40. Illusion of the sunlight

307 35 20
                                    

Canzone: Shattared, Trading Yesterday


31 ottobre 2013; Parigi, Francia

Uscì di corsa dal lavoro e si affrettò lungo la strada.

Aveva ventotto anni, una laurea in psicologia appesa al muro e un appartamento vicino a Montmartre, il quartiere degli artisti. Lì riusciva a sentire il profumo di Gee quasi ogni giorno: caffè, china e fumo di sigarette si mescolavano all'aria alle prime ore della mattina e lì rimanevano, quasi ristagnanti, fin dopo il tramonto.

Non lo aveva più sognato, ma dopo il funerale aveva sentito il miscuglio di quegli odori per tre giorni.

Quando erano scomparsi, era iniziato il periodo peggiore: aveva smesso di frequentare le lezioni, vedeva il buio, il grande e minaccioso nulla, dinanzi a lui e non riusciva nemmeno a prendere tra le mani una delle agende di Gee, che scoppiava in lacrime. Ray l'aveva presa immensamente meglio, rispetto a lui.

Si strinse nelle spalle e scese nella Metropolitain. Adorava il fatto che, nonostante Parigi fosse una città molto industrializzata, i parigini cercassero sempre di farla sembrare molto più verde di quanto non fosse in realtà (in quel caso, l'avevano fatto dipingendo di verde bosco i corrimano).

Passò l'abbonamento sul lettore dei tornelli e passò oltre, i piedi lo portavano verso le scale mobili e sempre più giù.

Ogni tanto immaginava il corpo di Gerard. A volte riusciva a sentire il suo calore rassicurante sulla pelle, poteva ricordare con precisione com'erano i suoi capelli sotto il tocco delle sue dita; altre pensava al fatto che lui non fosse altro che un cadavere ormai completamente mangiato dai vermi.

Forse la cremazione sarebbe stata la scelta più giusta da prendere.

Aveva mantenuto i contatti con Donna e Mikey. Sapeva che Donna aveva venduto la casa a Belleville ed era tornata a Newark pochi mesi dopo la morte di Gee, e, anche se non era andato al matrimonio, aveva ricevuto l'invito per partecipare alla cerimonia nuziale di Way Junior e Alicia. Quei due erano adorabili.

Si infilò nel treno e fu obbligato dalla massa già presente nel vagone a incastrarsi tra una vecchia con una borsa della spesa quasi più grande di lei e un giovane uomo in carriera che parlava al cellulare in inglese spiccio. Gli fece venire in mente quando era lui a doversi misurare con persone che non parlavano la sua stessa lingua e, senz'altro, se l'era cavata decisamente peggio di quanto stesse facendo l'uomo.

Il motivo per il quale era andato a Parigi non aveva (quasi) nulla a che fare col suo passato: dopo che suo padre aveva perso le Elezioni Presidenziali 2004, aveva preso a chiamarlo tutte le sere nella vana speranza di riallacciare i rapporti. Dopo altri quattro anni aveva perso nuovamente le Elezioni e si era spinto al punto di andarlo a cercare. Una volta avuta in mano la laurea, aveva fatto le valigie ed era andato in Francia per essere sicuro che suo padre dormisse durante quella che era la sua giornata.

Non gli aveva più parlato. A dire il vero, non aveva più parlato nemmeno a sua madre e a Ray, ma non sentiva la mancanza di nessuno.

La metro si fermò a Vai de Fontenay, Vincennes, Nation, Gare de Lyon e Auber. La prossima fermata sarebbe stata la sua.

Comunque, si era ripreso dalla depressione solo quando Ray gli aveva schiaffato in mano la prima agenda scritta da Gerard, un quadernetto verde e colmo di foglietti che, non appena le pagine venivano aperte, prendevano a svolazzare da tutte la parti. Risaliva al 2000. I fogli erano semplicemente scritti, su di essi vi erano rari disegni e (con dispiacere) doveva ammettere che erano davvero brutti. Si erano evoluti col tempo, tutte quelle linee di parole scritte con caratteri arzigogolati da bambino erano stati sostituite da disegni, studi anatomici umani e animali, veloci schizzi di fiori, prove di colorazioni ad acquarello, acrilici e china.

Smoke gets in your Eyes - FRERARDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora