Mikey Way si svegliò lentamente, quel lunedì mattina: da quando le vacanze estive erano iniziate, tutto era più lento e rilassante.
Mamma e papà uscivano la mattina presto per andare al lavoro e suo fratello dormiva per la maggior parte della giornata, oppure andava dal suo fidanzato Frank.
Così rimaneva da solo. Come Gerard, non disprezzava la solitudine, ma dopo un po' si faceva soffocante.
Sembrava tutto normale, però... si mise a sedere, ancora stordito, e inforcò gli occhiali posati sul comodino. Li guardò per un attimo; di solito non li toglieva, quando dormiva, per una questione di praticità: se si fosse dovuto alzare per vomitare nel bel mezzo della notte, non avrebbe visto nulla e avrebbe sputato tutto sul pavimento. Una volta che si fu assicurato che fossero ancora i suoi normalissimi occhiali con le lenti spesse, li posò sul naso e si guardò attorno.
La stanza era come la sera prima, stessa carta da parati, stessi poster appesi, stessi jeans abbandonati sul pavimento; non c'era nemmeno un segno di effrazione.
Poi ricordò che Gerard era stato cacciato il giorno prima. Lui non c'era, quando era successo, ma era stato orribile vedere sua madre caricarsi di rabbia e farla esplodere sotto forma di urla in faccia a suo marito. E c'era quella macchia di sangue, sul tappeto del salotto, che non faceva presagire niente di buono.
Si strinse nelle spalle pensando a dove fosse Gerard: poteva essere andato da Frank, da Lynz, oppure poteva essere svenuto in mezzo alla strada a causa del troppo sangue perso.
Decise che sarebbe andato a cercarlo dopo pranzo, dicendo alla mamma che si sarebbe fermato per cena da Alicia.
Ma il suo sguardo si posò sul comodino. Quando aveva preso gli occhiali, aveva sentito un materiale simile alla carta strofinargli le nocche, ma non ci aveva badato. Ora, poteva vedere che non erano i suoi compiti, ma una busta bianca.
Strappò violentemente la carta ed estrasse un foglio scritto a mano, la calligrafia era indubbiamente di Gerard: era grande e disordinata.
Caro Mikey,
strano leggere una lettera da parte mia, mh?
Pensa a me che la scrivo!
Tornando seri, questa sarà l'ultima volta che sentirai mie notizie: io e Frank partiamo.
Andiamo lontano, al caldo, non posso dirti dove.
Il motivo della nostra partenza dovrebbe esserti noto: Donald.
Io e Frank siamo stati accusati delle peggio cose, per non parlare degli insulti che sono stati rivolti a me dalla parte della sua famiglia.
Ce ne volevamo andare da un po', solo ora abbiamo colto l'occasione ed abbiamo deciso che eclissarci era un'ottima idea.
Per ora, siamo sicuri di farcela.
Non lo so... l'idea di essere così lontano da te mi spaventa, ma Ray mi ha promesso che ti aiuterà, quando avrai bisogno. E sai che lui mantiene le promesse.
Al momento, sono confuso e terrorizzato al pensiero di quello che accadrà; tutto quel che sto per vivere, è come un lancio nel buio.
Ma non me ne pento nel modo più assoluto.
Spero di poter tornare presto e che le acque si calmino ancor prima.
Mi mancherai,
xoxoGee.
PS: prenditi cura di Smoke, mentre io non ci sono, okay?
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Smoke gets in your Eyes - FRERARD
FanfictionEsistono tre parole che negli ospedali vengono ripetute fino allo sfinimento: "ma", "forse" e "se". Ma: "Certo, ora sei in remissione, ma potresti avere una ricaduta e tornare qui tra qualche mese". Forse: "Forse riuscirai a tornare a casa per Natal...