18. I was weak in fear that something would go wrong

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AVVERTENZE: questo capitolo contiene forti descrizioni che riguardano un atto sessuale tra due uomini. Se la cosa vi infastidisce/non è di vostro gusto, vi consiglio di non  proseguire la lettura.

PS: ho pubblicato una nuova storia fantasy, mi farebbe piacere che la leggeste. Link here: http://www.wattpad.com/story/32763464-hausti-la-terza-figlia-di-%C3%B6gm


Stiracchiò le braccia sbadigliando. Avevano dormito bene, quella notte: erano rimasti abbracciati stretti stretti, uniti come non mai ed era stato godimento puro. Il corpo di Frank era caldo e morbido, perfetto per fare un pisolino.

Lo avevano rifatto un paio di volte, quell'esperimento, ed era sempre stato grandioso. Si sentiva appagato, ma sapeva che non potevano continuare in eterno così: non doveva rimanere bloccato a quello stato, non poteva rimanere bloccato a quello stato larvale e, a tratti, infantile. Dentro di sé, era ancora un bambino incapace di sopportare il dolore.

-Ciao, amore mio- mormorò in direzione di Frank, che si stava svegliando più lentamente di lui. Lo vide sbattere le palpebre, confuso e irritato. Lo era tutte le mattine, appena sveglio; se era di buon umore, questo significava che si aveva aperto gli occhi almeno mezz'ora prima di Gerard.

-Mm- fu la risposta del nano, prima che gli rotolasse su un braccio.

Rise e gli accarezzò i capelli, poi, ad occhi chiusi, gli toccò il viso. I suoi polpastrelli accarezzarono la pelle calda delle guance, il rilievo degli zigomi poco accennati sotto l'epidermide; il naso non era dritto come sembrava: c'era una piccola gobba, nel mezzo, probabilmente dovuta al fatto che aveva rotto il setto nasale o qualcosa di simile; scivolò più giù, nella piccola rientranza sopra il labbro superiore. Accarezzò il labbro che aveva baciato e morso, rendendosi conto che, se le toccava con il dito, la cosa era differente, da quando le leccava. Anche il piercing era diverso a seconda del senso che usava: se lo toccava con le dita, era freddo, poco piacevole, sembrava di accarezzare un pezzo di metallo qualunque; con la lingua e le labbra, era meraviglioso, un po' di frescura in tutto quell'ardore; con la vista... era bellissimo, carino, sembrava disegnato apposta per il labbruccio sottile di Frankie.

-Che stai facendo?- chiese Frank. La bocca del suo ragazzo si era aperta e la punta delle sue dita si era bagnata di saliva.

Rimase ad occhi chiusi mentre gli rispondeva: -Sto cercando di memorizzare il tuo viso con il tatto.

-Perché?

-Un giorno potrei perdere la vista... voglio ricordarti con tutti i sensi.

Avvicinò il viso al collo del più piccolo. La sua pelle, morbida e colorata dall'inchiostro, profumava di sudore, zucchero e bagnoschiuma.

-Come sei tragico- ridacchiò arricciandosi sul fianco.

-Mm.

Gli baciò la spalla e vi lasciò un morso, la pelle diventò rossa sotto i suoi denti e si bagnò di saliva. Succhiò e tornò a mordere.

Frank iniziò a gemere, stringendolo; sentì che gli tirava i capelli ma non si staccò: lo fece diventare un movimento ritmico, quasi elegante.

-Ti amo- miagolò Frank facendo un suono simile a quello delle fusa.

Afferrò i suoi fianchi dando una strizzata alla carne. Era una cosa un po' malata, ma gli piaceva graffiarlo, vedere che le sue unghie lasciavano un segno rosso che sembrava essere indelebile. Aveva sempre pensato che la sua esistenza sarebbe stata passeggera, una specie di "nasci, vivi, muori" e vieni dimenticato da tutti; invece Frank gli stava dimostrando il contrario: lui si sarebbe ricordato della sua esistenza e lo avrebbe pianto. Era una consolazione, visto che era fissato con la morte. Infondo, Frank lo amava, no?

Smoke gets in your Eyes - FRERARDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora