-Vuoi andare di sopra per dormire un po'?
Alzò lo sguardo sul viso di Frank. Aveva la testa posata sulle gambe del nano, un bicchiere con acqua e zucchero in mano e una maglietta non sua addosso.
Dopo il bacio, il suo cuore aveva tenuto una frequenza di battito troppo elevata, l'ossigeno era stato trasmesso in modo minore al cervello e il sangue aveva fluito a una velocità incredibile dal suo naso. Quando aveva iniziato a sanguinare, sia lui che Frank erano rimasti abbastanza sconvolti dalla reazione del suo corpo; ma grazie a dio, il nanetto era stato più veloce del moro a reagire e l'aveva portato in infermeria mentre il naso continuava a perdere sangue. Avevano lasciato una scia di goccioline rosse sul linoleum e uno studente ci era scivolato sopra ed era finito anche lui in infermeria.
Avevano fatto una strage, quel giorno.
L'infermiera gli aveva fatto bagnare la testa, aveva messo un fazzoletto intriso d'acqua sulla sua nuca e lo aveva fatto stendere con della carta nelle narici. Il maglioncino di Frank era stato sporcato, così come la maglietta di Gerard.
Quando, dopo mezz'ora, il suo naso aveva smesso di far colare il Mar Rosso, la signora aveva detto al nano di accompagnarlo a casa in modo che si ripulisse e, se avesse ripreso a sanguinare, lo portasse immediatamente all'ospedale. Non era un mistero, che fosse anemico, soprattutto perché Donna aveva preparato, ad inizio anno, una lunga lettera sulla quale c'era scritto della sua malattia, che cosa comportava e cosa fare se aveva un'emorragia.
-Gerard?
-Mm...- mugolò continuando a guardare il bel visino di Frank.
Il nano gli accarezzò i capelli, spingendoli via, per scoprirgli la fronte. -Vuoi andare su a dormire? Così ti rilassi un po' e posso farti qualche coccola.
La sua faccia divenne rossa. Era una cosa... “normale” prima, quando non si erano ancora baciati per davvero, ma ora, era tutto diverso. Magari Frank si sarebbe preso delle libertà, come sollevargli di pochi centimetri la maglietta ed iniziare a toccare la cicatrice, una delle due, che aveva sulla pancia. La prima, quella che si vedeva appena si alzava la maglia, era il risultato di punti messi male in seguito ad un intervento per l'appendicite; dell'altra non voleva nemmeno parlarne. Pulsava, quando cambiava il tempo. Non voleva che qualcuno, nemmeno Frank, le toccasse. Erano brutte, sia alla vista che al tatto. E... bé, quelle erano solo una piccola parte dei danni che aveva subito il suo corpo.
Non mosse un muscolo.
-Ho capito, rimaniamo qui.
Nacque un sorriso spontaneo sulle labbra del moro.
-Aspetta. Mi accomodo un po'.
Con sguardo sospetto, Gerard guardò il nanetto stendersi vicino allo schienale con le gambe ancora piegate, poi, con uno “scatto”, lo scavalcò per andare contro il bordo del divano e lo spinse contro i cuscini.
Lo abbracciò stretto, il torace del più piccolo premuto contro il suo. Si riempì i polmoni del profumo dolce ed invitante di Frank. Era un odore unico, speciale e zuccherino; sarebbe stato a dir poco impossibile replicarlo.
Voleva baciarlo, ancora. E, per una fottuta volta, voleva essere lui a fare il primo passo. Alzò il viso per incontrare gli occhi dorati di Frank. Riuscì a liberare una mano ed iniziò ad accarezzare la guancia morbida del nano. Fu una cosa semplice: labbra che si posano su labbra e iniziano a muoversi piano, in modo morbido. In preda ad un attacco di audacia, iniziò a mordere e succhiare il labbro inferiore dell'altro, e, sentendosi ancor più pronto per osare, leccò il piercing facendogli spalancare gli occhi.
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Smoke gets in your Eyes - FRERARD
FanfictionEsistono tre parole che negli ospedali vengono ripetute fino allo sfinimento: "ma", "forse" e "se". Ma: "Certo, ora sei in remissione, ma potresti avere una ricaduta e tornare qui tra qualche mese". Forse: "Forse riuscirai a tornare a casa per Natal...