9. I can try to take off my head sometimes because I can't escape the memories

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Frank stava baciando Jamia.

Tenendola stretta nel corridoio della scuola.

E Gerard era in lacrime, davanti a tutti.

Spalancò di scatto gli occhi e si sedette velocemente. Il suo sguardo cercò fra le lenzuola Frank, che, ovviamente, dormiva beato accanto a lui. Sospirò e posò la mano sul fianco coperto del nano. Lo accarezzò dolcemente, felice del fatto che non fosse in uno dei corridoi della scuola a limonare con la sua ex.

Era la prima settimana in cui “stavano insieme” e, con la scusa del progetto di arte, Frank lo aveva invitato a casa sua per dormire. Il risultato era stato a dir poco deludente, perché quel nano malefico continuava a disturbarlo mentre cercava di costruirgli quella che sarebbe dovuta essere una statuetta. E per disturbarlo intendeva cose come baci sparsi sul collo, su tutto il viso e piccole leccatine alle labbra.

Frank si mosse e si voltò verso di lui per guardarlo.

-Ti ho svegliato?- chiese iniziando a mordersi il pollice.

Un braccio del nano gli fasciò la vita e lo costrinse a tornare sdraiato. Posò la testa sulla sua spalla e gli si accoccolò addosso, lo tenne stretto fino a non sentire altro che il suo odore.

-Stai tranquillo... che è successo?

-Niente- borbottò spingendo le guance contro la maglietta infeltrita di quello che, per il suo cervello, era il suo ragazzo. -Solo... una cosa abbastanza stupida.

-Gerard- lo riprese, -sei saltato in aria ed hai iniziato a palparmi il fianco per controllare che ci fossi. Ti ho guardato da sopra la spalla.

-Io... mm... tu non stai pensando di rimetterti con Jamia, vero?

Ascoltò per qualche secondo il respiro di Frank prima che mormorasse un “non importa” e provasse a scivolare via.

Invece, Frank lo tenne forte e, con qualche mossa sgraziata, riuscì a sdraiarsi sul fianco in modo che il suo viso fosse esattamente davanti a quello di Gerard. -Ascoltami- passò le dita con calma sulla guancia del moro, -non capisco come ho fatto a non rendermi conto che Jamia è... quella che è. Sono stato cieco. Il problema è che ci hai rimesso tu.

-Non hai risposto alla mia domanda.

-Ah, no?

Lo sguardo di Frank esprimeva un'ovvietà a dir poco imbarazzante. Diventò rosso in pochi secondi; non poteva permettere ad uno stupido sogno di rovinargli la nottata. Doveva imparare a controllarsi.

Sospirò rumorosamente. -Sono un deficiente.

-No, non preoccuparti: io ho fatto di peggio-. Aveva le labbra tirate in un sorriso rilassato che faceva intuire che aveva davvero fatto o detto qualcosa di molto stupido.

Rimasero immobili per qualche minuto. La tentazione di chiedergli cosa avesse fatto era tanta. Ma, dato che non voleva dare l'impressione dell'impiccione, rimase zitto.

Chiuse gli occhi e si sporse verso il nano, alla ricerca delle sue labbra. Quando iniziarono a toccarsi, si avvicinarono e le mani finirono sotto le magliette. Frank poteva toccarlo solo sulla schiena, ma non più su della vita; lì aveva un'altra delle cicatrici, meno visibile e meno orrenda di quelle sulla pancia, ma pur sempre brutta. Invece, Gerard, faceva vagare i palmi ovunque. Schiena, pancia, braccia, viso... non c'era una zona vietata, per lui.

Inclinò la testa toccando i capelli più lunghi dell'altro, mentre cercava di rotolargli addosso. Era così... morbido... e caldo... con tutta quella neve fuori, poi; quello sarebbe stato il primo Natale a piacergli. Frank gli aveva promesso che sarebbe venuto a casa di Helena per festeggiare. L'idea di fare i biscotti e tutti quei dolcetti natalizi insieme al nano, lo faceva sentire come se avesse il miele, al posto del sangue.

Smoke gets in your Eyes - FRERARDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora