essere nudo. Fece scattare i muscoli per muovere le braccia e coprirsi. -Dove sono i miei vestiti?- gli chiese guardando il pavimento. Chissà quante ore prima si era alzato, per ripulire la stanza.
-Ho messo i boxer nel cassetto del comodino.
-E... il resto?
Il sorriso felino di Frank spiegò il tutto meglio di quanto avrebbe potuto fare a parole. -L'ho fatto sparire: per il resto del tempo che passeremo qui, non avremo a disposizione nient'altro che non siano boxer.
-Ma io ho freddo!- si lamentò avvolgendo le braccia attorno al busto.
No, non era vero, non aveva freddo; era terrorizzato dal pensiero che Frank lo vedesse ancora. Il suo cervello aveva elaborato una teoria piuttosto convincente: la sera precedente, il nano era talmente eccitato che non aveva notato quanto realmente brutte quelle cicatrici.
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Smoke gets in your Eyes - FRERARD
FanfictionEsistono tre parole che negli ospedali vengono ripetute fino allo sfinimento: "ma", "forse" e "se". Ma: "Certo, ora sei in remissione, ma potresti avere una ricaduta e tornare qui tra qualche mese". Forse: "Forse riuscirai a tornare a casa per Natal...