6. There's a fire starting in my heart

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Si catapultò giù dall'autobus, corse dal parco fino a casa e si lanciò contro la porta.

Donna era seduta sulla poltrona dell'ingresso, le labbra contratte in una smorfia. Oh, cazzo, indossava già il vestito da chiesa! Quando portava il vestito, voleva dire che era incommensurabilmente in ritardo.

-Dov'eri?- gli chiese artigliando i braccioli della seduta.

Gerard inspirò pronto a sorbirsi una ramanzina. -Ero a casa di Frank... ti ho chiamato ieri sera per dirti che non sarei tornato prima...

-Non è questo il punto- accavallò le gambe, -sai che in questa famiglia si deve andare in chiesa, e che l'unico giorno libero per farlo tranquillamente è la domenica. Non mi interessa se tu eri ad una festa: l'ultimo giorno della settimana si ringrazia il Signore.

Sospirò. -So che la domenica è un giorno da passare in famiglia, ma non pensavo di fare così tardi.

Donna iniziò a giocare nervosamente con una ciocca di capelli sfuggita alla sua crocchia. Quando faceva così, voleva dire che stava cercando di scaricare tutto lo stress e tutta la rabbia che accumulava. Ad esempio, quando litigava con Donald, passava il resto della giornata lo passava a tirarsi i capelli, a rimetterli a posto, a farci treccine e poi a disfarle. Era per questo che doveva farseli sistemare almeno due volte al mese.

-Vai a cambiarti- disse Donald aggiustando la cravatta. -Non ti faccio andare in chiesa conciato come un drogato.

Strinse i denti: se si drogasse davvero, in quel momento non starebbe di certo tornando da una festa (che era diventata un pigiama party, ma dettagli) con tutti i vestiti addosso e un'aria sobria. Perché tutti continuavano a criticarlo senza conoscerlo?!

La chiesa era deprimente.

Gli unici odori che si sentivano erano quelli di incenso, polvere e fumo.

Donna si sedeva tra lui e Mikey, per evitare che parlassero, e gli unici suoni che dovevano uscire dalle loro bocche erano le preghiere e i canti. Gli piaceva cantare, ma non quelle cose in stile “alleluia alleluia, dammi la mano” e roba del genere.

Ma, in quel momento, erano al ristorante a mangiare qualche tipo di porcheria che spacciavano per “cibo raffinato”.

Fissò l'insieme di verdure, sugo e carne che aveva nel piatto. Aveva un aspetto a dir poco disgustoso. Ed era la pietanza che sembrava essere la più mangiabile dell'intero menù!

Piluccò un po', indeciso se mangiare quegli spinaci simili ad alghe.

-Devi mangiare, Gerard- lo rimproverò Donald.

Mikey mangiucchiava in modo distratto, la forchetta che faceva più rumore che altro. Ultimamente lo trascuravano; l'unica cosa che sembrava importare loro era l'amico ricco del loro figlio maggiore e di quando quest'ultimo fosse effeminato e debole. Non sembrava importagli molto, il fatto che tutti lo ignorassero bellamente. Anzi, ci si stava crogiolando dentro.

-Ieri ho diviso una torta intera con Frank, di zuccheri ne ho assunti abbastanza per i prossimi due anni.

-Mangi in modo sregolato- gli disse Donna. -E non va bene: non puoi mangiare quanto vuoi come vuoi. Devi avere degli orari precisi. Ah, mi stavo dimenticando di dirti che tutta quella caffeina che assumi ti fa male.

Trattenne uno sbuffo. Una delle poche cose che poteva fare in casa sua era mangiare quanto e come voleva fuori dai pasti; nessuno si era mai lamentato di quello, e adesso se ne uscivano con il “smettila di mangiare fuori dai pasti”?

Smoke gets in your Eyes - FRERARDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora